Capitolo 9

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Era intenta a registrare dei documenti, quando Liam la chiamò, si alzò ed entrò nel suo ufficio dicendo:
"Sì, Mr. Harrison dica pure"
"Ho bisogno dei documenti per questa sera, la riunione con la Padalescki Company verrà effettuata nella sala sei, si assicuri che sia tutto a posto" disse.
"Sì Signore, lo consideri già fatto"rispose, stava per andarsene quando le disse:
"Un'altra cosa, dovrebbe ritirare i miei vestiti in tintoria, è stropicciato il mio completo?" chiese alzandosi e aspettando che Emma gli rispondesse.
Ammirò il meraviglioso corpo davanti a lei e deglutì rispondendo:
"È a posto, Signore!"
"Se non le dispiace, i vestiti li porti a casa mia, queste sono le chiavi per entrare, e per favore prenda il contenitore che troverà in cucina, ci servirà per la nostra cena.... sarà una lunga notte di riunione" disse in tono scherzoso.
"Nessun problema Mr. Harrison, vado subito, tornerò il prima possibile" rispose.
Prese le chiavi, afferrò la borsa dal suo ufficio ed uscì.

Si avviò al parcheggio per prendere la macchina e si sentì chiamare:
"EMMA! Emma!" si voltò, vide Colin che barcollava verso di lei.
"Emma, scusami ho commesso un errore!" si avvicinò a lei, puzzava di Whisky.
"Ma, Colin che succede?" chiese preoccupata.

Le si avvicinò del tutto, l'abbraccio' e le disse:
"Ho sbagliato, tesoro, voglio sposare te!" le accarezzò i capelli
"Sei così sexy, Emma" le sibilò vicino all'orecchio.
"Colin.... smettila sei ubriaco!" gli disse cercando di allontanarlo.
"Sei perfetta Emma, sei perfetta a letto, me lo ricordo sai, ti muovevi divinamente sopra di me, perché non ci divertiamo un po'?" e cominciò a baciarle il collo.

Emma cercò di mantenere la calma.
"Colin, hai dei ripensamenti? Perché se li hai, questo non è il modo per..."
Colin la strinse ancora di più a sé
"Tua sorella è una frana a letto, te scopavi meravigliosamente, lei non fa altro che parlare, non sta' mai zitta" si lamentò Colin.
"Colin ami Laurie? Lei ti ama!" chiese Emma, pensò che non era giusto, che sua sorella soffrisse un domani per un soggetto come lui. Sarebbe stato insopportabile vivere senza amore.
"Colin per favore, sei ubriaco, facciamo finta che io e te non ci siamo visti oggi, ok? Non è successo niente" cominciava ad aver paura, Colin la stava guardando eccitato.
"Zitta Emma, zitta...io ti voglio, voglio scoparti, come non ti ho mai scopato".

E iniziò a baciarla, le infilò la lingua in bocca e le stava accarezzando intensamente un seno, poi scese con una mano sulla coscia.
Emma cercò di allontanarlo, ma era più forte di lei.

Colin con una mano le bloccò la testa, Emma con una mano riuscì ad afferrare il cellulare nella tasca, senza vedere la tastiera, premette un tasto, non le importava chi rispondeva.
Bastava che qualcuno l'aiutasse.

Colin le afferrò il braccio e il telefono cadde, le portò la mano sulla sua erezione.
"Lo senti quanto ti desidero, Emma?" le sibilò all'orecchio prima di baciarla di nuovo.
Emma si staccò dalla sua bocca ansimando:
"Smettila Colin! Lasciami andare!" e prese ad agitarsi, chiuse gli occhi.
"FERMA, ZITTA!Lo so che lo vuoi!!! disse leccandola e baciandola.

Ad un tratto Emma, si rese conto di non averlo più addosso, riprese fiato, aprì gli occhi, e si rese conto che Liam era poco distante da lei e stava prendendo a pugni Colin.

Istintivamente gli afferrò il braccio e urlò:
"LIAM! Basta non serve mettersi nei guai, per lui"
Liam si fermò col pugno alzato, la fissò, lei notò nei suoi occhi una rabbia enorme, poi abbassò il braccio dicendo:
"Sì, hai ragione"

Colin era sanguinante, lo afferrò per il colletto della camicia e gli disse a brutto muso:
"Togliti dai coglioni, pezzo di merda, se ti rivedo vicino a LEI, non mi fermerò la prossima volta!"
Lo scagliò lontano, Colin lo guardò, guardò Emma e si allontanò barcollando.

Emma si appoggiò alla macchina tremante e disse:
"Grazie di essere venuto"
"È stata una mossa intelligente, chiamarmi, brava!" fece presente.
"Veramente, non vedevo chi stavo chiamando, ho solo cliccato su uno dei numeri selezionati" disse ridendo nervosamente.
"Vieni, ti porto a casa" le disse mettendole un braccio intorno alla vita sorreggendola.
"Non c'è bisogno grazie, mi basta riposarmi un attimo" rispose.
"Voglio stare tranquillo, lascia decidere a me" senza aspettare una risposta l'accompagnò alla macchina.

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