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PROLOGO
Caino la vedeva. Non credeva ai suoi occhi. Iris aveva paura. Lei, proprio lei. La stessa ragazza che tutti invidiavano, quella ragazza che aveva sempre il sorriso stampato in faccia, la ragazza che non piangeva mai.
Guardò bene la ragazza accanto a lui. Sapeva tutto su di lei. Iris Thompson, la ragazza del sorriso. difficile immaginare che non fosse un'umana innocua. No. Nonostante il suo aspetto, era proprio come lui. Un SCP. Capelli biondi, occhi di un azzurro cielo. Quest'aspetto angelico ingannava. Ingannava tutti, ma non Caino. Lui sapeva com'era quella ragazza.
Sapeva com'era. Questa frase si fece strada nella sua mente. La conosceva davvero? Non ne aveva idea. Ogni volta che scopriva un lato nuovo della personalità di Iris, Caino si poneva questa domanda. Anche ora.
E così la vecchia Baba-Yaga aveva ragione. Caino non l'avrebbe mai detto, quando la strega glielo predisse. - Un giorno, quando anche i più forti cadranno, arriverà la ragazza dal potere infinito, in grado di fermare anche i mostri più potenti.- aveva detto la vecchia strega. - La riconoscerete grazie alla potente aura che emanerà. Fidati di Baba-Yaga e tutto andrà bene. Segui le mie istruzioni, quando questo giorno arriverà. Quando la più forte comincerà ad avere paura, tu consolala. Quando il più pericoloso si rattristerà, tu aiutalo a ritrovare sé stesso. Quando la bimba dalle lacrime preziose non verserà più le sue gemme, ma gocce d'acqua comuni, tu proteggila. Quando la ragazza dal potere infinito arriverà, tu convincila ad aiutarci. Questo è ciò che devi fare per salvare coloro a cui vuoi bene, prima che sia troppo tardi. Prima che l'oscuro potere li imprigioni con le sue sbarre di tenebra.-
Caino sorrise. Avrebbe dovuto ascoltare più spesso Baba-Yaga, d'ora in poi.
Il respiro sempre più rapido di Iris lo strappò ai suoi pensieri. Il respiro della ragazza accanto a lui accelerava sempre di più. Caino non sapeva che fare. La scosse e la chiamò più volte, fin quando lei non aprì gli occhi e calmò il respiro. Si raggomitolò al petto del ragazzo davanti a lei e lasciò che lui le passasse una mano sulla schiena, in modo regolare. Su e giù, su e giù. Affondò la testa nella maglietta di lui e inspirò il suo profumo. Quando ricordò il sogno dal quale Caino l'aveva strappata, delle lacrime le bagnarono le guance. Sussurrò:- Non voglio che mi trovi. Non voglio che mi porti via da te. Caino, tu non lascerai che mi prenda, vero?- Alzò la testa e fissò negli occhi quel ragazzo che l'aveva accolta fra le sue braccia .
Caino la fissò, serio in viso. - No, Iris. Non lascerò che ti allontani da me. Lotterò con tutte le mie forze per impedirglielo.- Iris lo guardò con il viso rigato di lacrime. Se le asciugò con la manica del pigiama e disse: - A-Anche io! Io ti starò vicina e lotterò con te!- Lui sorrise. - Ehi, perché ridi?- gli chiese la ragazza. - Perché sei buffa- - Non è vero! Uffa, Caino, sei cattivo!- Lui scoppiò a ridere. Lei lo guardò contrariata, ma alla fine si mise a ridere. Lui la guardò. - Sei proprio bella quando ridi.- disse. - Ehi, non ti ho dato il permesso di farmi ridere!- rispose lei. -Eehh? Ma se sei tu che ti sei messa a ridere!- - Sì, ma perché tu mi fai ridere!-
Inutile dire che continuarono a bisticciare per un bel po'.
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Mi chiamo Nicole.
Ho 15 anni.
Sono una scienziata SCP.
Sì, lo so. È difficile da credere che io, una ragazzina di soli 15 anni, possa essere una scienziata in un laboratorio tanto pericoloso. Ma è così.
È la verità.
Nuda e cruda.
Sono qui alla Fondazione ormai da un anno, e quindi conosco bene il posto.
Sembra assurdo, ma tutti gli SCP mi vogliono bene. Tutti.
La cosa strana è che non so perché mi vogliano tutti così bene.
Per me è un mistero.
È vero che sono gentile con gli SCP, ma anche gli altri scienziati non li trattano male. Quindi, perché tutti mi vogliono bene, mentre per gli altri non è così?

Quando sono arrivata alla Fondazione, l'anno scorso, entrai e mi guardai intorno stupita.

Ero circondata da pareti così bianche che ti accecavano non appena entravi. Soprattutto perché, essendo sottoterra, passavi dal buio assoluto ad un luce così intensa. Ti... Stordiva.

Quando entrai mi accolse una ragazza in camice bianco di nome Flavia, con dei capelli biondi ricci e degli occhi verdi.

-Ciao!- mi disse - Tu sei...-

-Nicole-

-Ah, sì. Bene, ciao, Nicole, e benvenuta alla Fondazione SCP!- Sorrise -Vieni, ti porto dal direttore-

Cominciammo a camminare tra i corridoi. Dall'entrata, a destra, cinquantaquattro passi lungo un corridoio con una striscia verdina, e poi a sinistra. Dopo ventisei passi, si salgono tre rampe di scale, poi, a destra. Dopo centosettantanove passi lungo un corridoio pieno di porte per uffici, stanze per le interviste e altre porte che danno su delle stanze riservate agli scienziati, si arriva ad una porta sul fondo.

Leggo il cartello: Direzione.

Flavia estrae una carta magnetica azzurra e apre la porta.

Entriamo in una stanza piena di archivi, e Flavia mi dice:- Qui sono conservati tutti i fascicoli degli SCP. Tra un po' di tempo potrai accedere a tutti, tranne che al primo e ad altri pochi che ti verranno dettati più avanti-

-Come mai al primo non si può accedere?-chiesi, traboccante di curiosità.

Flavia scrollò le spalle e disse semplicemente:-È riservato solo al direttore e a quelli che si conquistano la sua fiducia-

Continuammo per novantacinque passi in silenzio e poi ci fermammo davanti ad una porta normale, non come quelle usate nel resto dell'edificio, di metallo resistente, apribili solo tramite quelle strane carte magnetiche. Flavia mi disse:- Vai, io non posso venire con te, devo andare ad assistere a dei test su SCP-682. Bussa tre volte e poi entra. Ci vediamo più tardi!- mi fece l'occhiolino, si voltò e tornò indietro.

Mi stava simpatica.

Feci come mi aveva detto ed entrai.

Ad aspettarmi trovai un ragazzo sui vent'anni seduto dietro una scrivania di legno scuro. Aveva i capelli biondi mossi, degli occhi azzurri da far paura ed indossava dei pantaloni neri, una camicia bianca e, sopra, un camice uguale a quello di Flavia.

Mi guardò e mi fece segno di sedermi. Mi sistemai sulla sedia proprio davanti a lui.

Devo dire che era molto bello, ma non mi piacciono i ragazzi con un aspetto così... Normale.

Mi squadrò da capo a piedi e poi disse:- Benvenuta alla Fondazione SCP! Bene, ora dimmi il tuo nome e cognome, età e le tue misure-

-Perché?- chiesi io.

Lui scoppiò a ridere e disse:- Perché ti devo inserire nell'elenco di coloro che lavorano qui. E le misure servono per farti fare la divisa, scema!- Lo disse sorridendo, quindi non era un'offesa. Brava, mi dissi, è il primo giorno che sei qui e già ti mostri come una sciocca!

- Certo, c'è da dire che non mi aspettavo una ragazzina- continuò lui, anche se io ero troppo impegnata a darmi della stupida da sola per ascoltare,- Ci credi che avessi creduto che fossi un maschio?- e scoppiò di nuovo a ridere.

-Mh?-

- Avevo capito che sarebbe venuto un maschio, non una ragazza- ripeté lui.

- E quale sarebbe il problema???-

- No, non c'è nessun problema, mi stavo semplicemente prendendo in giro da solo perché non avevo capito propio niente. Anzi, forse è meglio così, sai? Le ragazze sono più laboriose dei maschi.- mi sorrise.- Comunque, quindi?-

-Cosa?-

- Dovresti dirmi il tuo nome, cognome, età e le taglie che porti-

- Ah sì, ehm... Mi chiamo Nicole Klent, ho 14 anni e porto una xs, sia per le magliette, sia per i pantaloni.-

-Hai quattordici anni?!- mi chiese stupito.

- Ehm, sì-

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