Occhi di cielo, bei capelli d'oro
Labbra di rosa, sorriso di stelle
Il corpo che l'antiche statue hanno.
La mente, col suo eccentrico lavoro,
lo rendeva depresso e pur ribelle.
E il fragil giovane soffriva il danno.
Chissà se da solo mai guarirà?
Un innocente in croce:
Che sacrificio atroce
Per strada i bambini che l'indicavano:
"Mamma che strano quel tizio laggiù"
Queste li strattonavano veloci.
In classe un poco tutti l'evitavano,
Sempre isolato nei banchi più giù
"È pazzo, guarda che sguardi feroci"
Forse qualcuno accettarlo potrà?
Il Quasimodo d'oggi
Nessuno che l'appoggi
Bestie infami morite
Mille affanni soffrite!
Perché, perché, mio dio?
Che il problema sia io?
Eppur gli apparve un possibile amico:
Poteva confidarsi finalmente,
Parlare dei suoi magnifici sogni.
Chiedendo gentile aiuto, pudico,
Avrebbe curato la cara mente
E ascoltato i suoi, intimi bisogni.
La remota salvezza ci sarà?
Ma è il mostro moderno
Da cacciare all'inferno
L'ipocrita amico una maschera era:
Lo umiliò di spalle e davanti a tutti.
Fu deriso e nessun diede una mano.
Era di nuovo solo, era sera
Pensò che provar non aveva frutti
Non c'era alcun posto per un non-sano.
E adesso il poverino che farà?
Il fato è segnato
Per chi è sfortunato
Bestie infami morite
Mille affanni soffrite!
Perché, perché, mio dio?
Che il problema sia io?
Molto a lungo pensò come ammazzarsi:
Doveva esser lesto, per l'infelice,
Non voleva più soffrire il suo stato.
Prese una corda, sapeva il da farsi:
Ecco la macabra e triste cornice
E infine piangendo afflitto ha saltato
Di lui chi mai se ne ricorderà?
Le sue ultime parole
Risuonano per prole:
Bestie infami morite
Mille affanni soffrite!
Perché, perché, mio dio?
Che il problema sia io?
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Rime Sparse
PoetryHo iniziato a scrivere queste semplici poesie nel tempo libero, per me stessa. Alla fine ho deciso di condividerle, sperando che ognuno riesca a ritrovare in esse una parte di sé o uno spunto di riflessione.