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Era passato tutto il mese di agosto, io ero sparita con Justin e lui era sparito con me, io avevo iniziato ad ingranare con il tirocinio, le ore che mancavano erano sempre meno e speravo di laurearmi il più presto possibile.

Le giornate erano comunque belle, settembre con i suoi tramonti meravigliosi, ed anche se l'inverno si avvicinava cercavo di essere il più positiva possibile, per una come me che voleva le giornate infinite e le notti davvero brevi.

Era domenica e mi trovavo a spulciare qui e lì sui vari social, di Justin non c'era davvero quasi nessuna notizia, zero foto di paparazzi, solo qualche foto lontana e sfocata di qualche fan Canadese, ebbene sì, era tornato dal padre, ogni tanto origliavo qualche chiamata con lo Zio e avevo capito che aveva deciso definitivamente di chiudere, di andare avanti, di voler vivere e di godersi e dare il buon esempio ai suoi dolci fratellini.

Mi ero illusa che uno come lui, uno dei ragazzi più ricchi e più famosi della terra, potesse provare un briciolo di interesse nei mie confronti. Gli ero stata utile finché riuscivo a calmarlo e distrarlo dalle tentazioni, poi la donna che aveva amato era rientrata nella sua vita e sembrava davvero posseduto e succube di quella ragazza.

Non avrei potuto fare altrimenti e quella sera, quella fottuta sera, se solo il mio cervello ricominciava a pensarci, il mio corpo iniziava a tremare e gli occhi a riempirsi di lacrime, avevo davvero avuto paura di perderlo, ma lui era stato troppo egoista per capire.

Non aveva interesse nei confronti dei genitori, perché averla per me?! Una ragazza che conosceva da così poco tempo, anzi che non conosceva proprio.


Chiusi tutto e mi rimisi a studiare, avevo tagliato per un po' la mia vita sociale, dovevo studiare per ben tre esami da dare l'ultima settimana di settembre e speravo con tutto il cuore di farcela così da arrivare presto alla mia  laurea.

Dopo tanto studio riuscii finalmente ad infilarmi a letto e guardare i nuovi episodi di una delle mie serie TV preferite, Jane The Virgin, era il genere che adoravo di più, non amavo piangere di fronte ad un film strappa lacrime, avevo già pianto abbastanza quindi non amavo farlo in generale, farmi vedere debole non era ciò che desideravo.

Con gli occhi fissi nella televisione e la bocca piena di pizza sentii il telefono squillare, così misi velocemente in pausa e cercando di masticare ed ingoiare il più velocemente possibile risposti

<Pronto?> dissi ingoiando definitivamente, oddio, dovrei fare bocconi più piccoli, ero davvero incosciente certe volte.

<Ciao Jane> sentii dire dall'altro lato del telefono e mi si bloccò il respiro, Justin?! Era lui davvero? Perché mi aveva chiamato? E perché stavo reagendo in questo modo?

Però sentirlo finalmente, essere sicura che fosse vivo e che avesse la forza di prendere il telefono e chiamarmi.

<Justin dimmi> dissi con tono freddo e sentii un respiro da parte sua <Senti> continuai prima che potesse parlare <Stai tranquillo, sono contenta che tu sia vivo ma non è più il caso che io ti segua con Zio> andai dritta al punto.

<No Jane, fammi parlare> disse <Voglio venire a casa tua, voglio allontanarmi da tutto questo e stare con una delle persone che più mi ha aiutato in questo periodo, ho bisogno di te, di rivivere quella vacanza alle Hawii, non sono ancora pronto ad affrontare mia mamma> disse e potrei giurare avesse le lacrime agli occhi. <Avevo bisogno di stare con i miei fratelli, sono riuscito a parlare un po' con mio padre, ma ti giuro ho bisogno di te> disse convinto. 

Sospirai, ero sicura che zio fosse contrario a tutto ciò, ma come se potesse leggermi nella mente lui mi rispose subito <Tuo Zio lo sa, ha detto che va bene Jane> disse bloccandosi di nuovo per lasciarmi pensare.

<Va bene> dissi <Se ti fa stare bene, se pensi che stare con me e mia mamma ti possa far sentire a tuo agio, ne parlerò con mia mamma> dissi grattandomi la testa e all'improvviso sentii aprire la porta della mia camera e chiusi il telefono, proprio perché di fronte a me si presentò la figura di Justin, non così imponente come mi ricordavo, era ancora più sciupato di prima e gli occhi rossi.

Mi guardò incerto <Tua mamma lo sa è d'accordo>  e nel dirlo fece un passo avanti verso il mio letto e quindi verso di me, misi la pizza da parte ed allargai le braccia, sapevo di cosa aveva bisogno adesso e non erano parole, ma non perché fossi una tirocinante di psicologia, ma perché avevo imparato a conoscerlo, come Justin, come il mio più caro amico.

Lo vidi vacillare, le labbra tremare e si lanciò con un tuffo netto su di me stringendomi forte, sussultai imitando un O con la bocca per l'impatto <Scusami> sussurrò singhiozzando forte <Per tutto Jane> continuò così per non so quanto, e il mio corpo era a scudo su di lui per proteggerlo da tutto, così vulnerabile, così dolce, così puro e sincero. 

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