19

167 4 0
                                    

Era il 27 febbraio, mi ritrovavo a girare per la città in cerca di qualcosa per Justin, a breve avrebbe fatto il compleanno e volevo qualcosa di speciale, insomma cosa si deve regolare ad un ragazzo che ha tutto?!

Mi girai intorno fino a che non trovai in un angolino una piccola gioielleria artigianale, entrai dando un'occhiata in giro.

In cassa c'era un uomo minuto, anziano, trasmetteva tanta tenerezza, era intento ad incidere qualcosa su un bracciale e lì mi si illuminarono gli occhi.

Un'ora e mezza dopo uscii da quel negozio con il mio pacchetto nelle mani contenta e serena, è vero, tra me e Justin c'era tensione, ma prima o poi avrebbe ceduto e si sarebbe reso conto.

Avevo abbassato la testa troppe volte, adesso era il suo momento per dimostrarmi davvero i suoi sentimenti.

Arrivai a casa e nascosi il tutto nella mia cabina armadio, scesi saltellando e mi misi a fare dei cup cake, ne avevo proprio voglia.

<Come mai così contenta?> chiese Justin raggiungendomi in cucina <Oh eri a casa, comunque niente così> feci spallucce iniziando ad impastare con la frustra.

Mi guardò con aria interrogativa <Venerdì faccio 22 anni, sto organizzando una festa per domani sera, ci sarà un paio di gente, ti lascio qui gli inviti per entrare, magari vuoi portare Dylan, così si chiama giusto?> mi chiese lasciando sul tavolo gli inviti.

Lo guardai con la coda dell'occhio <Grazie> sorrisi <Vedrò se vuole venire, tu sarai accompagnato di chi? Chantall?> dissi il suo nome marcandolo un po' troppo, lo vidi stringere i pungni, non voleva cedere <Probabile> disse facendo spallucce e si andò a sedere sul divano.

Volevo toglierlo da casa mia a calci in culo, ma feci appello alla mia pazienza ormai al limite, si sarebbe sistemato tutto, ero sicura.

Il giorno dopo Justin era tornato a casa sua per prepararsi e arrivare al luogo dell'evento prima per assicurarsi che fosse tutto apposto.

Uscii dalla doccia e passai il diffusore nei capelli così da renderli più voluminosi, per poi delineare i boccoli con la piastra.

Marcai un sacco con il trucco, uno smokey eyes che risaltava il verde negli occhi, un bel rossetto rosa scuro, mi piaceva sì.

Mi concentrai sul vestito, presi il vestito più corto e striminzito che avessi, era abbastanza estivo, ma sarebbe andato bene per quella sera.

Nero come la notte, di seta che mi fasciava le curve risaltando tutto al punto giusto, le bratelline fine e la schiena totalmente scoperta mi obbligarono a lasciare il reggiseno a casa quella sera.

Un breve spacco scopriva la coscia sinistra, e abbinai il tutto ad un paio di sandali neri con il tacco brillantinato, ero pronta, eccome se lo ero.

Avevo invitato Josè, il mio compagno di ballo, era emozionato all'idea di incontrare gente famosa e in caso avrei potuto sfruttarlo per far ingelosire Justin, anche se davvero non riuscivo a capire come non si fosse accorto dei suoi atteggiamenti un po' femminili. Era gay dichiarato, ma questo Justin non lo sapeva e io non glielo avrei detto per il momento.

Arrivammo alla festa, mamma e Pattie erano già intente a sorseggiare qualcosa di analcolico, e io andai in cerca di Justin, giusto per informarlo del mio arrivo.

Lo avvistai su un red carpet fatto apposta per lui con JB/22 nello sfondo, cazzo che festa, sembrava una premiere di un film.

Allungai il passo fino a che non fui superata da una ragazza tutta culo a quanto sembrava, si fiondò su Justin stringendolo forte e lui non si fece supplicare, mi guardò, mi aveva visto, lo faceva apposta, benissimo.

Sentivo i suoi occhi bruciare sulla mia pelle, si era accorto del vestito scollato, di come mi fossi messa in tiro abbandonando la Jane acqua e sapone.

Si staccò dall'abbraccio e mi avvicinai <Buona sera> dissi accennando un sorriso, in effetti non solo i suoi occhi erano puntati su di me, e questo rendeva il gioco più interessante.

<Piacere Yovanna> disse la ragazza accennando un sorriso, le porsi uno dei miei sorrisi falsi <Jane> tagliai corto e spostai Justin mettendo una mano sulla sua spalla, lasciai che il mio profumo si confondesse con il suo e passai avanti, sculettando il sedere giusto un po', potevo sentire i suoi nervi esplodere.

Oh beh Bieber, la festa è appena iniziata, ero in netto vantaggio e questo mi rendeva più forte, non avrei smesso fino a che LUI non avrebbe detto basta.


Che la festa abbia inizio. 

PSYCHEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora