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Mi sollevai dopo non so quanto, rimase appoggiato con la testa sulle mie gambe, l'unico movimento che quella sera fece fu togliersi le scarpe per mettersi più comodo, e con la mia mano che accarezzava i suoi capelli così morbidi e profumati e la tv che andava in sottofondo si addormentò e poco dopo, con il cuore un po' più tranquillo mi addormentai anche io.

La mattina aprii gli occhi e me lo ritrovai nella stessa posizione, solo un po' più rannicchiato, così mi alzai appoggiandogli delicatamente la testa al cuscino e uscii dalla stanza andando nel bagno in camera di mia madre, già uscita di casa da un pezzo, per lavarmi e dare un senso alla chioma che avevo in testa.

Una volta finito scesi giù e mi misi a fare i pancake, volevo si sentisse a casa e protetto il più possibile, se aveva preso questa decisione, di abbandonare le comodità di vivere solo, di poter portare chi vuole a casa, di poter ordinare cibo spazzatura senza nessuno che gli dicesse niente, voleva dire ricominciare da capo, andare avanti chiudere un capitolo.

La domanda che mi frullava in testa era "Ma Selena in tutto questo dov'era?" Era gelosa di me? O gli permetteva di stare qui tranquillamente?

Immersa tra i miei pensieri e con ancora qualche pancake da cuocere sentii qualcuno stamparmi un bacio sulla guancia all'improvviso <Buongiorno> farfugliò ancora tutto insonocchiato, con la faccia un po' gonfia e con i segni del cuscino.

<Buongiorno a te> dissi <Se hai fame siediti e prendi quanti pancake vuoi, altrimenti li mangerò tutti io> feci spallucce spegnendo il fuoco e mettendo nel piatto l'ultimo pancake.

Scoppiò a ridere <Ma davvero mangi così tanto?> mi chiese addentando un pezzo di pancake con un po' di sciroppo e burro

Scossi la testa divertita <Sono solo una buon gustaia> e lo seguii a ruota, forse era stata la colazione più bella mai fatta nell'ultimo periodo.

Nelle ore successive aiutai Justin a sistemarsi nella camera degli ospiti, non dissi niente che poteva rovinare il suo buon umore di sta mattina, ma avremmo dovuto affrontare presto alcuni argomenti, io avevo bisogno di risposte.

Con Zio non mi ero ancora sentita, lui credeva davvero che questa fosse la cosa giusta da fare?!

<Hai davvero una bella casa> disse Justin sedendosi al mio fianco, eravamo in camera mia, io intenta a studiare, o almeno provavo a farlo, e lui disturbatore seriale, troppo iperattivo per stare chiuso in quattro mura.

Sospirai <Mia mamma come sai arreda case, è il suo lavoro, cambia qualcosa almeno una volta l'anno> lo guardai e poi riportai gli occhi sulle poche righe che mi rimanevano.

Per un attimo, abbastanza lungo, ci fu un silenzio quasi macabro, mi sentivo osservata e una volta arrivata al punto conclusivo mi girai verso Justin e me lo ritrovai con i gomiti appoggiati alla scrivani e il viso appoggiato sulle sue mani, come un piccolo bimbo che ti scruta interessato, e mi fissava come se mi stesse vedendo per la prima volta, come se non avesse mai visto  qualcuno studiare, interessato ad ogni mio movimento.

<Ti annoi eh?> dissi cacciando gli occhiali da vista e stropicciai gli occhi, scosse la testa facendo no freneticamente <Sei proprio bella quando studi> mi guardò sincero negli occhi e mi accarezzò la guancia dolcemente.

In quel momento forse il mio cuore perse un battito e non capii se per le forte sensazioni che Justin mi provocava, se per la paura e la consapevolezza che ogni avvicinamento a lui era tremendamente sbagliato o semplicemente perché era l'effetto che lui aveva su ogni ragazza e io ero solo un'altra povera vittima del suo immenso fascino.

Accennai un sorriso e presi coraggio nel parlare <Andiamo a comprare qualche puzzle, qualche gioco di società e ti prometto che ogni sera sarà il nostro momento libero> e lì si illuminarono i suoi occhi, si alzò subito mettendosi le scarpe

<Potrebbe venire anche Zio e i miei cugini> dissi e speravo di aver modo di parlare un po' con lui in tranquillità lontano da tutti.

Justin urlò un SI enorme dalla sua stanza, e ogni ora mi rendevo conto sempre di più di come lui avesse bisogno di una spalla destra, di una persona amica, di una persona vera e leale che sapesse guidarlo nella giusta direzione, ogni tanto Justin si smarriva e non trovava la luce, e io ero pronta ad accendere il fuoco più potente del mondo pur di fargliela trovare, pur di farlo stare bene.

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