Convivere con la coscienza sporca

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Erano passate 2 ore dall'omicidio, Cleide, cercando di far finta di nulla si recò presso un bar. Prese una coca e provando ad imitare delle ragazze americane la scuote violentemente, dopo la apre. Lei sperava che la bevanda sarebbe uscita con regolarità, invece parte un geyser che le apre le narici facendola sembrare un ippopotamo ritardato. Dopo che realizzò la scemenza fatta mi guardò e mi gettò un occhiataccia. Io ero stranamente sollevata e iniziai a cantare in modo stonato "I will survive".
Un passante mi disse che ero pazza, io risposi:"Salutame a soreta, ciao". Si sentiva il trash nell'aria. E nel mentre una balenottera azzurra vestita da principessa si avvicinò a noi, mi lanciò uno sguardo accattivante e mi disse:"we bella signora" in modo molto sensuale, dopodiché si strusciò con il suo sedere che sembrava una portaerei contro di me. Quelle chiappe erano enormi pensai, e me ne andai senza troppi problemi. Andammo ad un centro estetico in centro, Cleide si tuffa in una piscina per anziani, e inizia a schizzare tutti quanti mentre iniziava a ridere come una squinternata. Io flirtavo con la vecchia Mariarosa, che mi tirò una borsetta in faccia, gridandomi contro:"AOOO CHE STAI FACENDO?!" e io:"TI STO AMANDO" nel mentre che scappavo via dalla borsetta assassina. Finalmente scoccarono le sei del pomeriggio, la nostra famiglia temporanea ci prese a tornammo a casa, mentre tornavo notai una vetrina con un tipo che ballava l'ultima canzone di Dua Lipa. Mentre tornano a casa ritorniamo un attimo dalle nostre 3 figure incappucciate. Stanno discutendo riguardo qualcosa di molto strano. Prende la parola la prima figura incapucciata che dice:" Allora è deciso, andiamo!" Le altre due figure gridarono  :"Si!". Cleide era alquanto turbata per tutta la durata del ritorno, non sapeva cosa fare, o chi fossero quelle figure incappucciate, sentiva che avrebbero chiamato la polizia in qualche modo, e che le avrebbero buttate in carcere. Neanche io potevo sollevarla dato che ero giù quanto lei.
Io le dissi:"Cleide, io Gesualda, ti prometto che non accadrà nulla di male né a te né a me", sentendo dire ciò, Marianna dal sedile disse in modo molto preoccupato:" Che succede ragazze? Qualcosa non va? Vi serve una mano?". Io risposi con un tono formale e solenne:"Oh no signora, ma la ringrazio per la sua preoccupazione, ne terrò conto quando ne avrò necessità". Scoppiarono tutti a ridere. Sembrava una commedia nella tragedia, interessante pensai tra me e me. Arrivate a casa ci dirigemmo verso la nostra stanza da letto, chiamai mamma, in quel momento mi sembrava molto più vicina del previsto, anche perché Cleide stava indossando un suo vestito da sera che le faceva avere come minimo 3 taglie in più di reggiseno, era a dir poco divertente vedere la scollatura del vestito ripiegarsi su se stessa facendo sembrare Cleide una nana. Finita la conversazione con mia madre scesi per la cena, Gina preparò una pasta alla carbonara, cotoletta e mise in tavola anche una bottiglia di coca, Cleide rise come una cretina...ed io con lei. Finita la cena salì sopra con lei, entrambe turbate ma allo stesso tempo intimorite da noi stesse, avevo ucciso una persona eppure tutto sembrava normale, sia per me sia per Cleide, apparte qualche momento di sconforto nulla di particolare. Sentiamo suora alla porta;Marianna va ad aprire, erano i carabinieri, la situazione si era fatta seria, in preda al panico e all'ansia tiro dei pacchetti di fazzoletti su Cleide sperando che si svegli, non avevo proprio voglia di alzarmi dal letto. Nulla da fare, la bionda non si sveglia, gli ispettori dicono di voler salire in quanto hanno una pista di due possibili indiziate. L'ansia era a mille, non reggevo più la tensione. Eccoli, bussare alla porta ed entrare, accesero le luci e prima che potessero proferire parola in preda al panico dissi:"no Maria, io esco" e mi chiudo in bagno. Realizzai la cazzata appena commessa. Cleide fu svegliata dai due agenti, le chiedono se avesse visto una certa Jennifer Aristogatti, proprio quella Jennifer che venne con noi. A quanto pare i due spioni avevano avvisato le forze dell'ordine, non volevo finire in carcere, non ora. Cleide disse di averla vista solo a scuola, ci cascarono entrambi. Tirai un sospiro di sollievo. I due se ne andarono e potei andare a dormire in santa pace, ero molto stanca, non riuscivo a rimanere più in piedi, sembrava tutto così strano, non ho mai avuto prima d'ora istinti omicidi, pensai, devo cercare di non farmi prendere più da qualunque cosa mi accada. La mattina seguente andammo a scuola, come nella norma, ero felice di conoscere altri professori, non stavo più nella pella alla sola idea. Mario, Antonio, Alessandra ed Annamaria co salutarono sempre molto calorosamente. Era iniziata un'altra giornata, che questa possa essere migliore speravamo entrambe noi. Ma infondo sapevamo che dopo la mia figuraccia di ieri con gli agenti nulla sarebbe potuto andare storto.

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