Il primo giorno di scuola

19 6 0
                                    

Dopo aver trascorso quella terribile nottata, Cleide,in preda a qualche strana euforia degna di una baccante, mi sveglio saltando sul letto nel quale dormivo. Mi svegliai immediatamente e mi ritrovai questa scellerata sopra di me, ero alquanto stizzita, così mi buttai giù dal letto, con i capelli ancora tutti arruffati mi lavai i denti e mi cambiai, pettinati i capelli ero pronta per iniziare il primo giorno nella nuova scuola. La stanchezza rapidamente fu sostituita dall'emozione. Cleide mi portò lo zaino pieno di quaderni, una agenda e un borsello pieno di penne e cose varie. Così il duo delle meraviglie era pronto per partire. Scendemmo le scale di quella abitazione, la ringhiera in metallo e le scale rivestite di marmo bianco rendevano ogni gradino sempre più luminoso, forse in parte era dovuto alla mia emozione e ai calzini sbrilluccicanti di cleide, erano così belli e buffi allo stesso tempo. Giungendo subito io e Cleide la colazione non era ancora pronta. Gina e Marianna si affrettarono a prepararla, cucinarono dei pancakes e impararono questi ultimi con mirtilli e sciroppo d'acero, era tutto molto buono; una volta finita la colazione chiamai mamma. Mamma era molto agitata e triste perché non era con me, anche io ero triste, le lacrime scendevano da sole, non riuscivo a fermare quel fiume che scendeva dai miei occhi. Mi disse che mi amava, io le dissi di amarla allo stesso modo; nel mentre sia io sia lei piangevamo a dirotto. Per la prima volta sentii la sua mancanza, provai un senso di sconforto...è incredibile di come si percepisca l'importanza di una persona solo dopo che non è più con noi. Così attaccata la telefonata ero pronta per partire, fortunatamente l'entusiasmo attenuava il dolore, almeno per un po'. Durante il tragitto vidi molti negozi di abbigliamento e negozi di genere alimentare, vedi anche un sexy shop, e cleide inizio a guardarmi in modo molto malizioso, e allo stesso tempo buffo, sembrava un'ebete, e scoppiai a ridere con lei.
Così, tra una risata e l'altra come se non fossimo colte dall'ansia ci ritrovammo davanti scuola. Le due signore ci salutarono in modo molto energetico, sembravano più emozionate di noi. Così scendemmo dall'auto, io sembravo una donna da red carpet, cleide una modella di playboy, insomma due gnocche. Appena scesi dissi a cleide:"pss, vedi quello lì, è proprio bono", lei alquanto schifata di getto mi baciò. Rimasi di stucco, ma.allo stesso tempo provai piacere, dimenticai quel belloccio, e pensai solo a lei, incredibile come si sia evoluta la cosa nel giro di pochissimo tempo, ma è stato bellissimo. Dopo avermi baciato in modo così passionale Cleide si allontanò un po' mordendosi le labbra e lasciandomi una occhiattina maliziosa. Iniziò la prima ora, era il momento di presentarsi, si presentarono prima di me cinque o sei persone, tutte molto anonime, poi toccò a me, dopo di me 3 persone poi Cleide, dopo di lei c'era uno strano ragazzo, molto educato nei modi e ben vestito, si chiamava Mario, molto carino, dopo di lui si presentò la sua migliore amica, una certa Alessandra. Erano due ragazzi molto simpatici seduti all'opposto rispetto a noi. La professoressa  Acia si presentò a sua volta, era abbastanza vecchia, sbagliava sempre a truccarsi, aveva sempre un dente rosso a causa del rossetto. Io e Cleide amavamo prenderla in giro. Alla seconda ora arriva un uomo imponente, dalla voce molto profonda e minacciosa, più che un professore sembrava un ex generale dell'esercito, poi era arrivata la volta del professore di educazione fisica...era molto grasso, forse obeso, era alquanto inutile alla società, era anche divorziato e la famiglia lo odiava, insomma una persona perfetta per l'insegnamento, mentre pensavo ciò Antonio, quello che mi stava dietro col banco, mi sussurrò:"fortunatamente abbiamo solo due ore a settimana con lui". Tirai un sospiro di sollievo. Finalmente era giunta l'ora della ricreazione, non vedevo l'ora di conoscere tutti quanti, così feci un po' di conoscenza mentre mangiavo il panino, nel mentre Mario ed Alessandra uscirono fuori dalla classe e con loro anche metà della stessa classe, rimasero in pochi all'interno dell'aula, quindi socializzai con loro. L'ultima ora era dedicata all'arte, è stata un'ora molto piacevole, la professoressa, un po' esaurita, si presentò molto cordialmente per poi salire sulla cattedra e lanciare cancellini e gessetti a tutti, molto normale direi.

Gesualda Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora