Rimase lì altre due settimane, poi tornò a Hogwarts come preside. Andò nei suoi alloggi a prendere le sue cose per spostarle nel suo nuovo ufficio. Quando si sistemò nell'ufficio, notò subito che il quarto di Silente appeso alla parete era fermo. Sembrava morto anche nel quadro. Sistemò le sue carte sulla scrivania e ne scivolò fuori una lettera con il suo nome. La raccolse e la studiò attentamente. Ora poteva aprirla. Silente era morto. Era tutto compiuto. Poteva aprire la lettera e scoprire cosa diceva.
- Quella è la lettera che ti diedi l'anno scorso, vero Severus? - , chiese una voce anziana alle sue spalle. Non capiva da dove potesse venire e si guardò intorno smarrito. Poi pensò di essersela immaginata.
- Sto sognando. Non può essere lui. È morto. Non può essere lui. - , si disse e si sedette alla scrivania a ritirarsi la lettera tra le mani.
- Aprila, Severus. Cosa aspetti? - , chiese di nuovo quella voce. Questa volta scatto in piedi spaventato. Non poteva essersela sognata, era troppo chiara.
- Sai, Severus. A volte mi stupisce che tu sia un così bravo mago ma non ti rendi conto delle cose più ovvie. - , aggiunse. Severus sollevò lo sguardo e notò il quadro di Silente era in movimento. Albus non sembrava più morto. Era lì che gli parlava, come se fosse ancora nell'ufficio. Lo guardò perplesso.
- Sai perfettamente che i quadri parlano. Di cosa ti stupisci? - , sorrise il ritratto.
- Sì, ma non credevo che voi nei quadri ragionare come delle persone normali.
- Ma certo che ragioniamo, Severus. E ora cosa aspetti ad aprire quella lettera?
- Chi te l'ha data?
- Non ti viene in mente nessuno? Eppure la calligrafia l'hai riconosciuta.
- Sì, ma non ricordo dove... - , si interruppe perché gli tornò alla mente un testo letto molti anni prima mente era seduto nel cortile della scuola con lei, - Perché non me l'hai data prima? Perché? - , chiese in tono irritato.
- Perché mi chiese di dartela solo in un momento un cui saresti stato troppo giù. Dovevo fartela prima, ma lei mi disse che, in caso fosse successo qualcosa dovevo aspettare. E così ho fatto.
- È tu non dovevi ascoltarla. Dovevi darmela prima! - , esclamò e si risedette. Aprì la lettera e ne tirò fuori un foglio scritto e una foto. Quando vide la foto il cuore gli mancò un battito. Ritraeva James e Lily al parco giochi con il piccolo Harry che giocava. Lesse subito il foglio e una nuova ondata di lacrime lo investì in pieno.Caro Sev,
ti avrei dovuto scrivere di più, lo so. Perdonami. Ma ora ti scrivo per raccontarti di come vanno le cose. Il ha!bino nella foto è Harry ed è nostro figlio. Ci tenevo a presentartelo di persona ma non mi è stato possibile rintracciati. Ma che fine hai fatto? Sei sparito. Cosa darei per poterti rivedere, Sev. Mi manchi. Eravamo così amici all'epoca. Cos'è che ci ha separati? Una parola detta per sbaglio. Mi dispiace, Sev, di averti lasciato cosi quel giorno. Scusami. Spero solo che tu stia bene. Oggi abbiamo portato il piccolo Harry al parcogiochi e ha detto la sua prima parola. Ha detto mamma. Sapessi com'è bello. Sai, è identico a James, ma ha preso i miei occhi. Stavo pensando, tu sei insegnante a Hogwarts, giusto? Magari un giorno potrai insegnare a Harry. Un giorno sarai il suo insegnante. Te lo immagini? Potremo rivederci allora, no? Tu ti farai più vivo, vero? Silente mi ha detto che tu sei molto triste ultimamente. Cos'hai? Che ti succede? Sev, dimmi che non hai ricominciato con le notti insonni. Ti prego. Devi dormire e mangiare normalmente. Non puoi continuare a denutrirti così. Altrimenti non reggersi tanto a lungo. Ah, ieri ho parlato con James. Sai, ti vuole chiedere scusa per tutti i dispetti che ti ha fatto. Davvero, sembrava convinto. Non vedo l'ora di rivederti. Vedrai che sarà tutto normale. Sev, fatti sentire. Scrivi una lettera, anche con sole poche righe, sono una parola. Ma, ti prego, fatti sentire. Siamo rimasti separati e in silenzio per tropo tempo. Mi manchi davvero. Eravamo così uniti. Ci volevamo bene. Per me eri importante, Sev. Davvero, ci tengo a te. Voglio rivederti il più presto possibile, quindi vedi di farti sentire. Questa lettera la darò a Silente così che possa arrivarci più facilmente. Spero solo di essere riuscita a tirarti su di morale. Ah, a proposito di Silente, cosa gli è preso? Sembra impazzito. Davvero non lo riconosco più. Non è più quell'Albus Silente, preside di Hogwarts. Possa mai essere stato amico di Gallet Grindelwald. Personalmente penso stia perdendo il senno!
Con tantissimo affetto,Lily
Il foglio fu presto imbevuto di lacrime. Severus si lasciò andare con la schiena contro lo schienale della sedia e pianse apertamente, senza vergognarsi, di fronte agli occhi lucidi del ritratto di Silente.
- Me l'ha data poco prima di morire. Voldemort andrò a casa Potter due sere dopo. - , gli disse, cercando di trattenere le lacrime.
Severus Non riusciva a smettere di piangere. Lily lo aveva pensato. Non si era dimenticata di lui. Non poteva crederci. E pensare che l'aveva trattata così male quell'anno. E pensare che l'aveva offesa gravemente, ma nonostante tutto, lei non si era dimenticata di lui. Gli voleva ancora bene. Prese la foto che ritraeva la piccola famigliola. La strappò e tenne solo la parte con Lily. Lily, in quella foto, sorrideva.
- È bella. Mi piace questa foto. - , sussurrò, - Sembra quasi ancora viva. Mi piace. - , ripeté, con la voce strozzata dalle lacrime e da un nodo venutogli allo stomaco.
Albus lo osservava dal suo ritratto e stava piacendo anche lui. Severus sorrise tra le lacrime alla foto e accarezzò la sua Lily con la punta delle dita.
- È così bella. - , ripeté. Poi infilò la lettera sotto la veste insieme alla foto, per poterla tenere sempre con se.
- Severus, devi fare una cosa, adesso. Devi suggerire all'Ordine di usare dei sosia per il trasporto di Harry. E comunica a Voldemort la data precisa del Trasporto. Confondi Mundungus e dalla passare per una sua idea. - , gli disse, - Ti senti in grado di continuare a proteggere Harry?
- Ma certo che si! Come puoi solo chiederlo? Lo proteggerò sempre. Anche a costo della mia vita, così come ho fatto fin'ora. Lo faccio per lei, Albus.
- Lo so, Severus. È per questo che te l'ho chiesto. Allora va da Mundungus e comunicami la cosa.
Severus si asciugò le lacrime e si sistemò.
- Sai che ho la riunione oggi?
- Certo. Va e fa come stabilito.
Severus uscì e cercò Mundungus Flatcher. Gli comunicò tutto e andò a villa Malfoy, dove fu convocato dal Signore Oscuro, insieme a tutti i Mangiamorte.
Arrivò che la riunione era già iniziata. Si sedette al tavolo e bene accolto dalla voce sibilante di Voldemort.
- Severus, credevo ti fossi perso. Quali notizie ci porti?
- Il ragazzo verrà trasportato lunedì sera durante la notte.
- Bene, Severus. Sei stato molto utile. - , disse Voldemort. Si sentì un mugolio venire da infondo alla stanza e il Signore Oscuro sbraitò contro Codaliscia che era infondo alla stanza accanto ad un corpo sospeso a mezz'aria.
- Codaliscia! Non ti avevo detto di tenere il nostro ospite in silenzio?
Codaliscia si inchinò e si avvicinò al corpo, ma Voldemort agitò la bacchetta e il corpo volò fino a sopra il tavolo. Severus la riconobbe immediatamente: era la professoressa di Babbanologia di Hogwarts. Quando la vide sentì un morso allo stomaco. Ma cercò di nascondere la sua preoccupazione. Voldemort fece un monologo spiegando quali erano gli argomenti di cui trattava la professoressa a Hogwarts e argomentandoli con delle sue espressioni negative e di disgusto verso i Babbani. Severus non seguì bene tutto il discorso, ma quando sentì pronunciare la frase "Ritiene che noi ci accoppiassimo per fino con i babbani" con disgusto e seguire questa con delle risate, si sentì come colpito da un pugno al cuore. Pensò a Lily e sembrava come se il Signore Oscuro stesse dicendo quella cosa direttamente a lui. Cercò di controllarsi e ascoltò la fine del monologo.
- Questa è quindi la professoressa di Babbanologia di Hogwarts. - , concluse. Alzò la bacchetta e la puntò contro la donna, che tremò e guardò proprio il suo collega.
- Severus.... ti prego... siamo amici... - , sussurrò in un fil di voce. Severus rabbrividì. Di nuovo quella frase. Di nuovo quella frase di supplica. Era la terza persona che gliela diceva. Sperava di non doverla sentire più. Non voleva sentirla più.
- Avada Kedavra! - , esclamò e il lampo di luce verde accecante colpì la donna, che cadde sul tavolo, immobile. Severus ebbe un tuffo al cuore. Di nuovo aveva sentito quella frase pronunciata da una persona in punto di morte. Di nuovo si era visto supplicare da una persona per la quale non poteva fare niente.
- Nagini, la cena. - , sibilò il Signore Oscuro al suo serpente che spalancò la bocca e divorò il corpo senza vita. Severus lasciò la villa con disgusto e terrore negli occhi. Si smaterializzò e tornò a Hogwarts. Nel suo ufficio, Silente era ancora nel suo ritratto. Severus si sedette alla scrivania, posò i gomito sui braccioli della sedia e si nascose il viso tra le mani. Come si era ridotto quel mondo. Sembrava marcire insieme a lui. Si sentiva a pezzi, distrutto, completamente divorato dai rimorsi. E quella frase... "Severus, ti prego"
- Quella frase! Non voglio più sentirla! Mai più! - , gridò, mentre il ritratto di Silente lo osservava con uno sguardo triste.
- Severus, so cosa provi, ma...
- Vattene! Lasciami solo! - , esclamò e Albus attraversò il suo ritratto per raggiungerne un altro al di fuori dell'ufficio.
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Due lettere, una verità e l'addio [SNILY]
FanfictionDopo la morte di Lily, un incubo tormenta Severus tutte le notti, sempre lo stesso. Riguarda la morte della giovane donna. Infatti, da allora Severus è tormentato. Si sente abbattuto: i suoi occhi neri sono spenti e vuoti, il suo carattere è duro, s...