Capitolo XIV

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Lo smistamento finì e tutti gli studenti del primo anno erano seduti al tavolo. Il preside, Albus Silente, fece un breve discorso, poi iniziò il banchetto di ben venuto. Severus non faceva altro che guardare verso il tavolo dei Grifondoro, e quindi Lily. Lo rattrista a molto non essere nella stessa casa perché significava che non potevano passare l'intera serata nella sala comune a parlare e a ridere come facevano quando ancora non ricevevano la lettera. Però sapeva che non si sarebbero mai separati. Dopotutto lo aveva promesso: sarebbero stati insieme per sempre.
Finito anche il banchetto, tutti i prefetti delle case chiamarono con loro quelli del primo anno per condurli ai dormitori, e Lily e Severus, cercarono almeno di darsi la buonanotte, ma non fecero in tempo perché i dormitori erano in due lati diversi del castello. Quello dei Serpeverde era nei sotterranei, con l'ingresso dietro una spessa parete di mattoni. Severus si buttò sul suo letto che erano già mezzanotte. Ma non aveva per niente sonno. Non aveva voglia di andare a dormire. Si spinse sulle braccia fino a girarsi e mettersi supino, fissando il soffitto del letto a baldacchino. Dopo una buona mezz'ora, si era cambiato e messo il pigiama, poi aveva preso il solito libro di Pozioni e si mise a leggere alcune pagine che aveva lasciato un sospeso sul treno. Era quasi un mese che lo leggeva e lo aveva letto quasi tutto ormai. Non sapeva perché ma trovava quella materia interessante. Non vedeva l'ora di iniziare a studiarla. E naturalmente l'avrebbe fatto con Lily. Scrutò la stanza e notò che i suoi compagni, Lucius Malfoy, Mulciber, Avery e, si erano addormentati. Chiuse le tende del suo letto, mise il libro sul comodino accanto a sé e chiuse gli occhi, cercando di prendere sonno. Finalente, dopo alcuni minuti, esso lo vinse e crollò del tutto nel sonno più profondo.
La mattina dopo si svegliò dalla luce di alcune torce appese alle pareti. Si cambiò velocemente, infilandosi la divisa, mise la bacchetta nella tasca ed uscì, senza neanche dare il buongiorno ai suoi compagni. Corse su per le scale dei corridoi e raggiunse la Sala Grande. Come sperava, Lily era già lì, seduta al tavolo da sola. Ma ad una buona distanza c'erano Potter e Black che non facevano altro che squadrate tutti e due. Severus lì ignorò e si avvicinò alla bambina.
- Buongiorno, Lily.
- Buongiorno Sev! - , gli sorrise.
Severus si sedette accanto a lei e mangiarono in tranquillità, finché James Potter non decise di avvicinarsi e sedersi difronte a loro, con Sirius Black che lo seguiva.
- Buongiorno, Evans. - , la salutò con una specie di ghigno che a Severus non piacque per niente.
- Allora? Adesso frequenti ancora lui? Nonostante sia Serpeverde?
- Potter, va via. - , gli disse con occhi taglienti, ma cercò di ignorarlo.
- No, questo è un tavolo per la colazione e io devo ancora mangiare. Giusto Sirius?
- Giusto. Non è un posto riservato possiamo sederci dove ci pare. - , disse Black con un sorriso beffardo.
Lily non rispose e continuò a mangiare, mentre Severus sembrava voler dire qualcosa, ma evitò, per non avere guai già dal primo giorno di scuola, e sperando che i due rimanessero in silenzio senza fare altre battute idiote. Purtroppo, le speranze di Severus vacillarono perché, poco dopo, Potter di fronte a lui fece schizzare via dalla forchetta un pezzo dell'uovo che stava mangiando. Questo andò a finire dritto sulla testa del ragazzino, chino sul suo piatto. Alzò la testa di scatto, dopo aver tolto il pezzo d'uovo e lo guardò furioso.
- Che c'è? Non l'ho fatto apposta. Non credere che tutto giri intorno a te, Piton. - , gli disse James con il tono di uno che si atteggia da superiore.
Severus non rispose e tornò chino sul piatto. Ma poco dopo gli arrivò un altro pezzo, questa volta da Sirius. Si pulì, sollevò di nuovo lo sguardo e li guardò entrambi ancora più arrabbiato, ma cercò di nasconderlo. Questa volta non era stata per sbaglio. Non poteva succedere due volte di fila ad entrambi.
- Ti ripeto, non gira tutto intorno a te, Piton. - , ripeté Potter.
A questo punto fu Lily ad arrabbiarsi: posò la forchetta sul bordo del piatto e sollevò lo sguardo pieno di rabbia e disprezzo verso i due.
- Molto maturi. Complimenti. Davvero complimenti! - , esclamò arrabbiata.
- Evans, cosa vuoi? - , le rispose brusco Jaems, - Siete fidanzati per caso? Stai con lui? Mi pare abbia la lingua per difendersi da solo! Vedi di non metterti sempre in mezzo.
- Gran pezzo di idiota! Ecco cose sei! Dovrei fari mi da parte così voi potrete torturare Severus senza motivo fino alla fine? È questo che vuoi?
- Sì, o sei sorda per caso? - , ghignò Balck.
- Non ci pensate nemmeno! Siete due idioti arroganti! - , sbottò, alzandosi in piedi, - Sev alzati. Andiamo o faremo tardi a lezione. Andiamo. - , lo tira per un braccio. Severus non se lo fece ripetere due volte e si alzò, seguendola fuori dalla Sala Grande. La McGonagall stava entrando proprio in quel momento per distribuire gli orari ai ragazzi e li trovò appartarti in un angolino davanti la porta. Entrambi con uno sguardo cupo.
- Perché non siete a fare colazione con i vostri compagni? - , chiese un po' preoccupata, un po' irritata di vedere loro due fuori dalla Sala a differenza di tutti gli altri.
- Buongiorno professoressa. - , la salutò Lily, - Ci scusi, ma due nostri compagni... Non c'era aria buona. Ci scusi se non siamo dentro. Ora rientriamo...
- Due vostri compagni? C'è qualcuno che vi da fastidio?
- No. - , rispose velocemente la bambina.
- Ne sei sicura? - , le chiese.
- Sì, sicura... - , ripeté la bambina. Non aveva voglia di aver guai già dal primo giorno.
- E tu, signor Piton? Nessun problema?
- No, professoressa. - , mentì anche lui, vedendo l'occhiata dell'amica e capendo bene che neanche lui voleva problemi.
- Bene, allora rientrate. Così do gli orari a tutti quanti, poi potete andare a lezione. - , disse la McGonagall.
- Va bene. - , rispose Lily, rientrando con Sev al seguito e sedendosi, però, lontana dai due, che ora erano stati raggiunti dagli altri due, Pettegrew e Lupin. Poco dopo la professoressa passò con gli orari e Lily e Severus videro subito che avevano lezione insieme, quella mattina: due ore di Pozioni. Così si precipitarono nell'aula con i loro libri sottobraccio ad aspettare che l'arrivo del professore. Poco dopo furono raggiunti dai loro compagni. Naturalmente, c'erano anche Black e Potter che, quando li videro vicini, ghignarono e sedettero ai due posti dietro di loro.
- Buongiorno ragazzi. - , entrò un uomo panciuto e con i capelli disordinati, - Io sono il professor Lumacorno e sarò il vostro insegnante di Pozioni.
Tutta la classe lo salutò, poi iniziò a spiegare. Per tutta la lezione, James e Sirius, non fecero che stuzzicarli con scherzi infantili e stupidi, ma i due ragazzini li ignorarono per non avere problemi e cercarono di seguire la lezione e concentrarsi sulla pozione che gli fece preparare.

Due lettere, una verità e l'addio [SNILY]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora