Se ti fermi mi uccidi.

2.7K 103 17
                                    

Quest'estate, questi giorni che passano così velocemente da sembrare un sogno. Questa casa, il giardino, il mare, la piscina, l'erba dove ti stendi per prendere il sole. La tua stanza, il tuo letto che in realtà è il mio, le lenzuola stropicciate, che sanno di te, che sono te. Che io annusavo inebriato e tremante, con il cuore che scoppiava, quando sapevo che tu non saresti entrato nella stanza. Le tue cose, sparse confusamente per tutta la camera. La tua voce, i tuoi occhi, i capelli, il viso. Ogni tua espressione. Ogni parola che mi hai rivolto. E le tue camice, il costume rosso, la catenella con la stella di David, la pesca... Il tuo dopo!
Tutto questo è impresso nella mia mente, tatuato sulla pelle, attaccato ferocemente alla mia anima. E fa male. Ferisce, dilania, strappa. Ma morde, accarezza, stringe e bacia anche. Un po' come fai tu quando scappiamo in camera dopo pranzo e mentre fuori tutto arde consumato sotto al sole estivo, noi ci consumiamo sul tuo letto. Che poi in realtà è il mio.
Tutto quello che abbiamo vissuto, tutto ciò che abbiamo pensato, che io ho sognato. Le parole non dette e le cose non fatte. Le lacrime che ancora non ho versato ma che sono in procinto di uscire.
Tutto questo mi travolge e pervade i miei pensieri, mentre tu dormi profondamente avvinghiato a me. Siamo nudi, sul tuo letto (che in realtà è il mio), tu sei bello come sempre in modo fin troppo eclatante. E mi abbracci forte. Ma io ti sento più distante che mai, già oltre oceano, già a vivere un'altra vita dove io non esisto. Come un ferro incadescente questi pensieri mi trafiggono il cuore. Ho un nodo alla gola e tremo. Riesco a malapena a respirare ma tremo. È sempre stato così con te. Tutto quello che provo per te, che è qui dentro al mio cuore, dentro alla mia anima, ai miei pensieri, alla stella di David appesa al mio collo si riversa fuori con delle così umane e deboli reazioni fisiche. Io sono umano e debole, tu assomigli alle statue greche che abbiamo visto quel giorno al mare. Bello e fiero, che fai avanti e indietro per la casa con la camicia che svolazza, non ti scalfisce niente.
E ti amo, ti amo, ti amo così tanto.
Non ti ho mai detto tutto quello che penso, perchè ti vorrei sempre dire tante cose che però preferisco tacerti, perchè la mia mente talvolta è così piena di te che penso di impazzire. Ma io faccio sempre così, mi esprimo "più o meno", ma tu le sai quelle tante cose non dette, le percepisci quando tocchi la mia pelle e baci le mie labbra. In ogni mio sguardo che vuole penetrare fino alle viscere.

-Sei sempre così saggio?
-Altro che saggio. Te l'ho detto, io non so niente. Conosco i libri e so come mettere insieme le parole, ma questo non vuol dire che sappia parlare delle cose che più contano per me.
-Ma è quello che stai facendo adesso... be' più o meno.
-Sì, più o meno... È così che dico sempre le cose: più o meno.

Ti sto guardando fisso da un tempo indefinito e così distolgo lo sguardo. Tu ti muovi e mi stringi più forte, il tuo respiro sulla mia pelle. Apri appena gli occhi.
"Oliver..."
Quel nome. Il tuo nome che è diventato il mio. Come il mio è diventato il tuo. Ebbene quel nome spazza via tutto dalla mia mente e mi rende finalmente libero dalle angosce. Ti prendo il viso tra le mani, mentre chiudo forte gli occhi.
"Elio, Elio, Elio..."
Sospiri forte e mi circondi in un abbraccio, iniziando a baciarmi sempre più intensamente.
I brutti pensieri, la tristezza, la consapevolezza che tutto questo è effimero, Oliver, che finirà presto, li lascio in un angolo della mia mente.
Ce li teniamo per dopo.

Allora si ricordò, e all'istante pronunciò il suo nome gemendo, tre volte, come avevamo fatto quella notte. Poi, per stuzzicarlo con le stesse parole che aveva detto qualche ora prima, aggiunsi:《Ce lo teniamo per dopo》. Poi gli confessai che quella parola, Dopo!, mi avrebbe sempre fatto pensare a lui.

Se Ti Fermi Mi Uccidi (Elio E Oliver)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora