Caffè

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Tutti sapevano che la mattina alla Valle spaziale cominciava alle nove in punto, quando Dario arrivava ed era il primo a dare vita allo studio.

Cesare non era abituato a vedere quell'ambiente vuoto e spento, non essendo mai arrivato per primo, ma quella mattina aveva deciso di bere un caffè di troppo e l'adrenalina in corpo era troppa per permettergli di rimanere ancora a casa a non fare nulla.

Il poco traffico mattutino gli permise di arrivare prima del previsto, anticipando Dario di una buona mezz'ora.

O almeno, era quello che pensava.

L'auto di Dario si trovava già vicino all'ingresso, però lo studio sembrava essere ancora deserto.

"Sarà rimasto qui a dormire?" domandò tra sé e sé.

Non sarebbe stata la prima volta.

Con quella domanda in testa, inserì la chiave nella serratura e aprì, piano, cercando di fare meno rumore possibile.

Ad una prima occhiata sembrava non esserci anima viva, ma un sospiro spezzò il silenzio, seguito da un secondo più profondo e malamente trattenuto.

Dario si era portato qualcuno lì per farci roba?

No, non era possibile.

<< Dario? >> lo chiamò << Sei qui? >>

La risposta ci mise qualche secondo di troppo ad arrivare.

<< Si, potresti darmi un attimo? >>

La voce proveniva dai divani del salotto, totalmente immersi nel buio.

<< Certo, mi metto in cucina! >>

<< Grazie! >>

C'era qualcosa di tremendamente strano, Cesare lo sentiva, tuttavia, non gli venne altro in mente, oltre al pensare che Dario si fosse portato una ragazza per farci roba.

O forse era da solo su quei divani e si stava divertendo per conto proprio?

No, dai, non poteva aver dormito lì per una cosa del genere, non era assolutamente da lui.

Dovette per forza dare un'occhiata, quanto meno, per togliersi di dosso quella strana sensazione.

Eh, beh... a quel punto, non sarebbe stato in grado di dire se quella di sbirciare fosse stata o meno una buona idea.

La figura minuta e scompigliata che gli passò velocemente davanti, per andare a chiudersi in bagno, avvolta unicamente dalla grande felpa di Dario, gli era fin troppo familiare.

E non era sicuramente una donna.

"Non è possibile!" si disse, sporgendosi verso il bagno.

<< Tutto ok? >>

Cesare sobbalzò vedendosi Dario alle spalle, in tutto il suo metro e novantacinque.

L'espressione seria in volto lo mise tremendamente in soggezione, tanto da portarlo istintivamente a fare un passo indietro.

<< Io... si! Si, si, va tutto alla grande! >>

Abbozzò una risata, un suono stridulo più che altro, ma Dario non era per nulla intenzionato a ridersela, anzi, gli sembrò pronto a dargli un pugno non appena si fosse distratto.

Magari per farlo svenire e cancellargli la memoria?

<< Come mai qui così presto? >>

WE // CELSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora