Epilogo

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Passarono dei mesi, Louis prese l'abitudine a frequentare altre persone, senza interesse a superare più di un uscita con ognuna di esse. Voleva con tutte le forse cancellare la sensazione delle dita di Harry che lo sfiorava o, del suo corpo premuto contro il proprio e questo lo si notava anche dal fatto che non riuscì mai, veramente, a lasciarlo andare.
Già da quando uscì dalla Domus, Louis fini per cercarlo e vedendo dove viveva fece in modo di comprarsi il proprietario di una tabernae. Fece un modo che li Harry trovasse un buon posto al banco per riempire di cibo i piatti, lontano dal servizio al tavolo e quindi dalla prostituzione*.
Louis prese carico ogni settimana di passare al proprietario i soldi per Harry e quelli per il favore di tenerlo li.
Louis si sentiva patetico per questo suo lato morboso che voleva aver sicura la vita del ragazzo ed allo stesso tempo la consapevolezza di quello che faceva e il pieno controllo gli donavano una soddisfazione ed una pace interiore incredibile.
Controllo, era importante per lui avere tutti i pezzi sotto il suo sguardo, tenere in osservazione ogni mossa di quello che lo circondava, era fondamentale e il panico e la confusione che lo invase quella sera era causato principalmente da questo.
Controllava, ogni sera tornando alla Domus, che Harry fosse lì, al suo posto, al sicuro. Quella sera, non vedendolo fu come rendersi conto di non avere alcun controllo sulla cosa.
Aspettò un po', per accertarne, sperando che uscisse o rientrasse e che fosse assente solo per qualche commissione, ma non accadde.
Quando il locale si fu svuotato, al crepuscolo, Louis entro.
-Antinoo, hai un minuto? -
Si rivolse direttamente al proprietario.
-Ah... Ti aspettavo. Andiamo di là. -
Si rivolse a Louis indicando una porta sul retro del locale. Entrando si sedettero attorno ad un tavolo.
-Louis, non volevo parlartene sperando che la cosa non peggiorasse, ma il ragazzo è un po' che fa largo uso di Oppio. Io me ne frega o, mi pagavi bene per questo, gli per mettevo di fare i ritardi che voleva, in fondo si presentava sempre alla fine, sempre per essere presente a fine turno... Poi ieri senza preavviso, mi ha detto di voler lasciare questo lavoro. Mi dispiace, non so proprio dove sia.-
Louis sapeva che l'uomo aveva sicuramente cercato di fermarlo dato che gli tornava comodo per il guadagno. Non disse altro congedadosi e uscendo dalla tabernae. Una volta fuori però fu travolto da profonda tristezza.
Non si capacitava come fosse potuto accadere, non capiva come il ragazzo che conosceva, osservava, o pensava almeno di conoscere, ancora una volta fosse finito in scenari così inaspettati.
Tornato alla Domus, scopri di non essere l'unico sconvolto quel giorno.
Niall era in lacrime e Zayn cercava inutilmente di consolarlo.
-Che succede? -
Louis provò a chiedere, rimediando solo uno sguardo fulminante da parte di Zayn.
-Harry è sparito, dovresti saperlo anche tu. -
Louis quindi, tirò su un sorriso addolorato.
-Quindi voi sapevate... -
-Del fatto che lo controllavi? Che cercavi di gestire la sua vita? Lo sapeva bene anche lui-
Niall so espresse con odio verso l'amico.
-Harry sapeva di te e si faceva trovare sempre quando sapeva tu saresti passato. Ho cercato di tenerlo lontano dalle droghe ma lui... Louis lo hai ferito troppo. -
Louis non sapeva che dire, non avrebbe mai immaginato una cosa del genere.
-Dove può essere finito? -
Chiese Louis improvvisamente serio.
-Non ne abbiamo idea. -
Rispose Niall, asciugandosi le lacrime.
Nei giorni successivi i tre si divisero per cercarlo in ogni via di Roma senza successo. Louis, lo cercò ovunque, anche dopo che gli altri rinunciarono pensando che il più giovane fosse andato via dalla città, Louis continuava a cercarlo nei posti più pericolosi. Lo cercò in ogni taverna, ogni lupanare, ogni Domus. Senza successo,fino a, quella sera. Era disperato e bevve molto quando gli venne in mente l'ultimo posto in cui cercarlo, una piccola strada vicino i fori, una piccola strada con una caratteristica particolare. Era l'unica strada ad accendersi di sera. Si era sempre detto che li non poteva stare ma forse quella sera era troppo ubriaco anche per mentirsi.
Era il 24 dicembre e Louis compiva quel giorno 24 anni.
La strada era una specie di lucerna a cielo aperto, c'erano camere coperte da tendine ai lati della strada, stanze per oppio o altre droghe, se vi si entrava non vi si usciva prima dell'alba.
Girò disgustato dagli inviti che gli venivano rivolti finché non lo trovò, dietro delle tende che non riuscirono a farlo confondere con altri, nemmeno in quel momento in cui faceva difficoltà a stare in piedi. C'era un uomo nella stanza che uscì poco dopo con un sorriso soddisfatto.
Scostò delicatamente le tende, Harry era molto dimagrito, quasi come quando era appena arrivato alla sua Domus ma con una carnagione molto più chiara, grigiastro quasi. Ci si è un po' ad accorgersi della sua presenza, era assente avendo ripreso una lunga pipa in mano e sputandone il fumo verso l'alto.
-Harry... -
Louis lo chiamò, cercando di mantenere l'equilibrio, l'immagine di Harry si sdoppia a davanti a lui.
Harry girandosi scoppiò in una risata divertita.
-Quanto tempo! -
Il suo tono era giocoso ed in un attimo gli fu addosso, le sue mani le sentiva ovunque mentre gli buttava del fumo addosso e si accostava al suo orecchio sussurrando.
-Sei venuto per una scopata di buon compleanno? L'ultima volta hai pagato bene! -
Il riccio continuo a ridere posando la pipa e buttandosi sul letto seguito da Louis che non riuscì ad impedirlo.
-N... No... -
Inizio a farfugliare il maggiore cercando si sollevarsi dal corpo del minore.
-Perché... Perché ti sei ridotto così? -
Riuscì a chiedere infine poggiandosi alla parete di fianco al letto.
-perché no? -
Rise ancora più sguaiatamente di prima.
-Hai detto potevo fare quello che preferivo... -
Sdraiò Louis sotto di sé strusciandoglisi contro.
-Voglio farmi scopare da chiunque paghi bene finché non avrò cancellato fino all'ultimo ricordo di te-
-Bugiardo... Bugiardo-
Louis se lo spostò di dosso bloccandolo sotto di sé, tenendogli i polsi bloccati ai lati del capo.
-Non doveva andare così, dovresti essere felice.-
Harry provò debolmente a liberarsi, Louis lo osservava in volto mentre l'espressione gli diventava disperata e gli occhi lucidi.
Louis lasciò i suoi polsi e subito le braccia andarono a stringersi al suo torace stringendo i loro due corpi.
Louis si rilassò respirando l'odore della sua pelle, affondando il volto al lato del collo, lasciando che harry gli stringesse le spalle e affondasse il volto nei suoi capelli.
-Louis, scopami. Ti prego scopami perché non ricordo più com'era il contatto con la tua pelle. -
Harry lo strinse di più a sé, piangendo qualche lacrima che non riuscì a trattenere. Louis controllato dall'alcol che gli scorreva nelle vene, sentiva la stessa necessità e nessun bisogno di dire nulla. Si alzò leggermente per baciarlo, fu un bacio bisognoso, i due si strinsero tra le carezze, succhiandosi la pelle.
Harry graffiò la schiena di Louis mentre questo spingeva con vigore nel ragazzo. Entrambi vennero quasi contemporaneamente ed in breve tempo come se la lontananza lì avesse resi più sensibili, più affamati.
Si addormentarono poco dopo, calando il respiro, senza dire nulla con le teste che giravano per via dell'alcol e della droga finendo in un sonno profondo, ben stretti in modo che i loro corpi aderissero e si rilassassero al tocco della pelle dell'altro.
Al mattino Louis si svegliò per primo, con un terribile mal di testa ed i ricordi confusi.
In un primo momento uscì dalla stanza e trovandosi al sole si ritrasse leggermente strizzando gli occhi. Tutto era spento ora, nessuno girava più lungo quella strada ed il silenzio era irreale con il sottofondo delle persone che lavorano nelle vie limitrofe.
Prese un bel respiro e decise di rientrare, era troppo tempo che rimandava, dovevano parlare.
-Pensavo te ne fossi andato-
Disse subito Harry, che nel frattempo si era alzato e si stava lavando con dell'acqua in una bacinella.
-Perché sei qui? -
Harry fermò i suoi movimenti girandosi verso il giovane uomo che aveva nella stanza.
-Mi hai ferito. Non sto dicendo che è colpa tua se sono qui, solo che se tutto quello che ho provato a fare non vale neanche una spiegazione allora non ho più alcun desiderio nella vita. L'oppio aiuta. -
Louis rimase spiazzato da quell'affermazione.
-Credevo non mi avessi mai amato, che ti trovavi in una situazione comoda e l'avessi sfruttata... -
Ad Harry si inumidirono gli occhi fissi con sguardo Severo e sopracciglia aggrottate a quelli blu di Louis.
-Tu non mi hai mai dato un opportunità, non mi hai mai fatto spiegare, mi hai trattato come se fossi un oggetto, senza darmi modo di smentire quanto credevi, mi hai trattato con sufficienza, non hai mai provato a capirmi, a venirmi incontro, non mi hai mai cercato! Ed io non capisco... Non capisco perché... Perché ti amo ancora così tanto-
Harry alzò la voce lasciando poi cadere qualche lacrima da quegli occhi troppo carichi di un sentimento che lo torturavano.
Louis provò a stringergli le spalle in un abbraccio dolce senza successo, visto che il riccio lo scansò picchiando il suo petto.
-Ti prego calmati, spiegami, di cosa stai parlando? -
Cosi Harry si calmo lasciandosi avvolgere dalle braccia del maggiore, tra piccoli lamenti di pianto mentre questi gli baciava la testa riccia.
Harry si sedette sul letto, come a non avere le forze di affrontarlo in piedi, tenendo lì le mani e fissando i loro sguardi.
-Quando ci siamo dati appuntamento, anni fa, io volevo venire. Per Giove volevo venire ad ogni costo! -
Il cuore del maggiore perse un battito.
-Mi hanno scoperto, mio padre mi rinchiuse e costrinse a seguirli. Fui prigioniero nella mia stanza per mesi e mai, nemmeno un momento smisi di pensarti. Mi chiedevo come dove fossi, se mi stessi cercando, quando saresti arrivato, perché non mi hai mai cercato? -
Louis lo guardò colpevole, consapevole di come la sua mente e la fittizia certezza che nessuno avrebbe mai potuto amarlo avesse nuociuto proprio alla persona che più amava e da cui più era amata.
Non riuscì a rispondere, le labbra tremavano nel tentativo di dire qualcosa senza che però ne uscisse nulla.
Harry allora riprese a parlare.
-Tu non arrivasti mai e realizzati col tempo che non saresti mai arrivato, avevo il cuore distrutto ma non mi arresi comunque perché la mia vita non avrebbe avuto senso se non al tuo fianco e tentai. Feci il bravo, studiai medicina e appena trovai l'occasione scappai. Cercai di nascondermi e sopravvivere, lavorai in una locanda sperduta ed invece di pagarmi quando la bella stagione finí, mi vendettero agli schiavisti.-
Harry si fermò un secondo, ingoiando il dolore dei ricordi, fissando il suo sguardo vacuo nel vuoto prima di riprendere e, con un po' di coraggio, guardare di nuovo Louis.
-Mi disperati, cercai di ribellarmi inutilmente, vittima dei loro abusi e violenze. Poi scoprii che erano diretti per Roma ed allora mi calmai. A Roma potevi esserci tu, speravo di trovarti lì. Ci sarei comunque voluto arrivare certo... Non così ma l'idea di avvicinarmi a te mi diede forza. Eppure... Quando ti vidi, nonostante il mio cuore traboccasse di gioia, nel tuo sguardo vidi solo rancore e indifferenza. Tornò Niall a liberarmi da quella gabbia ed io ebbi paura, una paura nuova e più forte di qualunque altra mai provata. Louis, perché mi odi così tanto? -
Louis tremava, consapevole di quanto era riuscito a fare, di quanto avesse sbagliato ogni passo. Iniziò a piangere per la tensione, buttandosi a terra, abbracciandogli le ginocchia.
-Io non ti odio. Ti amo, ti amo così tanto, sono uno stupido, non ti ho dato spazio soggiocato dai teatrini costruiti nella mia mente. -
Lo strinse più forte, senza coraggio ad alzare lo sguardo.
-Sei venuto nel mio letto e il giorno dopo mi hai pagato per andarmene. Mi hai fatto capire quanto realmente non contassi nulla. -
Harry, al limite delle forze, lo raggiunse a terra guardandolo in volto, stringendosi al suo petto.
-No tu sei sempre stato la cosa più importante, la paura di quanto fosse stupido pensare una cosa così quando te potevi avere molte cose migliori mi ha portato a fare cose orribili. Per questo ti ho seguito con lo sguardo, per questo feci quel patto con Antinoo... Pensavo volessi avermi lontano ed in un ultimo tentativo di vederti felice cercai di fare in modo che non ti mancasse nulla... -
-Mi mancavi te. Avrei voluto solo te a questo mondo-
Stettero stretti ancora per molto, piangendo, baciandosi, carezzandosi la pelle,fin quando il riccio non cadde addormentato tra le braccia del maggiore, era piccolo nella sua presa, così magro e fragile che Louis aveva timore a stringerlo.
Lo portò alla Domus e lo stese nel suo letto baciandogli la fronte e lasciandolo alle cure di Niall mentre lo liberava con il denaro dai debiti che teneva con le persone che controllavano la strada dove viveva.
Ripresero ad amarsi molto più di prima, Louis rimase al suo capezzale per giorni mentre il corpo del piccolo lottava contro l'astinenza dall'oppio.
Rimasero uniti, legati da un legame indistruttibile che li avrebbe sempre stretti l'uno all'altro. Il loro destino era stato intrecciato a filo doppio e non importava quanto distante fossero stati o potessero essere un futuro, erano consapevoli che si sarebbero sempre cercati.
Il futuro doveva ancora essere scritto e molte cose potevano accadere ma nulla sarebbe più riuscito a separarli o a far dubitare dei loro sentimenti, eccetto la morte che li avrebbe accolti solo molto tempo dopo.

*le cameriere delle tabernae erano anche prostitute e dopo il servizio si poteva salire nelle stanze sopra il locale

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