Prima cena milanese parte 1.

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Quando entrai in casa andai direttamente in camera mia, senza fare attenzione se la nonna fosse in casa o meno. Entrai in camera, posai lo zaino sulla sedia accanto alla scrivania e subito uscii. Avevo una fame stratosferica. Non appena terminai le scale che mi conducevano al primo piano, vidi Adriana che mi stava aspettando. Prima non l'avevo neanche vista, da dove era sbucata ?
«Signorina, il pranzo è pronto. Sua nonna mi ha incaricato di avvisarla che starà fuori a pranzo e che questa sera cenerete fuori. »
Mmm cena romantica al lume di candela con la nonna. Oh interessante!
«Adriana scusa, quanti anni hai? »
Questa donna impallidiva sempre quando aprivo bocca
«Uhm io ? Ho 29 anni signorina »
Era giovane, erano solo gli abiti che la invecchiavano
«Bene, 29 anni, e quanti anni pensi che abbia io ? »
Nel suo sguardo si poteva ben leggere che era infastidita e se non fossimo state in questa casa, sicuramente avrebbe abbandonato la gentilezza e la cordialità.
«Beh, quando sono stata assunta per essere la sua aiutante, sua nonna mi ha fornito un incartamento con tutte le informazioni base sul suo conto. Lei signorina, ha 16 anni compiuti il 22 luglio ».

"Un incartamento" forse mi hanno presa per un animale domestico. Serrai i pugni i mi irrigidì.

«Signorina Anastasia, ho detto qualcosa che l'ha offesa? »
Che odio ..
«Diamine, piantala con questo "Signorina Anastasia", è insopportabile. Ho 16 anni, si può dire che sono ancora una ragazzina. Ricca si, ma di certo non l'ho deciso io! »
Lei abbassò lo sguardo, ed annui alle mie urla.
«Adriana, senti mi dispiace non me la sto prendendo con te, ma sono stufa. Sono una persona, ho dei sentimenti. Sono nata da una famiglia ricca quindi questa dovrebbe essere una fortuna, giusto? Ma non è così. I miei genitori si sono persi i momenti più belli della mia crescita. Non erano presenti quando ho imparato a camminare, non c'erano quando ho imparato a mangiare da sola e non mi hanno mai dimostrato affetto. E ora come vedi hanno imposto la mia presenza alla nonna, che per tutta risposta organizza un incartamento con le mie informazione ed assume "badanti" per me. Non voglio più essere chiamata "signorina Anastasia" ti prego.. »
«Ma sua nonna.. »
«Non ti preoccupare ci parlerò io con la nonna, fidati di me » e le sorrisi voltandomi per salire di nuovo in camera
« La sala da pranzo è di qua, il pranzo è pronto! »
«Adriana scusa, mi è passata la fame, vado in camera a stendermi un po, è stato il primo giorno di scuola più pesante che io abbia mai avuto ». Non mi voltai neanche e di corsa salii le scale, raggiunsi la mia camera, chiusi la porta e mi buttai sul letto. Ero stanca di tutto questo, in 16 anni non avevo mai riso di cuore, non mi ero mai divertita, non uscivo mai. L'unica compagnia che avevo avuto erano 3 babysitter che si prendevano cura di me e non perché volevano farlo realmente ma perché erano profumatamente pagate. Stufa di rimuginare quella parte della mia infanzia, mi alzai dal letto e decisi di iniziare a fare gli esercizi di matematica, assegnati per venerdì. Mi diressi alla scrivania e presi il diario dallo zaino. Inizia a sfogliarlo: Sara mi aveva scritto l'orario scolastico e scritto il suo numero di cellulare insieme ai numeri dei nostri compagni di classe. Arrivai fino alla pagina dove c'era il filo che faceva da "segna pagina" che segnava il giorno del primo giorno di scuola, 13 settembre, e decidi di scrivere su questa pagina le parole chiavi della giornata: cortile, sorriso, bacheca, "Fortunato", chioma riccia, spogliatoio, panca, ragazza occhi cielo, piano. Già, Il piano di Sara. Perchè dentro di me non volevo che avesse Riccardo tutto per se ? Lo avevo appena conosciuto ed era anche un po' antipatico.
Fortunatamente un tocco alla porta mi salvò dai miei pensieri.
"Toc toc"
Posai il diario di nuovo nello zaino e andai ad aprire la porta.
«Oh Adriana, dimmi! » le sorrisi e lei ricambiò.
«Sign..volevo dire, Anastasia ha chiamato tua nonna, alle 7 passerà a prenderti. »
Sarebbe stata fuori tutto il pomeriggio quindi? Mmm..
«Visto? Era facile e grazie per avermi avvertita »
«Di nulla, ah una cosa! Per l'incartamento.. »
«No Adriana, non continuare. Non voglio sapere quello che fa la mia famiglia. »
Detto ciò, mi diede una scatola con un fiocco sopra:
«Cos'è ? »
«Un piccolo regalo di benvenuto da parte di tua nonna, è passata qualche minuto fa, non ha resistito a dartelo direttamente questa sera, ha pensato che ti sarebbe servito ».
Presi la scatola che Adriana mi aveva avvicinato, mi sorrise e si allontanò. Chiusi la porta e mi misi a sedere sul letto a guardare con fare interrogativo la scatola.
"Cosa poteva mai essere? Che idea aveva avuto la nonna?"
Tolsi il fiocco, tolsi la carta da regalo e mi trovai fra le mani una confezione di un telefono. Un iPhone. Ma io avevo già un telefono, mi serviva solo una scheda telefonica nuova. Aprendo la scatola trovai anche quella. Aveva pensato proprio a tutto la nonna. Presi il telefono, inserii la scheda telefonica, misi la batteria e il copri batteria e accesi il telefono. Non appena accesi il telefono un *bip* mi avvisò che mi era arrivata un'email:

Viaggio in Italia e in se stessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora