Una scottante rivelazione

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Fu una nottata tranquilla, dormii beatamente, con un sorrisino ebete stampato sul volto. Ero finalmente "libera" e potevo essere me stessa. E tutto grazie alla nonna.
Il risveglio non fu caotico come la mattina precedente, anzi, mi svegliai ancor prima che Adriana fece il suo ingresso in camera e si sorprese nel vedermi già nella cabina armadio quasi pronta per andare a scuola.
«Buongiorno Anastasia, sveglia di buon ora ? »
« Buongiorno Adriana, oggi è una splendida giornata! » e le sorrisi radiosa, poi mi girai di nuovo verso i vestiti con espressione interrogativa sul volto. Erano cinque minuti esatti che ero impallata li. La vecchia me avrebbe optato per una gonna nera stretta in vita che scendeva morbida e una camicetta bianca. Ma la nuova Anastasia non poteva commettere questo errore.

«Posso aiutarti io se ti va »
«Oh Adriana davvero ? Te ne sarei veramente grata » e la abbracciai. Lei rimase sorpresa del mio gesto e anche io. Poi ci avvicinammo meglio ai vestiti e lei iniziò a frugare alla ricerca di qualcosa. Ma cosa ?
Finalmente uscimmo dalla cabina armadio e lei appoggiò sul letto quei vestiti che secondo lei potevano andare: dei jeans blu scuro stretti, una canotta rosa e un cardigan dello stesso colore dei jeans e infine delle vans rosa.

«Grande Adriana, ci sai proprio fare. Da oggi in poi mi aiuterai sempre! »
«Grazie per la fiducia, ti aspetto giù con tua nonna per la colazione » ed uscì dalla camera.
Dovevo solo fare la doccia, vestirmi, truccarmi e preparare la borsa. Tornai per un nano minuto nella cabina armadio per prendere un reggiseno a balconcino rosa con i cuoricini bianchi e delle mutandine rosa semplici, poi dritta in bagno. Erano le 7:20 quando entrai nella doccia e ne uscii alla 7:43. Lavai i denti, misi il fondotinta leggero e matita nera. In camera mi vestii di fretta e acconciai i capelli in una coda alta.
Secondo l'orario scolastico del martedì avevo: un'ora di francese, un'ora di spagnolo, due ore di italiano fra cui una di storia e l'ultima ora arte.
Quindi avrei incontrato altri 3 nuovi professori.
Preparai la borsa, presi e accesi il telefono, e scesi le scale. Subito il telefono vibrò avvisandomi che mi avevano contattata: era Sara

- buongiorno, pronta per il secondo giorno di scuola ?
- buongiorno chioma riccia, sono prontissima, tu ?
- beh chioma bionda, io vorrei tanto incendiare la scuola e chi l'ha creata
- atti vandalici in corso. Dai Sara non è tanto male
- no infatti vorrei solo scomparire
- ci vediamo fra poco, a dopo chioma riccia
- a dopo

Posai il telefono in tasca e camminai verso il soggiorno. La nonna era seduta vicino ad un tavolo tondo in fondo alla stanza, vicino alla finestra, e il sole la illuminava. Mi avvicinai e le diedi un grosso bacio sulla guancia, lei come risposta mi strinse a se.
«Buongiorno nonna! »
«Buongiorno a te piccola, svegliata di buon umore oggi?! »
Io annuii mentre ero intenta a bere il latte caldo.
Si fecero le 8:00 e la nonna aveva già chiamato Luca per farmi accompagnare a scuola. Io mi alzai, abbracciai di nuovo nonna ed uscii di casa. Solito viaggio noioso in macchina e Luca, come il giorno prima, si fermò a due strade prima della scuola. Ora era diverso camminare per quella strada, non avevo più gli occhi di tutti addosso e mi sentivo una di loro. Poi qualcuno, da dietro, mi prese il braccio. Mi voltai ed era Marco. Indossava dei jeans stretti chiari, una maglia nera e Hogan nere.

«Oh..buongiorno Marco »
«Buongiorno Anastasia » sorrise e i suoi occhi azzurri luccicavano al sole
«Ora puoi lasciarmi » e indicai il braccio che Marco aveva ancora nella sua mano.
«Ah..si scusa, ma ti ho chiamato un paio di volte e non mi hai sentita! Eri pensierosa » e mi lasciò il braccio.

Ci incamminammo insieme verso scuola. Marco mi stava chiedendo come mi trovavo in questa nuova città e mi disse che conosceva bene mia nonna perché i suoi genitori erano i proprietari del ristorante dove eravamo state ieri e che ogni tanto la nonna lo chiamava per qualche servizio fotografico. Beh grazie al cavolo aveva un fisico pazzesco e gli occhi che parlavano. Io mi fermai di scatto e lui mi fissò interrogativo.
«Marco, per favore non dire a nessuno di questa cosa. Cioè non dire che sono nipote di una signora ricca e che anche i miei genitori lo sono. Ti prego! »
«Anastasia, non ti preoccupare non lo avrei fatto comunque, sarà il nostro piccolo segreto. »

Viaggio in Italia e in se stessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora