H 24

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Ore 04.24: Una notte insonne coronata dal ronzio sordo del cellulare...

”Pronto”

”Corri è scoppiato un casino!”

Neanche il tempo di proferire una semplice domanda, che dall'altra parte dell'apparecchio han messo giù. E qui nasce il dilemma. Vestirsi e alzarsi senza porsi altre domande o girarsi dall'altra parte e tentare di afferrare quell'ultimo scampolo notturno?                                                              Perché vedete Carlo quella voce l'ha riconosciuta, è del suo amico e collega Paolo. Persona valida, ma un po esagitata e portata agli eccessi. Come quella volta a pesca. Erano andati di notte col suo gommone, che con convinzione definiva “il peschereccio” per via di un volante che comandava il timone. Non contento delle misere catture, aveva raccontato al bar le sue gesta mirabolanti per ciò che gli era sfuggito. E avrebbe continuato a pensare a lungo ad altri mille esempi, ma più per l'amico che per la convinzione di un reale casino, si alza.

Ore 04.41: La ricerca del calzino come al solito si dimostra infruttuosa. Si arrende e ne conquista per l'ennesima volta una coppia nuova, acquistata pochi giorni prima, con la classica mega offerta di sei paia ad un modico prezzo. Era rimasto l'ultimo. Oramai non se ne meravigliava più. C'era stato un tempo, in cui il sospetto di una macchinazione segreta lo assillava, ma se n'era fatto una ragione.

Ore 05.07: Partenza!.....Boia che freddo!....il primo ed unico pensiero....Inizia così un soliloquio condito di imprecazioni più o meno classiche, che non risparmiano nessuno, anzi per l'occasione infarcite di ricordi scolastici. Nella ridda di pensieri che affastellano la mente, emerge un sospetto, non avrà mica sorpreso dei ladri nel suo giro di controllo? Sarà partito qualche colpo? Ci sarà scappato il morto? In effetti i nostri amici sono guardie giurate, quindi sottoposti a rischi di questo genere. “Acceleriamo, sarà meglio!”, e mentre il suo dire prende forma, ecco subito di rincalzo un'altra osservazione, “Accidenti ho il bagagliaio pieno, dove li metto i cadaveri?”. Tante volte la mente, sottoposta a sollecitazioni pressanti, gioca brutti scherzi.

Ore 05.31: Solo in quel momento realizza che non sa esattamente dove andare, prende allora il cellulare, ma risulta irraggiungibile. Non resta che ricostruire il “giro”. Accosta un istante per far mente locale.....da Ciccio o' formaggiaro non è possibile. Che gli rubano le caciotte?....Le banche in centro? Difficile, hanno troppi sistemi di sorveglianza....forse la pellicceria....o in alternativa quel gruppo di ville vicine, con una delle proprietarie molto provocante.....”Ok! Vado prima alla pellicceria che è più vicina, e al limite proseguo”. L'ultima frase pronunciata a gran voce, fece girare un netturbino intento nel suo lavoro.

Ore 06.04: Arrivo alla pellicceria. Ma anche qui nulla di anormale. Nel frattempo i tentativi di sentire il collega si sprecano infruttuosamente. Ripartenza per nuova destinazione, le ville. Il viaggio, come la nottata sta tramutandosi in un incubo. Da una parte il desiderio di raggiungere l'amico per prestargli soccorso, dall'altra una crescente rabbia pungolata dal suo girovagare. “Se non c'è almeno un morto divento una belva. Al limite uso la pala per ammazzare lui e poi lo sotterro!”

Ore 06.53: Comincia ad albeggiare mentre giunge in vista delle case. Rallentando la sua corsa, ne scruta gli interni, verifica che all'esterno non vi siano segni di effrazione.....niente. Sta per darsi per vinto e dare sfogo a quella che di li a poco sarebbe diventata una vera crisi isterica, quando da una delle abitazioni scorge la luce di una torcia. Come un lampo rammenta che da ragazzi erano stati nei boy scout, e che Paolo aveva la fissa dei segnali luminosi. Gli era venuto un mezzo attacco di orchite all'epoca, per assecondarlo. Quindi memore dell'esperienza traduce suo malgrado il messaggio.

S-O-N-O-I-O-STOP-L-A-T-I-P-A-M-E-L-H-A-D-A-T-A-STOP-M-A-R-I-T-O-T-O-R-N-A-T-O-STOP-C-H-I-U-S-O-N-E-L-L-A-R-M-A-D-I-O-STOP.

Ecco una di quelle situazioni che ti verrebbe da ridere, se poi non scoppiasse davvero il casino. Dopo qualche attimo di esitazione sul da farsi trova la soluzione. Con la faccia come il “lato B”, indossa la divisa che teneva in macchina, suona lungamente al campanello e attende. Passa qualche minuto e quando fa per ripetere l'azione, ecco aprirsi una finestra.

“Chi è?”, più di una domanda, sembrava una maledizione.

“Servizio Security mister, la centrale mi ha comunicato un tentativo di effrazione da lei”

“Un attimo, scendo” il tono era già cambiato. In attesa del proprietario, per darsi un contegno estrae un block notes e prende degli appunti.

“Eccomi, mi scusi ma ero a letto” e così dicendo si chiude una vestaglia del bel tempo che fu. La pancia fuoriusciva lo stesso con tutta la sua imponenza.

“Si figuri. Senta facciamo un giro esterno per vedere che sia tutto in ordine? Poi controlliamo pure dentro” e nel dirlo accende la pila facendola ondeggiare verso le finestre superiori.

“Va bene, la seguo”, aggiunge la vittima, incominciando un giro ricco di dettagli. Dopo quasi dieci minuti i due rientrano, e controllato che tutto fosse in ordine, Carlo finge pure una chiamata al centro operativo dove comunica che tutto è a posto.

“Guardi non so come ringraziarla”, tenta di allungargli una banconota da cinquanta euro.

“Si immagini, dovere!” rifiutandola.

Ore 07.47: Bar della stazione. “Beppe! Un cappuccio e due brioches, paga lui” indicando Paolo giunto trafelato.

“Ti è andata bene stavolta” gli dice mentre siede al tavolino.

“Non me ne parlare” aggiunge l'altro, “Se non era per te ero perduto” e così dicendo sfrega la fronte come a mimare lo scampato pericolo.

“Bene, torno a casa, oggi sono di festa” e alzandosi saluta l'amico. “Ciao furbacchione, Beppe! Mi raccomando paga lui”.

“Ah! Non preoccuparti senza pagare non esce nessuno”.

Ore 09.16: Finalmente a casa. Il sonno che lo aveva abbandonato sino a quel momento, tornava a braccarlo.

Ore 20.22: Di nuovo il cellulare, e di nuovo Paolo “Su fai una cosa veloce, che ti aspetto al bar”, anche stavolta nemmeno il tempo di una risposta. Ma era fatto così, prendere o lasciare.

Ore 21.13: Rieccoci al bar. “Eccolo il mio salvatore!” esclama una voce contornata da un gruppo di persone. “Stavo raccontando di stanotte ai ragazzi” e gesticolando imita l'oscillare della pila. “Meglio se lo tieni per te, non si sa mai”, Carlo era sempre stato quello più attento dei due. E così dicendo cambia discorso. La serata passa comunque nella consueta allegria, chi frequenta un bar lo può capire.

“Ok! Io vado che domani son di servizio presto. Mi raccomando!” il tono di Carlo è cambiato proprio perché conosce i suoi polli.

“Stanotte non fare cazzate, perché non rispondo”.

“Certo boss, non sono mica stupido”. Ma la luce che aveva negli occhi lo tradiva.

Ore 04.19: Ronza il cellulare

Insiemi di IstantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora