Il senno di poi

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Una mattina come tante, anzi troppe. Quel freddo accompagnato da un' umidità avvolgente e fastidiosa come un vicino di casa petulante incontrato sul pianerottolo.

Sua madre, a suo tempo gli disse.....”Studia! O ti ridurrai come lui”, e tutte le volte indicava un povero vecchio che tirava un carretto. La cosa buffa è che a distanza di anni ha saputo che il misero vecchio poi tanto povero non era, ma aveva messo da parte una piccola fortuna.

Già....la fortuna....parola a lui sconosciuta.

Aveva studiato il più possibile, come da materna richiesta, ma il risultato non era stato dei più esaltanti. Si era laureato in economia aziendale, e probabilmente complice un esaurimento nervoso, si era messo a ridere come un matto quando iniziò la crisi. Pensò che fosse uno scherzo del destino. Non aveva mai creduto a maghi e fattucchiere, però cominciava a ricredersi su quei disgraziati che spinti dalla disperazione vi si rivolgevano. E sotto sotto, ci avrebbe provato anche lui se avesse avuto i soldi  e la forza di guardarsi poi allo specchio.

Ricordava anche lo zio Giulio, ora morto, provetto elettricista che più volte aveva tentato di convincerlo a seguirlo sul lavoro. Ma la mamma, sempre la mamma, l' onnipresente mamma ribatteva ”Ah! Il mio bambino....Diventerà un grande professionista....No! È sporco e pericoloso....Io so cosa è giusto per lui”, e via dicendo. Già....via dicendo....tutta la sua vita era stata integralmente assorbita dalla madre, a tal punto da non considerarla più sua, ma una sorta di prestito. Ovviamente come tanti, anche lui, fece l'errore di presentare la sua ragazza in casa. E come per lo zio la risposta fu tagliente come un rasoio.

Vi chiederete....Ma il padre non poteva intervenire?.....magari ci fosse stato direi di si. Era vedova e questo spiegava molte cose, sopratutto l'attaccamento morboso.

Comunque sia, aveva tentato più volte di sganciarsi da quella padrona asfissiante senza riuscirvi. I pochi amici che avevano superato i test attitudinali del “Master”, lo consigliavano di andarsene a qualunque costo. Ma era tutto rimasto lì, immutato, come perso in un limbo.

Ora finalmente aveva trovato la forza, alla soglia dei trentanni, di dire basta. Non avrebbe aspettato un minuto di più.

Si era preso le sue cose e bagaglio in spalla, con la madre che lo copriva di invettive, era andato via....per sempre. 

Tutto questo turbinio di pensieri si interruppe non appena il “Caporale” lo raggiunse.....”Avanti! Muoviti con quelle cassette di pomodori, che ci facciamo notte!”. Già....le cassette....erano queste e poco altro a far parte del suo mondo ora. 

Ah!...Il suo nome è Marco.

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