5-troppi ragazzi

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Appena scesi dall' aereo ci ritrovammo in un enorme aeroporto. La gente andava avanti e indietro creando un gran casino.
Avremmo aspettato 30 minuti solo per riprendere le valige.
Ci ritrovammo a dover aspettare qualcuno, senza sapere chi.
La piccola ragazzina che ero tre anni fa si sarebbe meravigliata di vedere così tanta gente in un posto, ora invece mi sembra una cosa del tutto normale. La realtà é che avevo 14 anni quando mi trasferii da mia zia a New York. Ero piccola e innocente, nel paesino da cui venivo eravamo in 6 in classe. Una volta arrivata nella grande città ero così accecata dall'altezza dei grattacieli da non vedere la crudeltà di certe persone.
Mia zia si fidava troppo, quello era il suo problema, ma io imparai dai suoi errori. Così ho imparato presto a isolarmi, a proteggere quella persona fragile costruendo delle mura, a difendermi da chiunque, anche quando non serviva.
Con la squadra mi sono aperta piano piano, era un sollievo potersi confidare con loro, ma non lo farei con nessun altro.
Prima di salire sull'aereo Amanda mi fermò e mi disse che era ora di buttare giù quelle mie mura.
Non dissi nulla.
Era terrificante sapere che proprio lei mi aveva svelata, che lei riusciva a leggermi come un libro aperto.

Manca poco tempo prima che le telecamere inizieranno a riprendere e io non voglio buttare giù la mia armatura davanti a degli sconosciuti.
Kate:"Ehi Mia, va tutto bene?"
Lei mi conosceva fin troppo bene per non vedere la mia inquietudine.

Io:"Sto solo meditando sulle parole di Amanda..."

Kate:"Non sei obbligata a farlo, lo sai vero?"

Io:"Ma la folla impazzirebbe..."

Kate:" Chissene frega! Mia, siamo qui e non possiamo tornare indietro oramai. Ma ti prometto che non faremo tutto quello che vogliono per divertire un paio di spettatori. Resteremo fedeli a noi stessi, succeda quel che succeda."
Le sue parole erano di conforto, la abbracciai e lei ricambio l'abbraccio.

Io:"Me lo prometti?"

Kate:"Non solo io... Ehi ragazzi, venite qui un attimo! Si tutti quanti, forza!"
Si avvicinarono tutti quanti e ci riuniamo in cerchio come a nostro solito.

Noah:"Se stiamo in cerchio significa che é importante, cosa c'è?"

Kate:"Dobbiamo farci una promessa. Qui e ora. Tra qualche istante le nostre vite cambieranno. Dovremmo fingere, mentire per il piacere altrui."

Margaret:"Mi fai già sentire in colpa."

Kate:"Quello che intendo dire é che... Dobbiamo prometterci che non faremo cazzate. Ci sono dei limiti e noi non permetteremo alla TV di cambiare quello siamo."
Mentre diceva le ultime parole mise la mano al centro e tutti quanti la imitammo.

Tutti:" Tutti insieme o nessuno."

Eravamo molto diversi tra di noi. C'era chi cercava la luce dei riflettori e chi faceva di tutto per restarne fuori, chi chiudeva gl'occhi per potersi esibire e chi li teneva ben aperti per non perdersi la reazione del pubblico, chi viveva di applausi e chi di silenzio. Ma eravamo uniti e questo era ciò che contava .

Matthew:"Dite che dobbiamo già accendere, sapete, i microfoni... Una volta accesi, non possiamo spegnerli."

Megan: prese nelle mani le earpods e disse "Sono pronta." Poi guarda noi in cerca di conferma.
Le tirammo tutti quanti fuori e schiacciammo contemporaneamente il tasto di accensione.
Era ufficialmente.
Le misimo chi nelle orecchie, chi in tasca o in borsa, proprio come ci avevano detto di fare.
A quel punto un uomo,molto giovane, gli davo 20 anni o qualcosa del genere, si avvicinò a noi di corsa con un largo sorriso.

?:"Scusate, siete voi i Breaking Point?"

Ci guardammo scombussolati per un secondo.
Nessuno rispose fino a quando Noah che aveva le earpods nelle orecchie non avanzo verso l'uomo.
Noah:"Si, siamo noi amico, e tu sei Alex giusto?"
Per un attimo rimasi pensosa, poi capì che gli avevano suggerito le informazioni dagli auricolari.
allora quei cosi funzionano davvero!

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