Brughiera dello sconforto.

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Su scure brughiere
si staglia una sagoma
la nebbia nasconde
la fronte dell'anima.

Le spalle piegate
che puntano in basso
sul volto il dolore
in ogni suo passo.

La cerca intrapresa
respinge gli sforzi
lo sguardo si perde
fra nebbie cerulee.

"Dov'è la mia meta?"
Si chiede già mesto
nel cuore è già ombra
come buio pesto.

"Per cosa combatto?"
gli sorge alle labbra,
e perso nel mondo
la gioia lo lascia.

"Ricordo di un tempo..."
si dice iracondo,
immagin di forza,
appare là in fondo.

"Null'altro che vita..."
è quello che aveva
rimpiange il cavallo
dalla bianca criniera.

"Ostacoli immani...
ciò che è superato,
ma or quella forza
dov'è?" disperato.

"Rincorro ed aspetto,
e ciò non funziona"
La vasta brughiera
il cuor non perdona.

"Un morbo m'ha preso"
continua a ripeter,
ma sa ch'è illusione,
che vetro s'infrange.

"Ordunque io stesso,
ho imposto catene?"
Par chiedere al vento
in cerca di speme.

Nessuna risposta
cavalca quell'eco
distante la meta,
il cavalier cieco.

Nel fondo degli occhi,
rimane un bagliore,
"è or di riaccender
l'innata passione."

La via del CavaliereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora