12 Settembre 1996, Grecia
Era una giornata come tutte le altre, il sole splendeva calorosamente su quel paesino sperduto sulla costa della Grecia. I bar erano tutti affollati, studenti che andavano e venivano, era il primo giorno di scuola.
Una ragazza camminava verso un bar in centro, aveva degli splendidi capelli lunghi rossi, quando erano colpiti dal sole sembravano una colata di lava vulcanica, due occhi verdi profondi, il naso leggermente all'insù e le labbra perfette, il suo viso sembrava scolpito da uno scultore professionista. E per non parlare del corpo, nonostante fosse una ragazzina aveva delle cure pazzesche, quasi del tutto proporzionate. Indossava sempre quella camicetta con i gigli dipinti che le faceva risaltare il seno, dei jeans neri, a contrasto con la camicia, e gli stivaletti con i tacchi che la slanciavano verso il cielo.
Entrò nel bar e si sedette al bancone.
"Buongiorno Clide"
"Buongiorno Persefone"
"Il solito"
"Arriva subito"Qualche istante dopo, mentre addentava la sua brioche, si sedette accanto a lei un signore, sulla sessantina, un po' spelacchiato, molto elegante.
"Ragazzo, per me lo stesso della signorina"
"Subito signore"
"Scelta insolita signore"
"Perché?"
"Non tutti prendono il tè ai mille fiori"
"Magari mi piace"
"O magari sa chi sono"
"Perspicace"
"Cose vuole da mio padre?"
"Da lui, niente... ma da te voglio qualcosa, anzi voglio darti qualcosa"
"Come?"
"Fidati di me, presto farai un viaggio molto speciale, e ti servirà questo"
"Un vecchio libro?"
"So che ti piace leggere, soprattutto cose del genere, e so anche che tuo padre non vuole che tu legga cose del genere"
"È mitologia vero?"
"Una cosa del genere"
"E che viaggio farò per il quale mi servirà questo?"
"Oh, la prima volta non lo avrai, ma poi lo porterai sempre con te"
"Bhe, grazie allora"
"Di niente Persefone"
"Aspetti, non mi ha detto come si chiama..."
Ma non fece in tempo a chiedergli altro che era già sparito nella confusione di quel giorno.Dopo aver finito il suo tè, andò verso casa sua tendo in mano quel libro, non era un libro strano, anzi, era troppo ordinario, era semplicemente molto vecchio. Aprendolo c'erano immagini e scritte in greco antico. Girò una pagina e trovò un' immagine di una donna con sotto scritto "Περσεφόνη", ovvero Persefone, lei riusciva a leggere il greco antico, era una dote innata, non sapeva nemmeno lei pechè. Sorrise leggermente e salì in camera sua, lo nascose dietro i libri che aveva, per non farlo trovare dal padre, anzi, patrigno. La madre era scomparsa alla sua nascita ed era rimasta nella villa del patrigno, almeno da quanto sapeva. Si odiavano reciprocamente, non si sopportavano, ma al patrigno conveniva tenerla.
Finita la cena, e dopo essersi assicurata che il padre fosse in camera sua, prese il libro e lo riaprì alla pagina su Persefone.
Κόρη της Δήμητρας, νύφη του Άδη και βασίλισσα της μετά θάνατον ζωής
"Figlia di Demetra, sposa di Ade e regina delľoltretomba"
Dopo che lesse queste parole le venne una specie di colpo al cuore, le si annebbiò la vista e vide se stessa, con un lungo vestito bianco che raccoglieva dei fiori. La visione fu interrotta da un rumore esterno. Il padre stava bussando alla porta. Velocemente nascose il libro sotto il cuscino, ne prese un altro e andò ad aprire
"Persefone ho trovato questo"
"Cos'è?"
"È un gioco da tavolo, e si può giocare da soli"
"Oh, grazie, lo proverò subito"
"Ok, provalo e domani mattina fammi sapere com'è"
"Ok, buonanotte"
"Buonanotte"Il padre chiuse la porta con i suoi occhi grigi gelidi, quasi senza espressione.
Mise il gioco sulla scrivania. Era lì, copriva un tavolo intero, era diverso dagli altri giochi da tavolo, troppo grande, sembrava esserci una storia dietro, tutta da scoprire. Le bastò toccare una pedina per trasformarsi in essa.
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Mithology Game
Fantasy"Era lì, copriva un tavolo intero, era diverso dagli altri giochi da tavolo, troppo grande, sembrava esserci una storia dietro, tutta da scoprire. Le bastò toccare una pedina per trasformarsi in essa"