Cornelia

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Mi sono sempre piaciute le uscite di scena con un certo stile; erano davvero utili per porre fine alla narrazione di qualcosa della quale non si voleva più raccontare. Come gli svenimenti tattici di Dante nella divina commedia, insomma.

La mia appena ultimata è davvero venuta molto bene, molto teatrale. Ma purtroppo sparire così a caso non risolve nulla.

Sto ancora camminando, con il sangue ribollente di rabbia che sembra cuocermi dall'interno, la mai coda di cavallo crespa che ondeggia furiosamente nel vento... aspetta, quale vento?

Quando siamo scesi dall'auto l'aria della sera era molto inquietante, si, ma il silenzio da film horror era dovuto proprio all'assenza di vento.

Mi fermo di colpo, fulminata da questo pensiero balenante nella mente.

Faccio un grande respiro, ma l'aria che inalo è immobile, calma. Incredula mi giro lentamente verso la struttura malconcia che ho appena lasciato, teatro della mia uscita da "Drama Queen".

Sgrano gli occhi: tutto quello che riesco a vedere dell'autogrill è solo una piccola lucina sfavillante quasi all'orizzonte.

Incredula mi guardo attorno: sono in mezzo a una tipica pianura arida californiana, cosparsa di cespuglietti secchi e grosse rocce color ocra, il paesaggio è rinchiuso da un silenzio innaturale, non un filo di vento, non un uccello notturno che canta, silenzio tombale.

Guardo davanti a me, cerco di calmarmi, ma inutilmente: il mio respiro si fa sempre più veloce, il buio intorno a me sembra inghiottirmi e poi... succede la cosa più inaspettata: da dietro una roccia esce una bambina con i capelli biondi anzi, no... bianchi. Ha un vestitino rosa e trema dal freddo.

Faccio un balzo quando la vedo apparire, anche lei sembra impaurita.

-Cosa ci fai qui?- le chiedo, ancora stupefatta che da quella landa desolata e priva di luci sia spuntata fuori una bambina tutta sola, mi sarei aspettata un criminale o un assassino a giro da queste parti.

-Cosa ci fai tu?- risponde giustamente lei.

Beh non ne ho idea ma le dico la verità, credo.

-Corsetta serale- cerco di sembrare il più indifferente possibile.

-Ahh, io stavo cercando te.-

OK questa non me l'aspettavo. Forse ho sentito male:

-Cos... - Non ho neanche il tempo di finire la frase che la bambina si trasforma in qualcosa di decisamente non umano davanti ai miei occhi.

La sua piccola testina bionda ornata da innocenti mollettine rosa scoppia rumorosamente facendo uscire un'altra testa mooolto più mostruosa: la pelle raggrinzita copre una faccia orribile con zanne affilatissime al posto dei denti e due occhi enormi intrisi di sangue; anche il busto e le gambe hanno ormai subito notevoli trasformazioni e il vestitino sembra polverizzato dal corpo enorme e ricoperto di squame non meno terribili degli artigli che sbucano in modo innaturale da quelle che chiamo mani ma che di certo non lo sono (per spiegarmi meglio ecco)

Caccio un grido fortissimo di terrore, le orecchie ronzano e l'adrenalina mi pervade nelle vene come fuoco ardente.

Non ho mai visto qualcosa di più orribile, là dove un tempo si trovavano le ginocchia, ho due budini molli ma rimango come paralizzata e non riesco a scappare.

E la situazione, ovviamente, si mette anche peggio: la... cosa fa un sibilo assordante e si avventa su di me con le zanne pronte a lacerarmi; agita i suoi artigli per colpirmi e... mi colpisce.

Un dolore lanciante e aggressivo mi pervade la faccia, gli occhi affogano nel sangue e la visuale si scurisce sempre di più finche non vedo più nulla, cosa che, forse, è un bene dato che le mie gambe riescono a sciogliersi dalle catene del terrore.

L'ira di ApolloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora