Capitolo 7

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La sabbia era ancora calda, grazie allo scottante sole di mezzogiorno, e si riusciva a rimanere tranquillamente senza giubbotto.
Angelica l'aveva piegato con diligenza, in un angolo del telo da mare, per impedire che si alzasse a causa del venticello che le scompigliava i ciuffi ricci.  Gli occhiali da sole le permettevano di osservare i raggi arancioni, che accompagnavano le ultime ore del pomeriggio, senza alcun fastidio.

Jacopo stava suonando la chitarra, le note dell'inedito di Nyv chiare e rilassanti, ed era seguito dalle voci di Martina e Stefano, che cercavano di ricordarsi le parole.

Francesco, Giulia, Federico, Giorgia e la proprietaria della canzone giocavano invece poco lontano da loro, il rumore della palla che batteva contro i polsi e le dita sembrava quasi in sincronia con le note.

Prese un respiro profondo, l'aria salata che le pizzicava il naso, e si giro' verso l'ultima rimasta della combriccola. Era al telefono con la sua sorellina, Frida, in piedi pochi metri piu' in la, e il sorriso che le colorava il volto era cosi' sereno da poter illuminare una stanza intera. Si era raccolta alcuni ciuffi in una crocchia disordinata, lasciando il resto delle ciocche sventolare con la brezza.

L'aspirante cantante si alzo', liberandosi dai chicchi di sabbia dorati, e si diresse a piccoli passi verso la ragazza dagli occhi di ghiaccio, con le mani nascoste nelle tasche posteriori dei pantaloni e l'ennesima sigaretta tra le labbra.
Era nervosa.
Avevano passato tutti un bel pomeriggio, tra risate, canzoni, balletti e schizzi d'acqua, ma la leggera tensione era comunque stata percepita dai ragazzi, che ormai avevano imparato a conoscersi tra di loro.

Gaia le fece cenno di aspettare un secondo, mentre finiva di parlare con la piccola anima di dieci anni all'altro capo del cellulare, e solo quando chiuse la chiamata, infilando il cellulare nei pantaloni, le rivolse un piccolo sorriso.

-"Hai voglia di fare una camminata?"- Lo chiese tutto d'un fiato, per paura del rifiuto da parte della più grande.

-"Certo, fammi un attimo posare il telefono"-

Annuì, girandosi verso la calma del mare. Le onde non si erano agitate per tutto il giorno, rimanendo un sottofondo pacato e rilassante per i pensieri che le facevano girare la testa.
Dita sottili le si appoggiarono per un secondo sul gomito, riportandola alla realtà.

-"Vamonos.."-

Angelica non aveva in mente una meta precisa, e non sapeva neppure da dove iniziare il discorso. Le avrebbe voluto dire così tante cose da non riuscire a scegliere da quale cominciare.
Era sempre stato così per lei, come se la parola fosse troppo lenta per i suoi pensieri.
Per quello le piaceva scrivere canzoni, una parola, un segno d'inchiostro nero, racchiudeva così tanti significati dai quali poter scegliere, che le sembrava di aver sempre detto tutto quello che le serviva.

-"Ho visto che parlavi con Martina prima..tutto bene?"-

Sempre così attenta a quello che la circondava. Le strappò un sorriso leggero.

-"Quello scricciolo ha l'intelligenza emotiva di un vecchio saggio"-

Una pausa. Angelica fece entrare altro fumo tra le labbra.

-"Due anni e mezzo fa ho litigato pesantemente con Ludovica..."-

Gaia rallentò il passo, seguendo con gli occhi i lineamenti della ragazza accanto a lei.

-"Per colpa di un ragazzo."- Aggiunse, gettando il mozzicone in un fazzoletto che nascose subito dopo in tasca.

-"Si chiamava Marco, aveva due anni in più di me, ed era amico del fratello di Ludo.."-

Capendo dove sarebbe andata a parare, la cantante occhi cielo le posò una mano sul gomito, costringendola a spostare lo sguardo su di lei.

-"Angi...non sei in dovere di dirmi nulla.."-

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