Capitolo 7

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Erano le 12 in punto, uscii furtivamente dalla mia stanza.
Alec mi stava aspettando nell'atrio a braccia incrociate e il suo solito sguardo da:"prova a picchiarmi".
Istintivamente e senza nemmeno accorgermene  dissi:"Va bene" 
"Che?"
"Eh? Ehm...non ho detto niente" dissi questo così velocemente che Alec era più perplesso di prima.
"Senti frigido, andiamo a casa di Magnus o no? Perché qui si fa sera"
"Mmm..."

Decisimo di prendere la macchina dell'istituto, guidò Alec visto che io non avevo nemmeno la patente.
Il loft era insolitamente vuoto e silenzioso, era a dir poco inquietante pensando a chi ci viveva dentro. Magnus, il miglior organizzatore di feste, il mago più potente e divertente di Manhattan.

"MAGNUS!" corsi subito verso il suo corpo inerme, aveva perso i sensi.
"Per l'Angelo che succede? Dobbiamo chiamare Izzy, Jace, tutti!" gridò Alec impanicato.
"Non chiameremo nessuno invece, Magnus avrà qualcosa qui che lo potrà curare, non credi?" cercai di calmarlo, ma vedendo la preoccupazione rimanere in quei suoi occhi neri come la pece capii che non ce l'avevo fatta.
Feci un gesto istintivo, gli presi la mano e gliela strinsi nella mia, sentivo il suo calore e il leggero tremolio che aveva per l'agitazione.
"Sta tranquillo, si rimetterà fidati, ma adesso dobbiamo andare a cercare qualche antidoto" gli sorrisi dolcemente e gli mollai la mano.
Lui era esterrefatto, non aveva detto una parola durante quel piccolo contatto e questo mi portò a sorridere ancora di più.
"Okay..." finalmente pronunciò una parola.

Mi misi a trafficare freneticamente  tra i mobili, era tutto in disordine, c'erano fiaschette aperte e rovesciate sui tavoli, ma non trovai niente...

"Okay, Alec chiama Tessa in qualche modo, dille che ci serve il suo aiuto, non ci so fare io con queste pozioni o qualsiasi cosa siano"

Alec usò un telefono mondano e Tessa arrivò prima di quello che mi aspettassi e portò via Magnu. Ci promise di non dire che eravamo insieme, mi fido di Tessa, è uan brava persona.

Alec era sempre più preoccupato.
"Tranquillo starà bene" proprio mentre mi dirigevo verso di lui inciampai su una specie di scatola sigillata e caddi per terra.
Alec mi venì incontro, ma mi sorpasso e prese in mano la scatola.

"Grazie dell'aiuto" gli dissi io
"Non c'è di che" mi rispose sovrappensiero, stava fissando la scatola e l'agitò portandosela all'orecchio.
Mi si avvicinò.
"Lo senti?" mi chiese avvicinando la scatola alla mia testa.
Alzai lo sguardo.
"Si, potrebbe essere la fiaschetta vero?" gli chiesi alzando lo sguardo. Notai che le nostre facce erano leggermente troppo vicine, lui mi fissava negli occhi. Imbarazzata abbassati immediatamente lo sguardo e mi si arrossarono le guance.
Sei fidanzata, lui è fidanzato, perché stai provando questo sottospecie di carota?
Si, questi sono gli insulti che la mia coscienza mi propone, scontati.

"Scopriamolo" disse lui dopo quella che sembrava un'infinità di tempo.

Tirai fuori il mio stilo e tentai di aprirla con varie rune di apertura, ma non funzionò.

"Qui ci vuole qualcosa di più potente..." Alec sembrava pensarci su.
"Tipo?"
"Tipo la nostra forza corporea"
"Come ai vecchi tempi?"
"Come ai vecchi tempi" confermò.

Estraemmo i nostri bastoni quasi contemporaneamente e cominciammo a picchiare sulla scatola con tutta la potenza che avevamo.
Ci stavamo divertendo. I pensieri per la salute di Magnus, le preoccupazioni di essere scoperti, tutto era scomparso, c'eravamo solo io, lui e i bastoni.
Ci eravamo dimenticati di tutto, anche che la fialetta all'interno della scatola in legno molto probabilmente era di vetro.

CRAC

"Oh no" erano l'unica cosa che riuscii a sussurrare.

La scatola era rotta, si, ma anche la fialetta, che era il motivo per cui eravamo lì.

"Nononononono" Alec era impazzito, e anche io.

Ci lanciammo sulla scatola, il liquido argenteo era sparso sul fondo, sulle spine e sui vetri rotti nella scatola.

Alec estrasse una nuova fialetta e me la porse.
"Raccogline più che puoi"
Ci chinammo sulle rovine della scatole e riuscimmo a raccogliere solo qualche grammo, ma perfortuna abbastanza per riuscire ad analizzarlo.

Tirai un respiro di sollievo, mi accasciai a terra e mi voltai verso Alec e risi. Si mi mettei a ridere così forte che anche Alec di aggregò.

Era la prima volta che lo vedevo ridere ed era bellissimo, i suoi denti  bianchissimi erano finalmente scoperti, i suoi occhi che si stringevano per la risata.
Smisi di ridere e lo fissai, lui fece lo stesso.

Entrambi non ce ne rendemmo conto, ci avvinghiammo in un abbraccio che era più di un abbraccio, ci stavamo baciando con foga,  come se fosse l'unica cosa di cui avevamo bisogno, come se fossimo l'unica risorsa di vita in mezzo a un deserto.

Ci ritrovammo sdraiati sul pavimento e continuammo a baciarci, cominciò a baciarmi il collo, chiusi gli occhi sospirando.

Lui smise, si alzò mi prese per mano sorridendo e mi portò di nuovo all'Istituto nella sua stanza.

...quello che è successo dopo potete immaginarlo...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 10, 2020 ⏰

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