Se c'era una cosa che Lemon le aveva sempre ripetuto, è che prima o poi Alice sarebbe arrivata. Un'adorabile fanciulla con un vaporoso vestito e i capelli morbidamente raccolti; gentile, un po' timida ma determinata a tornare a casa. E, davvero, Fraisier ci aveva creduto, impegnandosi nelle lezioni di galateo e imparando a fare il thè più buono del regno in attesa del suo fantomatico arrivo.
Alice si era rivelata essere un ragazzino scorbutico, con una felpa tre volte più grande delle sue spalle e l'odio totale verso ogni forma di pasticceria o dolci in generale.
Insomma, una tragedia.
All'inizio aveva anche provato ad andarci d'accordo, sul serio. Aveva nascosto la sua delusione sotto la curiosità, e si era sforzata di essere gentile: del resto, non doveva essere semplice ritrovarsi catapultati in un mondo diverso dal proprio nel giro di un pomeriggio. Ma le sue premure erano state solamente ignorate, e l'unica cosa che ne aveva ricavato era stata la più completa devastazione del suo campetto di fragole.
Il resto, era stato un continuo susseguirsi di litigi e momenti imbarazzanti che avrebbe volentieri dimenticato. Alice, che poi Alice non si chiamava, era riuscito a farsi odiare da suo fratello, far arrabbiare Scones distruggendogli il gazebo e intasare la fontana di thè nella piazza principale, il tutto nell'arco di un tempo davvero troppo breve. Doveva riconoscergli un certo impegno nel rendere la vita altrui un perfetto inferno.
Lo aveva cominciato a odiare. Certo, non erano proprio un sentimento adatto a una ragazza a modo come lei, ma non poteva evitarlo. Quell'Alice era tutto il contrario di quello che si era sempre aspettata, e a parte l'inesistente rispetto per chiunque avesse attorno, non aveva mai una parola buona per lei, solo sbeffeggiamenti sui merletti del suo vestito o i nastri che portava tra i capelli che la rendevano, a detta sua, ancora più ridicola di quanto già non fosse.
L'unica cosa che corrispondeva ai racconti era il suo desiderio di tornare a casa. Di solito, per avere udienza con la Regina in persona bisognava aspettare almeno un mese, quando le porte del castello si aprivano per L'ora del Thè, ma visto che Alice era ingestibile e tutto il regno pregava per liberarsi della sua presenza tutt'altro che gradita, la cerimonia era stata anticipata.
Per un momento era stata anche felice, Fraisier. Partecipare a un party del genere era un altro dei suoi sogni, e per l'occasione aveva tirato fuori dall'armadio il suo miglior vestito rosa, con il colletto di pizzo e le maniche ricamate. Era rimasta a fianco di Lemon durante il tragitto, e aveva passato sopra la poca eleganza di Alice nello spostare la sedia per sedersi al tavolo. Era stata addirittura ottimista quando la Regina, conosciuta per essere la più grande lunatica della storia, gli aveva accordato il permesso di andarsene il giorno seguente senza mostrarsi offesa dalla cosa.
E poi, tutto era andato a rotoli.
Non sapeva nemmeno bene che cosa fosse successo, ma all'arrivo della Red Velvet cake Alice aveva storto il naso commentando quanto schifo gli facesse una torta del genere; scatenando il panico tra i commensali e gli strilli indignati della Regina.
«Tagliategli la testa!» Aveva urlato paonazza in viso, lo stesso colore della sua torta preferita. E Alice invece che chiedere scusa, o scappare, era balzato sul tavolo gridando più forte e rovesciando vassoi di pasticcini e teiere con i piedi.
«Lasciami tornare a casa o ti distruggo la sala, vecchia!»
Alice aveva affondato una mano tra la glassa della Red Velvet, staccandone un pezzo intero e lanciandolo con mirabolante precisione in faccia alla Regina. Poi era saltato giù ridendo per afferrare le sedie e scaraventarle al centro del salone, dando il via a una vera e propria battaglia di cibo.
A quel punto, Fraisier avrebbe dovuto andarsene, davvero. Della delicata politica del regno, e dei nobili che avevano cominciato a ribellarsi dopo anni di soprusi a suon di pan di spagna e glassa, non le sarebbe dovuto interessare. Eppure era rimasta, coi capelli pieni di torta e il vestito irrimediabilmente macchiato mentre quel demonio di Alice rivoltava i mobili avendola vinta ancora una volta.
Non era riuscita ad odiarlo per davvero, nonostante quel macello.
«Ah, sei tu.»
«Come scusa? Ti ricordo che questa è casa mia!» Fraisier corrucciò le sopracciglia davanti alla porta, imponendosi di rimanere calma. «Posso entrare?»
Alice le rivolse un sorrisetto davvero irritante, prima di spostarsi per lasciarla passare. La camera degli ospiti era inaspettatamente in ordine rispetto ai giorni passati, come se non ci avesse dormito nessuno.
«Cosa vuoi a quest'ora? Mi sembra un po' tardi per venirmi a trovare... » Una pausa lunghissima, labbra che si stirano ancora di più.
«Non osare terminare la frase! Non è niente di quello che pensi!» Lo rimbeccò, sentendo l'imbarazzo scaldargli il viso. «Sono qui per questo. È un regalo, visto che domani te ne vai.»
Fraisier gli porse senza troppe cerimonie il pacchetto che aveva tra le mani prima che potesse pentirsene. Il ragazzino scrutò la carta sorpreso e, senza dire nulla, iniziò ad aprirlo.
Non era molto grande, e dopo pochi minuti estrasse fuori un piattino di ceramica bianca, con piccole fragole smaltate lungo il bordo.
«Uuh...Grazie, suppongo?»
«Aspetta.»
Poggiò la mano con cura sopra l'oggetto, e quando la rialzò comparve una fetta squadrata di torta Fraisier, con la glassa rossa e lucida e le fragole che si intravedevano attraverso la gelatina.
Era un dono molto più intimo di quello che voleva fargli credere, perché gli stava letteralmente mettendo in mano una parte di sé. Regalare a qualcuno il proprio dolce era un atto di fiducia, alla stregua di una dichiarazione d'amore; e nonostante non provasse quel tipo di sentimento, Fraisier gli era grata per quei giorni, anche se alla fine Alice non era stato l'Alice dei suoi sogni.
«So che non ti piacciono i dolci, però...» Provò a giustificarsi, assolutamente imbarazzata. Alice rise e afferrò la fetta con le dita ficcandosela in bocca tutta in un colpo.
«Non è poi così male.»
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Racconti per un anno
Short StoryRaccolta di testi partecipanti al Contest "La libreria del cappellaio Matto - la seconda tazza di the" indetto da magicartist2018 PRIMA PROVA - LO SPECCHIO BUGIARDO "Essere un riflesso non è facile, fidatevi."