<<Come ti sei sentita quando hai capito che non potevi più controllare quella maschera?>>
Quel camice bianco mi fissava come se aspettasse una rivelazione importante da aggiungere al suo tacquino. E ancora mi chiedo se l'abbia ottenuta davvero.
<<Era forte. La settima maschera era così forte che non so come mi sentissi in quel momento, era come se in un solo istante avesse preso possesso di me senza darmi la possibilità di reagire. Di certo la ragazza che era innamorata di Nicolas non avrebbe reagito in quel modo.>>
<<Secondo te Nicolas si è accorto di quello che è successo dentro di te?>>
<<Non in quel momento no>>
<<E ora che sei qui credi che se Nicolas se ne fosse accorto sarebbero potute cambiare le cose?>>
<<È importante? Cioè le cose sono andate così no? Se avesse potuto cambiare le cose lo avrebbe fatto.>>
<<Perché sei sicura che lo avrebbe fatto?>>
<<Perché lo conosco bene, e perché era innamorato di me>>
<<Credi che non lo sia più?>>
<<Neanche questo credo sia importante.>>
<<Perché?>>
<<Perché l'amore può finire, tutto ha una fine no? >>
<<Pensi che non possa essere innamorato di te perché a lui non vai bene per come sei davvero?>>
<<Io credo che neanche sappia chi sono davvero! Non lo so neanche io>>
<<Puoi spiegare meglio questo concetto? Che intendi per non lo so neanche io?>>
<<Lei crede di sapere esattamente chi è giusto? Crede di conoscere se stessa, crede di sapere esattamente come reagirebbe a qualsiasi situazione, ma ha mai pensato al fatto che le reazioni che ognuno ha possono essere cambiate da un qualsiasi altro fattore? Ad esempio l'insieme di pulsioni che ci invia la coscienza può evitare al nostro essere di prendere decisioni che questa considera sbagliate. Beh, io credo che le pulsioni che si possono ricevere sono dovute anche dai vari ruoli che ricopriamo. Quando lei è una dottoressa prende delle decisioni e fa delle scelte che magari da mamma non farebbe. Perciò non può sapere sempre con esattezza chi è, e cosa farebbe in determinate situazioni. Perciò Nick non può amare una persona che non sa chi è almeno in parte, e neanche può saperlo, perché chi come me ha così tante faccie ne mostrerà sempre una diversa o magari una nuova, e una persona non dovrebbe essere innamorata un secondo prima e il secondo dopo no perché la persona della quale si è innamorata cambia maschera. O no?>>
<<Ho capito il concetto, vai avanti ti prego>>
<<Dove ero rimasta?>>
<<Eri rimasta a quando ha chiesto a Nick se Ramona sapesse che lui ti amava>>
<<Ah già. Beh, non credo che Nick si aspettasse esattamente quella risposta. Mi lasciò la mano e si allontanò da me come se gli avessero appena inferto un colpo di fucile al cuore. Non aveva più importanza cosa avrebbe risposto, così mi voltai per schiavare e aprire la porta. Nick mi sorrise. Non avevo ancora idea del perché. Uscì dalla porta della mia camera in fretta e furia, Daniel era in corridoio e appena lo vide gli porse la mano aspettandosi che Nick avrebbe ricambiato il saluto, ma non lo fece. Lo vidi uscire di casa sbattendo la porta, con tanta di quella rabbia che mia madre che stava ancora sistemando i vestiti uscì dalla lavanderia spaventata chiedendo cosa fosse successo.
"Niente mamma, a Nick non andava di studiare"
Daniel mi guardò attonito e Bri che era appena uscita dalla sua stanza cercò spiegazioni, ma io feci finta di non sentirla e mi chiusi la porta alle spalle.
Psicologia e Letteratura fu una giornata talmente strana che ricordo persino le materie che studiai quel giorno per prepararmi al test di giudizio di livello per il college. Ma tra un concetto di Freud e una poesia di Shakespeare mi arrivò una chiamata da un numero sconosciuto.
"Pronto?"
"Sei Alice giusto? Devo dirti una cosa"
"Chi sei?"
"Ramona"
"Ah, beh, dimmi"
"Nicolas mi ha baciato per aiutarmi a far ingelosire il mio ex ragazzo, lo ha fatto in quel momento perché sapeva che tu eri dentro ad aspettare che ti portasse da bere. Non avrebbe mai voluto che ci vedessi, e poi quando siamo andati in camera è stato per lo stesso motivo. Mi dispiace che tu abbia pensato che Nick avesse qualche interesse nei miei confronti o che io ne avessi nei suoi. È venuto a casa mia e mi ha detto che dovevo dirti la verità e che potevo fidarmi. Mi dispiace."
"Ramona"
"Sì?"
"Mi stai dicendo la verità?"
"Ma certo che si, sei pazza? Non vorrei mai che voi due litigaste per colpa mia, siete amici da una vita."
L'ultima frase di Ramona prima che ci salutassimo avrebbe dovuto impietosirmi, invece non riuscivo a pensare ad altro che a lui. La maschera era caduta e aveva lasciato il posto all'impulsiva. Dovevo vederlo. Mi infilai sotto la doccia in fretta e furia, mi lavai i denti mi misi il profumo, appesi il fono allo scalda salviette in modo che puntasse sulla mia testa per risparmiare tempo, mi truccai, mi vestii e mi misi le scarpe. Quando i capelli furono quasi completamente asciutti presi il telefono e la giacca per andare verso casa di Nick.
"Dove stai andando?"
Mia madre era sulla porta della cucina mentre aprivo la porta di casa per uscire.
"Devo uscire"
"Scordatelo è ora di pranzo, ci sono i gnocchi, va a sederti è quasi pronto."
Lasciai la maniglia della porta nel momento esatto in cui suonò il campanello. Con malavoglia guardai nello spioncino. Nick. Aprii la porta. Ci guardammo. Sentivo gli occhi di mia madre su di noi.
"Andavi da qualche parte?"
"Stavo venendo da te"
"Hey Nick ti sei dimenticato qualcosa? Ti fermi a pranzo?" Ovviamente mia madre doveva capire cosa stesse succedendo. Mio padre uscì dal suo studio guidato dall'odore del sugo di mia madre e la stessa cosa fecero Dan e Bri uscendo dalle loro stanze.
Ci guardavano tutti.
"Ci sono gli gnocchi?"
"Si"
"Beh allora se non dispiace signora Fell resterei"
Ci sorridemmo e ci sedemmo a tavola mentre Bri sbuffava e mamma e papà fissavano Nick che parlava con Dan con aria interrogativa.
"Allora Nick ti piacciono i miei gnocchi?"
"Le sue origini italiane signora Fell insieme alle sue mani d'oro creano da sempre piatti spettacolari, è inevitabile. Sono davvero buonissimi"
"Nick mi fai arrossire cosi"
"Ha fatto innamorare anche te?" Acida troietta senza cervello. Fissavano tutti Nick mentre io guardavo fissa Bri minacciandola con gli ochhi.
"Perché ci altro ha fatto innamorare?"chiese mio padre guardando Bri.
"La gatta di Ramona, lei mi ha detto che lo adora!"
Tirai un sospiro di sollievo ma quella senzazione svanì in fretta per via della tensione .
"In realtà la gatta di Ramona ama chiunque le dia un briciolo di attenzione, conosco qualche altra femmina che si comporta cosi, tipo te Bri"
Dan era come se avesse appena dato una mazzata tra capo e collo a Brianna. Io e Nicolas ci scambiammo un sorriso. Bri si alzò da tavola andando verso Daniel che era a capotavola.
"Siediti Brianna"
Mia madre la fulminò.
"Daniel chiedi scusa a tua sorella, subito!"
Dan chiese scusa e continuò a mangiare i suoi gnocchi nascondendo un sorriso appena sopra alla superficie della sua anima perfida e vendicativa. Anche io e Nick ridevamo dentro guardandoci e aumentando il nostro amore per Dan.
Per dessert mia madre aveva preparato una musse allo yogurt con la glassa alla fragola, Nick continuava a complimentarsi con lei come se volesse ingraziarsela e Bri continuava a viaggiare con la sua mente immaginando all'incirca un migliaio di modi per allontanarlo da me o ucciderlo. Dan mangiava come se nulla lo sfiorasse mentre mamma e papà erano concentrati sul loro ospite, che non era minimamente interessato a nessun altro apparte me.
Finimmo per parlare del lavoro dei sogni di Nick, e del suo futuro, mia madre non faceva altro che raccontare aneddoti sulla nostra infanzia e su quanto fosse adorabile il piccolo Nicolas.
"Credo che sia arrivato il momento che io e Ali ci dileguiamo signori Fell"
Questa frase rimase sospesa a mezz'aria per un pò.
"Abbiamo un test di valutazione delle competenze in settimana abbiamo deciso di studiare per tempo per una volta, dato che ora siamo al college e la mia media fin ora al liceo è rimasta alta solo grazie a sua figlia signora Fell"
Non ci credevo ancora alla scusa che era riuscito a usare con i miei, cioè più che altro non credevo che ci avrebbero creduto.
Rientrammo nella mia camera e serrai di nuovo la porta, poi sistemai i cuscini sul letto mentre lui leggeva i titoli di alcuni dei libri che erano sulla mia mensola,accanto alla scrivania, sulla quale si appoggiò non appena finì i titoli interessanti. Poi rivolse il suo sguardo a me, che nel frattempo mi ero seduta ai piedi del letto, sulla moquette morbida, con le gambe incrociate.
"Dove stavi andando? Quando sono tornato, dove stavi andando?"
"Te l'ho detto prima, stavo venendo da te"
"Perché?" Sì sedette di fronte a me con uno sguardo malizioso.
"Perché dovevo vederti"
"Per dirmi cosa? Se posso sapere..."
"Volevo dirti che avresti potuto dirmelo tu quello che mi ha detto Ramona, ti avrei creduto. E poi volevo dirti che se solo fossi stato un minimo più intelligente me lo avresti detto quella sera cosa stavi cercando di fare. E volevo anche dirti.."
Un bacio, un bacio morbido, caldo, che sapeva di fragola e yogurt, lungo, intenso, un bacio che voleva soltanto farmi stare zitta, che voleva farmi smettere di chiedere o dare spiegazioni, che voleva farmi smettere di parlare solo per allontanarlo da me, un bacio che voleva farmi smettere di avere paura di tutte quelle stupide maschere alle quali ero stata legata per anni, un bacio che mi portò a perdere la maschera, non una, ma tutte.
E da qui che è cominciata>><<Che cosa?>>
<<Quella che credevo sarebbe stata la mia vita. Da qui ho iniziato ad essere una persona sola, e non soltanto un insieme di maschere da intercambiare in base alla situazione, ero solo io. O almeno così credevo.>>
<<Credevi?>>
<<Non mi è concesso spoilerare, mi dispiace>>
<<Beh allora vai avanti Alice>>
<<Quanto durano queste sedute di solito?>>
<< Abbiamo appena cominciato>>
<<Quindi sarà come quando mia madre e mio padre mi torturavano per ore finché non davo loro le risposte che volevano?>>
<<Diciamo che desideriamo avere delle risposte, vogliamo soltanto capire chi sei, devi essere tu a scegliere cosa raccontarci per farcelo comprendere.>>
<<Sembra una buona alternativa alla tortura, ok, vado avanti.
Non studiammo quel pomeriggio come potete immaginare, ci sdraiammo su quella moquette a guardarci negli occhi, ci sorridevamo senza dire niente ci baciammo ancora e ancora, almeno finché la cosa non sembrava spingersi oltre, in quel momento Nick si fermò
"Aspetta. Non è ancora il momento..."
"Beh non è proprio tutta colpa mia"
"No scemotta, è che prima ho bisogno di sapere una cosa"
"Cosa?"
"Da quando sei innamorata di me?"
"Io non ho detto di essere innamorata di te."
Lo guardai quanto più seriamente mi fosse possibile, e per un attimo sembrò evidentemente spaventato, poi non riuscii a trattenermi dallo scoppiare a ridere. Lui mi fece il solletico, sapeva benissimo quanto fossi facilmente condizionabile con il solletico.
"Scherzo, scherzo, ti prego basta"
Stavamo ridendo come pazzi quando mia madre bussò alla porta.
"Tutto bene lì dentro?"
"Sì signora Fell, cercavo di ammorbidire la parte professionale di sua figlia con una battuta e la cosa è degenerata, ora è sotto controllo."
Disse tutto questo mentre continuava a farmi il solletico e mi schiacciava un cuscino in faccia per attutire le mie risate.
"Pensate a studiare voi due!"
Appena mi lasciò riuscii a dire a mia madre di stare tranquilla.
"Facciamo una cosa, io dico a te quando mi sono innamorata se tu prima lo dici prima a me."
"Mi sembra un giusto compromesso." Mi baciò la mano. "Allora, hai presente quando Bri mi ha illuso che tra lei e me potesse esserci qualcosa? Beh io sono venuto da te aspettandomi che tu mi avresti rassicurato, che mi avresti detto, vedrai che quando si accorgerà di averti perso si sentirà un idiota e tornerà da te. Invece tu mi hai preso tra le braccia e mi hai detto ti meriti di meglio. Non hai mai messo in primo piano Bri e la sua cattiveria, hai messo in primo piano il fatto che io stavo soffrendo."
Regnò il silenzio, per un pò, il mio cervello tornò a quel momento e sembrava passata un eternità, lui mi aveva amata tutto questo tempo, e non me lo aveva mai detto.
"Ora tocca a te Ali">>
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Perdere la maschera
RandomVendetta, paura, sfrontatezza, senso di colpa, menzogna, crudeltà, ma anche felicità, dolcezza, fragilità. Maschere. Sono tutte maschere che non ti sveleranno mai qual'è la tua identità. "Chi credi di essere senza una maschera Alice?" "La domanda g...