CAPITOLO 5

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Iniziammo ad organizzare per un pranzo di gruppo, poi nel pomeriggio saremmo andati a dare un occhiata ai corsi, e la sera saremmo andati tutti insieme alla festa delle matricole, evento fondamentale per la vita di un collegiale al primo anno, per vari motivi: fare conoscenze nuove, ubriacarsi per l'ultima volta prima di ritrovarsi con lo studio fin sopra i capelli, farsi amici i ragazzi più grandi che possibilmente siano proprio quelli adorati dagli insegnanti e così via. I lati negativi della festa di maturità? Il doposbornia, ma diventa comunque positivo considerando che può durare al massimo una settimana e da matricola hai esattamente una settimana per riprenderti. Beh in ogni caso il pranzo di gruppo lo organizzammo in una delle 3 hamburgherie del campus, conoscemmo altre matricole, più che altro ragazze. Eravamo in un tavolo che aveva da una parte le sedie e dall'altra il divanetto attaccato al muro. Io mi ero messa sul divanetto con Dan, Bi e Lory, invece Nick e Marti erano sulle sedie. Sembrava che avessimo tutti scritto in faccia MATRICOLE, grosso come un enorme palazzo, infatti tutti quelli che si avvicinavano durante il pranzo ci chiedevano se fossimo matricole, come se fingessero di non sapere la risposta. Inoltre sembrava che avessero tutte il terribile vizio di comunicare soltanto dopo un contatto, che nessuna di quelle ragazze ovviamente ebbe con Marti, invece le spalle e anche la schiena di Nick sembrano attirare tutte quante.
"Hey tutto ok? Sembri seccata."
Non risposi a quella domanda, ero troppo impegnata a realizzare che ero gelosa.
Io.
Io ero gelosa.
Sono gelosa?.
La mia testa girava e rigirava la parola "gelosa" sperando che potesse cambiare significato ad un certo punto, ma non succedeva mai.
"Amore parlo con te!"
Amore?
Amore!
Sei serio?
Amore!
Ora era "amore" la parola che infastidiva la mia mente, ma era un fastidio buono e non desideravo affatto che cambiasse significato.
"Che hai detto?"
Tutti mi guardarono un pò confusi, la mia voce doveva essere sembrata alterata.
"Ho detto che sembri seccata"
"No dopo"
"Ho detto che parlo con te"
"No prima"
"Ah dici quello!"
Mi scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e poi si girò verso Dan che era alla mia destra.
"Daniel, vieni al mio posto va!"
Sì scambiarono di posto e appena Nick si sedette accanto a me mi diede un bacio sulla fronte e mi accarezzò il viso, mentre gli altri fingevano di non guardare.
"Ho detto Amore"
Quella parola sussurrata nell'orecchio sembrava essere più bella di quanto lo fosse stata 2 minuti prima.
"Non ho capito"
Glielo dissi sorridendo, volevo sentirmelo dire ancora.
Si alzò in piedi
"Dan credo che tua sorella sia sorda".
Daniel fece una delle sue solite alzate di spalle .
"Prova a urlare, magari ti sente"
Nicolas stava aveva già spalancato la bocca per urlare. Mi alzai in fretta e lo baciai per chiudergli la bocca, ricambiò il bacio mentre il resto della tavolata applaudiva compiaciuta e il resto del locale si era praticamente girato a guardare noi due. Mi affossai in quel divanetto tra le braccia di Nick ,con le guance che minacciavano di prendere fuoco, fino alla fine del pranzo, mentre le ragazze ridacchiavano e i ragazzi si scambiavano sguardi compiaciuti.
Finito il pranzo decidemmo di fare un giro completo del campus, ci innamorammo di una taverna che vendeva birra alla spina nei boccali e ci promettemmo di tornarci, ci fermammo nel parco che si vedeva dalla nostra finestra e effettivamente il silenzio che regnava li era terribilmente rilassante, almeno la prima mezz'ora, poi iniziò a diventare imbarazzante. Ci andammo a segnare ai corsi. Le gemelle si segnarono a giornalismo, informatica, lettere e fotografia, figuriamoci se non facevano gli stessi corsi. Anche Dan si segnò a fotografia, così decidemmo di farlo tutti quanti insieme. Nick scelse lettere, biologia e architettura, corsi completamente diversi, questo perché era insicuro quanto me, che infatti scelsi biologia, psicologia e lettere. Bianca anche scelse i miei stessi corsi. Le uniche che avevano le idee chiare erano le gemelle, non erano maniache solo nell'ordine, lo erano in ogni cosa. Capii che Dan non aveva le idee così confuse quando dopo fotografia si segnò senza esitare anche ai corsi di arte, architettura e disegno tecnico.
"Perché non mi hai mai detto che volevi fare l'architetto?"
"Non me lo hai mai chiesto"
Fu la prima volta che mi resi conto che mio fratello non era soltanto un cazzone che non tornava a casa la notte e che non aveva voglia di studiare. Iniziai a chiedermi se magari aveva soltanto bisogno di qualcuno che credesse in lui.>>

Perdere la mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora