Nove

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Sono passati sei mesi da quanto Tyler ha cominciato a lavorare e, con grande sorpresa di Stiles, il ragazzo ha mantenuto la parola mettendo via gran parte degli stipendi ricevuti.

È un mercoledì pomeriggio e Stiles sta tagliando il prato quando sente le voci di Tyler e Derek parlare concitate nel giardino anteriore della casa. Si asciuga il sudore con la maglia e va a vedere cosa succede. Gli manca il fiato quando Tyler sorride indicandogli una moto bianche e verde. Per esattezza una Honda e, per essere ancora più precisi, lo stesso modello che guidava Derek quando si sono incontrati la prima volta. Se Stiles non fosse stato presente il giorno in cui la demolirono avrebbe giurato che quella fosse la sua.

“Che significa?” chiede irritato.

“Papà, ho trovato la moto giusta.”

“Pensavo che fossi più intelligente e che ci arrivassi da solo che per gareggiare avresti dovuto affidarti a una moto nuova e non allo scarto di qualcuno.”

“Ma papà, la moto è in buone condizioni e tu potresti sistemare quello che non va.”

“Non ci pensare nemmeno. Non asseconderò quest’assurdità.”

“Stiles...”

“Tu stai zitto” lo interrompe alzando un dito “come hai potuto fare questo alle mie spalle? Credevo fossimo d’accordo.”

“Ti avevo detto che andava bene se l’avesse comprata con i suoi soldi e così è stato. Mi ha chiesto un parere professionale e io gliel'ho dato.”

“Ovviamente senza dirmi niente. Perché sono solo il meccanico che da vent'anni evita di farti sfracellare al suolo.”

“Papà, scusa. Non volevo escluderti.”

Stiles smette di urlare e guarda suo figlio trovandolo con gli occhi lucidi e l’espressione triste sul viso. “Va bene, fammi vedere questa catorcio che avete comprato” dice con un sospiro.

Tyler gli si lancia al collo abbracciandolo. “Grazie” urla dandogli un bacio.

Poi si stacca e abbraccia anche Derek. “Ho i papà migliori del mondo.”

Si dirigono insieme verso la piccola officina che Stiles aveva allestito di fianco al garage e il castano comincia ad esaminare attentamente la moto mentre Derek e Tyler lo osservano in un silenzio teso, come se stessero aspettando l’esito di un importante esame.

“Ci sono cose che devono essere assolutamente sistemate, ma... Devo ammettere che siete stati bravi.”

“Lo farai tu?” chiede Tyler con occhi supplicanti.

“Mi piacerebbe dirti di no e farti andare da un meccanico che ti chiederebbe un occhio della testa per rimetterla a nuovo, ma non voglio che qualcuno diverso da me ci metta le mani.”

“Grazie. Ora devo scappare che Scott mi aspetta” dice scappando via e lasciando i due in un silenzio imbarazzante.

Stiles decide di ignorare Derek cominciando a smontare alcuni pezzi della moto.

“Sei arrabbiato?”

Stiles non risponde e continua il suo lavoro.

“Okay, sei arrabbiato.”

“No, non sono arrabbiato. Sono furioso.”

“Cos’avrei dovuto fare?”

“Dirmelo? Discutere con me? Rendermi partecipe della cosa? Ma no perché tu non lo fai mai, non importa quanto le tue decisioni possano influire sulla mia vita, per te l’importante è fare quello che vuoi. E chi se ne frega degli altri.” 

Derek decide di fermare quel fiume di parole nell’unico modo che conosce.
Trascina Stiles verso di se, appoggiando violentemente la bocca a quella dell’altro. Stiles resta un momento paralizzato per lo stupore. Ma poi chiude gli occhi e affonda le mani nei capelli corvini dell’ex marito: Dio se gli era mancato!

Si baciano con urgenza e violenza, strappandosi quasi i vestiti di dosso. Stiles si abbassa mordendo il collo e gli addominali di Derek, assicurandosi di lasciare segni e di fargli anche un po'male. Quando entrambi si sfilano i pantaloni assieme all’intimo, si ritrovano già completamente eretti ed eccitati. La mano di Derek corre immediatamente a stuzzicare l’entrata di Stiles, trovandola stretta e contratta. Si porta le dita alle labbra e le succhia, inumidendole con attenzione. Torna a giocare con l’anello di muscoli, facendo entrare la prima falange e ruotandola. “Fai presto” ansima Stiles.

“Lasciami fare. Sei troppo stretto.”

“Non importa. Ho bisogno di sentirti dentro il prima possibile.”

“Sei sempre il solito impaziente, ma questa volta si fa quello che voglio io.”

“Mi piace quando sei autoritario.”

“Lo so” dice con un sorriso malizioso mentre aggiunge il secondo dito.

“T-ti ricordi quando mi hai legato al letto e quasi Tyler ci scoprì?”

“Oh sì, per un attimo ho temuto di avere un infarto.”

“E-esagerato” ansima Stiles. 

“Glielo avresti spiegato tu che il suo padre più giovane era un piccolo pervertito?” chiede Derek con voce roca.

“Era?” è la risposta che riceve.

“Vuoi che ti leghi?”

Un gemito sfugge dalle labbra di Stiles rispondendo a quella domanda. Derek si guarda attorno trovando delle fascette verdi che il marito usava per legare alcuni attrezzi da lavoro. Ne prende una e ferma i polsi di Stiles dietro la schiena. “È troppo stretto?”

“N-no, va bene” risponde Stiles con le guance in fiamme. 

GimkanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora