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Sul mio banco trovai nuovamente una lettera, di colore rosso.

“Fregatene di ciò che diranno o penseranno.
Se c’è di mezzo la tua felicità, passa oltre.”


Era una cosa curiosa questa, perché nessuno sapeva della mia situazione oltre a Jimin, e questo bigliettino
rispecchiava perfettamente le parole dette da lui questa mattina. Voleva vedermi felice e mi avrebbe
aiutato a farlo. Non sapevo che pensare, lo stalker che mi scriveva si era rivelato essere la stessa persona
del disegno che stavo facendo, l’ultima cosa che mi rimaneva scoprire era che fosse anche l’ammiratore segreto che scriveva queste lettere.
Pensai ha lungo tutta la mattinata, per arrivare ad una conclusione sconcertante. Jimin quando era sotto
l’albero tendeva a scrivere, quindi possibile che fosse lui? Ne lo avrei chiesto anche, ma non ne avrei avuto il coraggio nel sapere il perché di queste poesie….
Quando le lezioni finirono, aspettai che tutta la scuola fosse uscita per poi uscire anche io. Quando fui
fuori il vento mi colpì in pieno e sospirai di sollievo.

Jimin- Hey…

Osservai Jimin, seduto sugli scalini, mentre mi aspettava con un sorriso stampato in faccia. Tutto ad un
tratto mi venne in mente la prima lettera, diceva qualcosa sui sentimenti, e ad allora che un po di paura ne avevo. Non avevo mai provato sentimenti del genere in vita mia e l’idea di provarli mi spaventava. L’amore?
Si questo tipo di sentimento.

Non mi ero mai avvicinata a nessuno come stava facendo lui con me. Il fatto che si interessasse a me di
punto in bianco così mi rendeva curiosa del perché lo fosse.

Jimin- Ci hai messo molto ad uscire.

Mi ero già preparata un blocchettino per dialogare con lui.


Non volevo che ci vedessero insieme….


Jimin- Giusto….beh, vogliamo andare?

Scossi la testa in segno di approvazione, per poi avviarci verso il parco.

Jimin- Posso chiederti una cosa?

Si girò verso di me e io annuì.

Jimin- Perché non parli?

Mentre lui mi chiedeva questo, distolsi lo sguardo per poi portarlo al quadernino.

Tendo ad non parlare con la gente, ricordi? E per questo trovo inutile usare la voce.

Jimin- Ma così rischi di perderla, io vorrei veramente sentire la tua voce.

Mi sorrise e io non feci altro che distogliere lo sguardo e dirigerlo verso i miei piedi.
Quando arrivammo al parco ci sedemmo tutti e due sotto l’albero d’acero. E posso dire soltanto che mi era mancato stargli così vicino.
Tirai fuori il mio blocco e ritornai a quel disegno.

Jimin- Posso vedere?

Un po insicura sul farglielo vedere gli passai il quaderno.

Jimin- Cavolo, è veramente un capolavoro. Sei molto brava. E il mio volto ti serve ancora?

Un po in imbarazzo ripresi il mio blocco e mossi la testa in segno di approvazione.

Jimin- Dimmi come dovrei mettermi?

Ci pensai un attimo, e tutto quello che feci fu alzarmi posare le mie mani sulle sue spalle e girarlo
totalmente verso di me.

Jimin- Siamo già un passo avanti vedo, mi hai appena toccato. Non pensavo che avresti fatto così tanti
progressi in una giornata, sono molto contento.

Arrossì ancora di più alle sue parole. Mi misi a sedere e presi in mano la matita per poi iniziare ad abbozzare
il suo volto. Ad ogni sguardo che gli davo, mi sentivo ancora di più in imbarazzo e l’agitazione si faceva
mano a mano sempre di più, speravo soltanto che non si fosse moltiplicata, ma non fu così. Di nuovo presi
la mia roba e scappai lontano da lui, mentre lui urlava il mio nome.

Jimin- (t/n)! Aspetta!

Non lo ascoltai e mi diressi subito verso casa, e quando arrivai in camera mia presi la mia busta e respirai ancora una volta.
Le ore successive, non mancarono le lacrime ad accompagnare il mio attacco di respirazione. Quelle lacrime questa volta non erano soltanto rivolte alla mia situazione, ma anche al fatto che pensai un sacco di volte che fossi una stupida codarda….avevo lasciato Jimin lì senza spiegazioni della mia fuga improvvisa, e soprattutto mi chiedevo perché stessi piangendo per lui. Non mi capitava mai di piangere per qualcuno oltre a mia madre.
Il resto della serata la passai a cercare di prendere sonno, finendo per addormentarmi alle 3 del mattino.

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ᴘʀᴏᴍɪsᴇ - ᴘᴊDove le storie prendono vita. Scoprilo ora