uno

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Quando Harry salì sul treno pronto per dirigersi ad Hogwarts si sentì pervadere da un senso di preoccupazione ed ansia. Probabilmente stavano per scoprire un terribile segreto sul conto di Draco Malfoy, e lui ancora non poteva pensare al fatto che molto probabilmente quel ragazzo fosse un Mangiamorte. E ancora non credeva che i suoi amici non ritenessero Draco capace di compiere un'azione simile. Eppure Harry pensava che ne sarebbe stato più che capace, considerando a quale famiglia apparteneva.

«Pensi davvero che Malfoy potrebbe essere un Mangiamorte?» gli chiese Ron. «Io non lo vedo capace di fare una cosa simile, sai?»

Harry alzò le spalle, non aveva idea di cosa rispondere e non sapeva neanche quale potesse essere la cosa giusta da dire in quel momento. Non gli andava di accusare nessuno, infondo. Eppure non poteva togliersi dalla testa questa idea.

Stette in silenzio, i suoi amici capirono che non gli andava di parlare ancora di quell'argomento e cominciarono a chiacchierare di quello che avrebbero fatto una volta arrivati ad Hogwarts per il loro sesto anno.
Harry, d'altra parte, spostò lo sguardo fuori dal finestrino. Chissà dove stava Draco in quel momento. Non era di certo nel suo stesso scompartimento. Aveva guardato bene prima di entrare e l'avrebbe notato subito se ci fosse stato. Forse era nel vagone affianco. Forse anche lui stava parlando coi suoi amici. O forse anche Malfoy stava pensando a lui.

Il treno correva veloce ed Harry non riusciva a focalizzare l'attenzione su nessun particolare al di fuori del suo finestrino, se non su delle nuvole tanto scure e grigie. Le osservò bene, che si stesse annunciando un temporale?

Nel vagone affianco c'era per davvero Draco, ma non stava parlando coi suoi amici, né stava pensando ad Harry. Eppure guardava anche lui fuori dal finestrino. Aveva la malsana voglia di buttarsi giù dal treno, di saltare, di scappare via.

E invece doveva tornare un'altra volta ad Hogwarts e sentirsi intrappolato come non mai. Le mura di quella scuola stavano cominciando a stargli strette. Draco pensò che forse non c'era mai stato un posto a cui si sentisse veramente legato. Casa sua era diventata opprimente, triste, anzi, si sentiva terrorizzato anche soltanto a dividere la stanza col suo stesso padre. Non ricordava neanche l'ultima volta che avesse realmente dormito. Ma come sarebbe riuscito a dormire se aveva il terrore che sarebbe potuto morire da un momento all'altro? La notte teneva sempre gli occhi aperti nel caso fossero arrivati i suoi compagni Mangiamorte. "Compagni" era una parola così ironica da usare in quel contesto.

Guardò fuori dal finestrino, notò le nuvole grigie come aveva fatto Harry dall'altra parte del treno. Si chiese se le nuvole fossero in grado di rappresentare così bene il suo umore. Si sentì pizzicare gli occhi e così anche le sue iridi si ingrigirono.

Harry, nel frattempo, era riuscito ad infilarsi nel vagone in cui Draco si trovava e si era nascosto grazie al suo mantello dell'invisibilità. Era accovacciato in una posizione scomoda, ma doveva far ben attenzione a restare coperto. Nel frattempo non poteva fare a meno di squadrare Malfoy ed il suo sguardo così perso nel vuoto. Pansy, invece, gli stava accarezzando i suoi capelli biondi, sorridendo ampiamente. Tutti avrebbero voluto essere al suo posto.*

Quando il treno arrivò ad Hogwarts, Draco fece per scendere, ma un rumore proveniente dal suo vagone gli fece capire che non era realmente solo.
Harry era con lui, nascosto sotto il mantello invisibile. Draco glielo sfilò da dosso non appena notò il punto esatto in cui si trovava.

«Non riesci a starmi lontano, Potter?» sogghignò Draco.

Harry non voleva combattere con lui, né voleva attaccarlo, voleva sapere cosa gli stava succedendo quell'anno. Se il ragazzo arrogante dei Serpeverde fosse soltanto un ragazzo egocentrico e pieno di sé, o se si stava trasformando in qualcosa di molto più pericoloso.
I due continuarono a combattere nel vagone di quel treno, finché Malfoy non gli lanciò un petrificus totalus.
Harry cadde a terra, fermo ed immobile. Lo odiava, odiava quel ragazzo con tutto se stesso. Eppure qualcosa dentro di lui gli diceva che Malfoy non sarebbe mai potuto essere pericoloso, né realmente cattivo. Forse l'aveva intravisto dal suo sguardo, dai suoi occhi che sembravano sputare odio, ma che in realtà erano solo molto tristi.

Harry non poteva rispondere, poteva solo guardare Malfoy che stava all'in piedi, dritto sopra di lui. Per un attimo lo vide abbassarsi, si avvicinò al suo viso e, per una frazione di secondo, gli sembrò quasi che Draco avesse accennato un sorriso.

«Ci vediamo, Potter» disse Malfoy prima di coprirlo interamente col mantello dell'invisibilità.

Draco scese dal treno, facendo attenzione che nessuno l'avesse visto. Si incamminò verso l'entrata di Hogwarts e contemporaneamente non poteva fare a meno di chiedersi con qualche forza sarebbe riuscito ad affrontare quell'anno. Con i suoi genitori che non facevano altro che ricordargli il compito a cui ormai aveva deciso di adempiere, con Piton che, anche lui, lo sorvegliava direttamente ad Hogwarts. Non era sicuro neanche lì ormai. E poi Harry Potter... quel ragazzo sarebbe stato la sua fine.

* "Harry [...] watched Pansy stroke the sleek blonde hair off Malfoy's forehead, smirking as she did so, as though anyone would have loved to be in her place" (ho preso ispirazione realmente da una scena del libro)


buonasera!
mi dispiace se il primo capitolo è lento e rappresenta le stesse scene dell'inizio del principio mezzosangue, ma doveva essere di introduzione.
prometto che ne accadranno delle belle nei prossimi capitoli ;)

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