«Silvia, dov'è Abby?»
Il tuo occhio promette l'amore
Il tuo cuore dona il cielo
- Victor Hugo«È accanto a Margot, ha preso una bottiglia d'acqua. Tranquilla, non resteremo così per sempre. Dovremmo pur uscire, no? O scappano con il denaro o ci ammazzano tutti» si sistema i capelli dietro l'orecchio.
«Certo che te sei molto rassicurante. Sembra di stare in un cazzo di film di Tarantino»
Si lascia scappare una risata.«Ostaggi!» Denver. in queste ore ho imparato a distinguere perfettamente le loro voci.
«Registrerete un video che noi invieremo ai vostri familiari. Quindi forza, gente! Alzatevi!»
Questa potrebbe essere la nostra unica possibilità di comunicare con l'esterno. O lasciare un messaggio d'addio.Denver e Tokyo ci fanno allineare e, una volta in fila, entriamo uno alla volta in un ufficio.
Non so come reagiranno i miei genitori. Forse già sono stati informati dalla polizia. Probabilmente questa si è già messa in contatto con i rapinatori per liberarci.
«Gre, mancano poche persone»
«Mmh si. Non so cosa dire. Ci sto pensando da un po' ma ho paura di entrare in crisi, di iniziare un flusso di parole sconclusionate»
«Dì che ti mancano, che sei spaventata ma ci stanno trattando almeno umanamente»
«Silvia, non so come reagiranno, ci credi?
Se si stanno dannando per me oppure sono in un'altra della loro sfiancanti riunioni»
«Scommetto che sono già sul primo volo per Madrid»
«Non ci metterei la mano sul fuoco»Ho sempre avuto un rapporto altisonante con i miei genitori. Sono le persone più importanti della mia vita ma loro spesso e volentieri ignorano la mia esistenza. Non per cattiveria, piuttosto per abitudine. É il lavoro, che si trova sempre al primo posto.
«Vai prima tu, Silvia»Quando Silvia esce ha gli occhi lucidi. Ci scambiamo uno sguardo e poi fa ritorno nella sala del museo.
Esco dalla fila e vado a posizionarmi all' ultimo posto, sotto lo sguardo interrogativo di Oslo.***
Mancano meno di dieci persone. Oslo è stato richiamato qualche minuto fa da Helsinki.
«Veloci! Non possiamo perdere tutto il giorno!» Tokyo fa capolino con il suo m16 a braccetto.
Si dirige verso di me.
«E tu, che ci fai ancora qui?»
«Io... non voglio. Non voglio registrare alcun video» inizia a ridere.
«Buongiorno Miss! Sei cascata ora dalle nuvole? Io so invece che tu lo farai eccome!»
«Non voglio farlo»
«Spero sia una battuta» continua a ridere.
Cerco di distanziarmi ma lei mi afferra il braccio. Intanto tutti stanno guardando la scenata a cui lei ha appena dato inizio.«Bella, gli ordini qui li do io e io dico che tu registrerai quel cazzo di video» é partita. Fusa.
Mi strattona e mi spinge davanti.
Mi appoggio alla parete per non cadere. Vedo ancora tutto sfocato: il viso di Tokyo sembra deformarsi.
«Non puoi pretendere che faccia qualcosa contro la mia volontà! È immorale!»
Non so quale santo mi stia spronando a continuare una discussione con una donna armata di m16. Forse sono io che sono pazza. Anzi, senza forse.Capisco di aver fatto effettivamente una cazzata quando mi arriva un ceffone. Sul serio.
E cazzo quanto fa male.
Se avessi i miei amati occhiali penserei anche di ricambiare. Ma forse meglio così.«Signore! Calmiamo i bollenti spiriti»
Berlino. Mi volto contro la parete.
«Tokyo! Cosa sta succedendo qui?»
«La mocciosa mi manca di rispetto-»
Sento qualcosa di liquido che cola sulle labbra.
Non ora.
Tampono il naso con la manica della tuta cercando di bloccarlo. Succede sempre nei momenti meno opportuni. Non che ve ne siano di adatti.«Berlino, senti qua: si rifiuta di registrare un video! Come se fosse nelle condizioni, poi» ride ancora. Siamo in un covo di squilibrati.
Sento Berlino sospirare.
«Tokyo queste non sono le maniere adatte. Io stesso ho garantito che non avremmo fatto del male. Mi stai facendo passare per un bugiardo»
«Ma guarda che mocciosa, parli e ti da le spalle» continua la pazza.Prima che possa girarmi di mia spontanea volontà, lei mi tira dal bavero della tuta.
Ho la vista più annebbiata di prima e non riesco a vedere le loro espressioni. Tuttavia la sento trattenere il respiro.
«Non mi sembra il modo di trattare i nostri ospiti. Me ne occupo io, pensa a fare il tuo dovere, Tokyo. Per oggi hai già combinato abbastanza casini»Berlino:1
Tokyo:0Quanto darei per vedere la sua faccia in questo momento.
«Seguimi»
Dice Berlino, poi, prima che inizi effettivamente ad avanzare mi prende il braccio e mi guida tra i corridoi della Zecca.
È gentile. La sua presa è molto diversa da quella di Tokyo.***
«Lascia che mi scusi per ciò che è accaduto. Lei è molto... impetuosa» mi dice una volta entrati nello studio del direttore. Sulla porta era affissa una targa bronzea. "ARTURO ROMAN"
Però. È bello grande. Anche il bagno personale, suppongo. Cos'altro potrebbe essere.Si è allontanato da me per andare a prendere una cassetta sotto la scrivania. Poi si appoggia a questa.
«Vieni qui» avanzo verso di lui.
«Non mordo mica» non è la prima volta che me lo dice.Quando mi avvicino, lui si sporge con delle robe bianche tra le mani.
«Sono garze. Per il sangue»
Strizzo gli occhi.
«Posso fare da sola» sento una risata soffocata. Cosa c'è di divertente?
«Come desideri» me le passa.Sono estremamente vicina a lui. Sento i suoi occhi che seguono ogni mio movimento.
Una delle cose che non ho potuto non notare, è il suo profumo. Ho quasi un feticismo per questo genere di cose. Sono abbasta sicura che sia Yves Saint Laurent.
E mi sta distraendo.
«Fatto»«Posso tornare dagli altri, ora?»
«Mmh, si. Forse però hai bisogno di queste, non credi?»
Mi porge una scatola.
Uddio sono
«Oh, grazie. Davvero»
«Posso?» indico la porta del bagno.
«Accomodati»Sciacquo il viso e metto le lenti.
La mia immagine riflessa nello specchio è più brutta che mai. La ciliegina sulla torta è l'alone lasciato dal mascara. Sono un panda. Letteralmente.Dopo un po' apro la porta e sbatto contro qualcuno. Berlino.
Alzo lo sguardo. Non lo immaginavo così alto.
Non lo immaginavo così.Mi perdo nei suoi occhi.
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Looking for you "LaCasadiCarta"
FanfictionVieni con me Ti porterò dove La solitudine è un regalo più bello Di una rosa [Pinguini tattici nucleari] Venerdì 26 maggio 2017. Zecca di stato, Madrid. Dodici ragazzi dell'élite si ritroveranno faccia a faccia con la realtà, lontani da vite agi...