Qualcuno alza il braccio.
«Si?»
È che io,
fra le tue mani
ci starei anche
tutta la vita.- I. De Santis
«Vi prego lasciate andare i più deboli: ci sono degli adolescenti, donne incinte, diabetici. Non riuscirebbero a sopportare questo a lungo.»
È di nuovo lui, il direttore generale della Zecca. Il buon samaritano.
«Arturito, Arturito, non preoccuparti. Abbiate fiducia in noi e tutto andrà bene. Avete visto, no? Saremo rinchiusi qui per un bel pò di tempo quindi vi affideremo dei compiti, non vi annoierete di certo» Dice rivolgendosi a tutti noi, poi continua.
«Sei bravo con il fai da te? Eh?»
Nella sala si riescono a sentire solamente i passi dei rapinatori che rimbombano e la voce agitata e tremante dell'ostaggio.
«No, io-»
«Ho una macchina della verità proprio qui, fai il bravo» Berlino agita la pistola proprio sotto il suo naso e tratteniamo il respiro. Anche se non vedo chiaramente la scena, sento i proiettili che si muovono nell'arma.
«Sì. Sì.» La sua spavalderia, il suo coraggio, sono entrambi finiti in frantumi con quel solo ed unico gesto. Sussurra quasi, quasi non riesce a spiccicare parola.
«Ecco, vedi? Non ci voleva così tanto.» Lo schernisce.
Fa così continuamente, sembra tutta una presa in giro.
«Denver, fai in modo che il nostro amico qui si senta a suo agio, trovagli un po' di compagnia.» L'ostaggio inizia a tentennare quando l'altro rapinatore gli si avvicina.
Berlino si allontana e si dirige verso un gruppo di ragazzi mentre Denver inizia a ridere. È fastidiosa, la sua risata è fastidiosa. Mi ricorda tanto quella dei clown e di come ne fossi spaventata da piccola; graffia quasi i timpani.
«Uh uh, qui facciamo i preziosi, eh? Tu, tu e tu. Un passo avanti.»
Gli ostaggi con riluttanza fanno un passo avanti. Ci sono due ragazzi e credo che uno di loro sia Ottavio. Cosa ne faranno di loro? Saranno i primi a morire?
Afferro il braccio di Silvia e lo stringo.
«Nairobi, pensaci tu» Nairobi. Non credevo che oltre a Tokyo ci fosse un'altra donna.
Si avvicina con quello che sembrerebbe un fucile, interrompendo il suo giro tra gli ostaggi. Cammina a passo svelto e quando mi passa davanti sento un grande spostamento d'aria.
E la mia presa diventa sempre più salda. Ho un bisogno costante di sentire che qualcuno c'è ancora per me e con me.«Eii, così mi ridurrai a polpetta» Mi tranquillizza la mia amica, sta sussurrando.
Monica inizia a tremare come una foglia. Quando mi giro verso di lei inizia a fissarmi senza spostare lo sguardo oltre la mia figura. Ed è proprio in quel momento che gli ostaggi si mettono in fila ordinatamente e seguono Nairobi. Poi escono dalla sala.
Un brusio inizia ad alzarsi velocemente.
Abbiamo paura, ora cosa ci capiterà? Sudo freddo e si fa sempre più strada in me la convinzione che resteremo qui per molto tempo. Come faremo a resistere così?
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Looking for you "LaCasadiCarta"
FanfictionVieni con me Ti porterò dove La solitudine è un regalo più bello Di una rosa [Pinguini tattici nucleari] Venerdì 26 maggio 2017. Zecca di stato, Madrid. Dodici ragazzi dell'élite si ritroveranno faccia a faccia con la realtà, lontani da vite agi...