Piccoli eventi inaspettati

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Febbre. quel fatidico giorno, min Yoongi, che non si ammalava mai, aveva la febbre. non stava particolarmente male a livello fisico, aveva solo una lieve stanchezza addosso e la temperatura corporea alta, ma la cosa che gli premeva di più era che non avrebbe potuto veder il mascherato... cosa avrebbe pensato? gli avrebbe dato una seconda chance? non riusciva a pensare, il suo piccolo ed al contempo vasto mondo mentale, era confuso... si sentiva annebbiato, come quando si guarda fuori da una finestra in un giorno di pioggia ma, a causa dell'umidità si forma sul vetro quella fastidiosa condensa che non ci per mette di vedere lo splendido, tranquillo ed allo stesso tempo cupo e rilassante paesaggio; la mente di Yoongi, era offuscata proprio come i vetri in una giornata piovosa ed umida; quella lieve patina, però, aveva anche i propri lati positivi: se provi a sfiorarla anche solo con un dito puoi scoprire piano piano cosa essa cela, puoi disegnarvi un percorso e dar sfogo alla tua immaginazione, chi vi si nasconde? cosa?

La mente di Yoongi era partita per un viaggio, pensieri senza un nesso logico vorticavano nella sua testa e la sua fantasia immaginava scene di via che mai si erano o si sarebbero realizzate

"ciao Yoongi!" disse il ragazzo dai capelli ormai di un rosa acceso.

"Jiminnie, hai tinto i capelli!" disse oongi al più piccolo, si girò e lo guardò, ma il suo volto era libero dalla maschera

"si, ti piacciono?" Jimin sorrise,

"Jimin ma il tuo viso è sempre stato" il menta fu interrotto dal più piccolo,

"bellissimo? si Hyung, non te ne eri ancora accorto?" disse ridendo

Yoongi gli sorrise, scosse la testa scacciando l'idea del suo amico con il volto coperto da una maschera, - che stupido- pensò, - Jiminnie non ha mai portato una maschera in volto se non quelle idratanti- sorrise e scompigliò affettuosamente i capelli a Jimin che, contrariato gli urlo e lo spinse via, Yoongi gli mise un braccio sulla spalla e ridendo si avviarono dentro la scuola.

Yoongi si rigirò nel letto, la madre aveva già chiamato la scuola per avvisare dell'assenza del figlio.

Chissà com'era la madre di Jimin la immaginava bella come un fiore di ciliegio e leggiadra come un suo petalo, proprio come lo era anche Jimin. Perché lui in realtà era così, leggero, avrebbe potuto volare via trasportato dal vento, ma qualcosa lo teneva ancorato, qualcosa lo schiacciava, un peso che diventava sempre più pesante e di cui riusciva ad alleviarne il peso solo ballando, ovvero cio che era più vicino alla libertà a cui lo avrebbe portato un dolce soffio di vento primaverile.

Jimin si svegliò male quella mattina, non sapeva perché, ma aveva un brutto presentimento, contro voglia scese le scale ed andò in cucina.

"Buon giorno mamma" disse con voce impastata dal sonno. La madre lo salutò a sua volta dandogli un bacio affettuoso sulla testa, insieme si sedettero a tavola e mangiarono parlando del più e del meno, di come stessero andando le lezioni di danza e di come Jimin si sentisse ad aver ripreso la scuola dopo tanto.

La madre di Jimin non faceva altro che preoccuparsi di lui, gli voleva bene, forse troppo, ma da quando gli era stato portato via, cercava di fare qualsiasi cosa purché non riaccadesse mai più.

Quando lo avevano rapito, non si era mai data per vinta, sapeva che lo avrebbero ritrovato, e che se non l'avesse trovato la polizia lo sarebbe andato a cercare lei stessa. Quando erano arrivati da lei gli investigatori e gli avevano spiegato chi probabilmente lo aveva preso le crollò il mondo addosso ed incominciò ad avere sempre più rimorsi, sempre più sensi di colpa l'avevano divorata senza tregua come un tumore fa con le cellule, fino a quando Jimin non fu ritrovato.

The Masked || 💜Yoonmin💜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora