Roma è bella, è bellissima, ma ad Agosto un po' meno.
Questa città sa essere claustrofobica, in estate diventa una sauna.
Fortunatamente, tra questi grandi palazzi popolari, questi giganteschi blocchi di cemento rinfrescano e ingrigiscono l'aria.
"Ragazze vi prego usciamo da questa casa non ce la faccio più." Mi lamento per l' ennesima volta con le mie amiche.
"Natalie basta, fuori da qui si muore di caldo." Risponde Veronika.
Io e lei siamo amiche dalle scuole elementari, non ci siamo mai divise. Non c'è mai stato un giorno in cui siamo state al banco separate e credo che mai ci sarà.
"Ma perché vuoi uscire? Si sta così bene qui!" Parla Ilenia, sdraiata come sempre sul divano.
Anche lei è un'amica storica, non come Veronika, ma comunque importante nella mia vita.
"Ragazze vi prego! Siamo chiuse dentro questa casa da giorni, abbiamo 17 anni non 70!" Scuoto le braccia infastidita.
"Dai Natalie, capita solo una volta all'anno che mia nonna mi lasci questa casa libera per un mese. Abbiamo tutto qui, perché vuoi uscire? Vieni e beviamoci una birra." Veronika cerca di convincermi.
"Fate come volete, io non passerò un' interna giornata in questo modo." Ormai stanca, afferro la mia borsa, il cellulare e esco da quell'inferno.
Scendo di corsa queste scale strette e mi trovo a camminare nei freddi corridoi che dividono queste enormi case popolari.
Arrivo al quinto palazzo e salgo da una delle scale esterne, qui è fresco e tira un bel venticello.
Mi siedo su una di quelle panchine vicino alle scale che portano alla terrazza, solitamente qui nessuno ti disturba.
Poggio la borsa sul tavolo in cemento di fronte a me e tiro fuori il pacco di tabacco.
Guardo il cellulare, che ormai segna decine di messaggi delle mie amiche che mi staranno cercando incredule che io possa essermene andata.
"Torni a casa?" Mi scrive mio fratello.
"No, sei al lavoro?" Chiedo a mia volta. "Diciamo di no, sono con gli altri al Serpentone."
Mi affaccio subito, ma pur essendo all'ottavo piano, non riesco a individuare nessun gruppo in cui potrebbe essere mio fratello.
"Attenta, potresti cadere." Mi volto impaurita quando sento parlare.
Guardo il ragazzo e la mia mano si poggia sulla fronte quando riconosco il suo volto.
Questa non ci voleva proprio.
"Scusa non volevo spaventarti." Ridacchia. "Tranquillo, non fa niente." Accenno un sorriso, cercando di sembrare più calma possibile.
"Quando hai finito di investigare dalla tua postazione da cecchino, potrei chiederti una sigaretta?" Indica il pacco di tabacco poggiato sul tavolo.
"Fai pure." Spero che la mia gentilezza ripaghi il suo silenzio.
"Comunque piacere, io sono Mattia." Mi porge la mano.
Perché si presenta? Non sa chi sono?
"Ah" è l'unico suono che esce dalla mia bocca.
Ride leggermente mentre tiene il filtro della sigaretta tra le labbra. "Davvero? Sai dire solo questo?" Sembra quasi mi stia prendendo in giro. "Sai, di solito ci si presenta: io ti ho detto il mio nome e tu dovresti dirmi il tuo." Spiega ironicamente.
STAI LEGGENDO
Parlami di te.
ChickLit"Non c'è molto da dire su di me, sono piena di segreti. Mi definirei un libro aperto scritto in una lingua a tutti sconosciuta." "Non credo tu sia piena di segreti. Sei solo impaurita, è il tuo modo di difenderti.