Semplicemente io

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È tanto che non scrivo, stasera voglio segnare sia l'ora che la data. È il 25 febbraio e sono le 22.50, teoricamente domani dovrei andare a scuola però non posso andarci per colpa di una stupida influenza che ha fatto impazzire il mondo. Parliamo di cose serie ora. Io sono quel tipo di ragazzo che è sempre presente, che sta sempre bene, che cerca sempre le altre persone e che si preoccupa per gli altri. Sono quello che ride sempre, fa delle battute idiote e come qualsiasi ragazzo adolescente fa infrange le regole. Però quel tipo di ragazzo non esiste. In realtà non mi preoccupo per gli altri, ho paura di restare da solo, ho conosciuto la parte peggiore di me, il mio subconscio, è davvero orribile e le ho dato persino un nome... si chiama Jack, non so perché questo nome, è il primo che mi sia venuto in mente in realtà. Da quando le ho dato un nome si è quasi animata, come se fosse un'altra persona che convive nel mio stesso cervello. Mi fa paura, è davvero cattiva e menefreghista. Ed è la prima volta che ne parlo. Comunque io non sono solo, so perfettamente di avere degli amici che mi vogliono bene, so che la mia famiglia mi supporta e che sta cercando di crescermi nel migliore dei modi. Ma io mi sento diverso. Mio fratello è un genio dell'informatica e della musica, l'altro mio fratello è super intelligente e non ha paura di nulla. I miei genitori sono anche loro intelligentissimi e stanno vivendo la loro vita felici. Io non ho nessun talento particolare, non sono bravo a far musica e nemmeno a scrivere, certe volte sembra che l'unica cosa che io sappia fare è dar fastidio alle persone. So che non ha senso e che anche io ho i miei talenti, ma non li vedo. Non so quali siano. Mi sento, anzi forse sono, mediocre in tutto. Sono mediocre nelle relazioni, mediocre a scuola, mediocre nello sport, perfino mediocre a vivere. Ci sono momenti in cui penso che in realtà a nessuno importi davvero di me, che le persone che mi vogliano bene siano accanto a me solo per compassione. Ci sono momenti come adesso che prendo il telefono sperando che qualsiasi persona mi abbia scritto anche un semplice ciao e puntualmente non succede mai. Mi sento indesiderato, un sur plus facoltativo, qualcosa che ci sia o che non ci sia non faccia differenza. Sono tutte stronzate ma chi sa davvero come mi sento, chi sa davvero cosa possa provare quando nemmeno io so perché sto così.
Come sempre ogni volta che ho finito un testo chiederò a qualcuno se voglia leggerlo, e puntualmente quelle persone, che ringrazio, mi diranno che sono bravo a scrivere e altre cazzate.
Questa è una richiesta d'aiuto da nemmeno io so cosa. In questo momento non sono depresso o apatico. Sono spaventato.

Un ragazzo come tantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora