Capitolo 1

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«È la mia prima storia, quindi, abbiate pietà☺️🤗»

Era settembre.
Era strano, emozionante ma comunque molto strano. Star indossando la divisa scolastica della Raimon era un sogno, o incubo, dipendeva dalle circostanze. Era lì impalato davanti all'ingresso dell' aula magna, indeciso sul da farsi.

Era arrivato in ritardo, riuscendo a scampare però al preside, che richiamava gli studenti per il discorso di inizio anno. Non ne aveva molta voglia Aitor decidendo così, di accorciare il tempo e di andare a giro per la scuola anche se era la prima volta che ci metteva piede.

Poiché erano tutti ad ascoltare il discorso, la scuola era desertica, in silenzio come se fosse abbandonata... - mi piace - pensò.

Non gli piacevano le persone anzi si poteva proprio dire che le odiava, gli davano sui nervi, soprattutto i ficcanaso.

Era a zonzo per la scuola da dieci minuti ormai e per ora è andato solo nelle varie classi a pasticciare le lavagne e aprire gli zaini degli altri per scovare tesori e o merendine. Che non dovesse farlo lo sapeva bene, ma poco gli importava.

Un lampo di genio lo scosse e si diresse, subito, alla ricerca del bagno al secondo piano. I bagni disponibili erano due ma uno, sfortunatamente, era fuori servizio decidendo così di entrare, svelto nell'altro. La porta non era chiusa a chiave e ciò diede l'imput ad Aitor, che l'aprì senza timore.

Per sfortuna sua il bagno era occupato. Da due ragazzi, che lo avevano preceduto. Erano seduti sul davanzale intenti a fumare.

Iniziarono a fissarsi a vicenda i tre, passando lo sguardo veloce e felino da uno all'altro.

Dopo un pò che si fissarono Aitor preso dal fastidio sbraitò - Ma porca puttana se dovevate fumare potevate cercarvi un altro posto no? - ammiccando alla sigaretta che condividevano - Se volevi averlo tu dovevi arrivare prima, ormai questo posto è occupato, ora sparisci - ribatté uno dei ragazzi, che spostò lo sguardo da Aitor alla finestra. 

Aitor sicuramente non si faceva mettere i piedi in testa da un piccolo ragazzino effeminato - Senti un pò "codini rosa", non mi far girare le palle che già oggi è una giornata di merda - o almeno adesso lo è - altrimenti ti taglio quei capelli - in tutta risposta il ragazzo mimò dei brividi e controbattere alla minaccia - disse Cleopatra dai capelli celesti -

Aitor non ci vide più dalla rabbia e con un gesto fulmineo rimise la sigaretta ancora intatta, in tasca, ed era pronto ad andare incontro al ragazzo se non fosse stato per l'amico che gli sedeva accanto, che per tutto il tempo non parlò rimanendo ad ascoltare il battibecco dei due, che decise di intervenire prendendo per le spalle Aitor

- Scusalo, oggi ha un diavolo per capello, letteralmente - accenando ai capelli rosa del compagno che erano spettinati - adesso noi andiamo e ti lasciamo in pace, sembra che tu ti debba sfogare - disse infine. - Non ci penso nemmeno a muovermi da qui, Riccardo! - urlò irritato riferendosi all'amico castano - Eddai, è da un pò che siamo qui andiamo Ga-

Fu interrotto dalla campanella che indicava l'inizio della prima ora. Aitor ormai stufo e irritato si liberò dalla presa del ragazzo castano e uscì dal bagno lasciando i due alle loro cose.

Si era svegliato presto, non aveva mangiato e non aveva fumato la sua sigaretta, cosa c'era di peggio? Ah si, le lezioni.

~❄️~

Sapeva già che era nella classe 1°G ma il problema era che non sapeva dove fosse. Dopo tre giri del secondo piano la trovò finalmente, con 20 minuti di ritardo ma la trovò. Entrato gli sguardi, di quelli che erano i suoi nuovi compagni, si spostarono su di lui.

La prof fu la prima a parlare - C'è la prendiamo comoda eh piccolo bastardo? Vatti a sedere e lascia qui il diario - e non se lo fece ripetere.

Prese lo lo zaino in mano e cominciò a camminare verso gli ultimi due banchi vuoti. Sperava che nessuno si sarebbe seduto vicino a lui ma la vita a quanto pare lo aveva nel mirino quel giorno.

Infatti dopo neanche cinque minuti entrò un ragazzetto dai capelli blu munito di giustificazione, il suo sguardo incrociò quello di Aitor e sorrise. Ti prego no - ciao! Io mi chiamo Lucian Dark, piacere - Oh Gesù - tu come ti chiami? Ti spiace se mi siedo vicino a te? - attese una risposta che non arrivò - Bhè suppongo che se non hai niente da ridire... - cazzo - spero di diventare ottimi amici - ed eccoci qui,

l'inizio della fine.

~❄️~

A circa metà della prima ora la prof richiamò Aitor - Senti, se non hai voglia di seguire, almeno vai in 2°A e chiamami lo studente Riccardo di Rigo, digli che è urgente - Aitor la fissò male - Muoviti! - si arrese così, ed uscì dalla classe rassegnato a cercare la 2°A.

Credeva di aver già incrociato la classe, dovrebbe essere sullo stesso piano. Trovata la classe e messo su quel sorriso che più finto non si può si decise a bussare. Chi si ritrovò davanti fu una sorpresa a dire la verità.

Varcata la soglia osservò l'intera classe scorgendo in lontananza i due ragazzi di quella mattina ma poco importava per ora, si stava concentrando sul "professore"

Abbandonò il suo sorriso finto, dato che era inutile tenerlo con quel professore -Ciao, senti, la tipa dalla 1°G vorrebbe parlare con Riccardo di Rigo- il professore lasciò il suo libro di inglese e portò la sua attenzione sul turchese - Portami rispetto, sono un professore dopotutto - Aitor roteò gli occhi - se certo -

Nel mentre Riccardo si alzò e fece per dirigersi verso il ragazzo - Ah sei tu, il ragazzo del bagno! - disse non accorgendosi prima della sua identità, facendo scattare nel professore un pensiero che disse:

- Durante l'intervallo vieni che vorrei parlarti - disse riferendosi ad Aitor che rispose con un secco - no -.

Il professore molto deciso - Aitor! Ascoltami quando ti parlo! - il ragazzo sbuffò - E va bene... Ciao - il professore lo richiamo attendendo che si correggesse - ufff...  - cosa mi tocca fare - si…professor Foster... Ora ciao - disse uscendo seguito dal castano.

-🙃🌱

[Ranmasa] - "Piccolo fiocco di neve"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora