La classe dei primini dopo vari conteggi e discussioni varie, decisero di allestire una casa degli orrori.
Aitor non fu così felice quanto gli altri, non che avesse paura ma i fantasmi non gli piacevano affatto.
Avrebbe chiesto di occuparsi dei volantini, semplice. Terminato il tempo a loro disposizione la professoressa riprese la lezione da dove la aveva lasciata.
Dire che Aitor non era curioso di sapere cosa avrebbe organizzato la 2° sarebbe stata una bugia ma non se la sentiva per nulla di andare a chiedere ai ragazzi.
Lucian, che gli sedeva accanto lo osservava attentamente mentre si spremeva le meningi. Non si fece molte domande a riguardo, si voltò e ascoltò la prof.
Nell'intervallo ormai erano abituati ad andare nello spogliatoio della palestra, lì non andava mai nessuno e di conseguenza nessuno rompeva ai due, era un pò il loro posto speciale .
Solitamente ridevano mentre Lucian rubava le sigarette ad Aitor impedendogli di fumare giustificandosi con un "ti uccidono".
Eppure quel giorno il loro posto fu invaso da due entità per nulla richieste. Erano lì. Lucian ed Aitor seduti su una delle panche dello spogliatoio mentre fissavano il castano e il rosa che rimanevano immobili davanti alla porta.
- Ciao ragazzi, come mai qui? - domandò Riccardo cercando di attaccare conversazione
- nulla. Passiamo sempre qui l'intervallo, voi invece? - rispose Lucian mentre seguiva con lo sguardo il castano che prese dall'armadietto il cellulare - ho dimenticato il cellulare qui, l'ora prima. Siamo venuti a prenderlo. Piuttosto volevo chiedervi una cosa -
- cosa? - sbraitò Aitor che stava iniziando ad alternarsi per la presenza dei due
possono anche andarsene, in più quell'idiota cosa è venuto a fare? Presenza?
- Siete liberi questo weekend? -
- io si. Aitor sei libero? -
- no. -
- si siamo liberi -
confermò contento il blu ignorando completamente l'amico che gli lanciò uno sguardo furioso- vi va di fare un viaggetto? - Riccardo pronunciò quelle parole con una nonchalance degna di sguardi confusi di Lucian e ochiataccie di Aitor - definisci "viaggetto" -
- diciamo... Fuori città ecco. -
- io non ci vado fuori città con voi due - confermò Aitor girando la testa dal lato opposto - dai Aitor, sarà divertente - lo invitavano il castano e il blu.Non era per nulla intenzionato ad andare fin quando Riccardo non decise di giocarsi il suo asso nella manica avvicinandosi al rosa, che era ancora appoggiato alla porta, sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
Questo tentennò un attimo fin quando non raccolse coraggio e si avvicinò al turchese sussurrandogli all'orecchio con un filo di voce - vieni dai, sarà divertente - finì tornandosene al suo posto vicino al castano.
Lucian guardò la scena sogghignando mentre Aitor inizialmente non colse il senso per poi elaborare ed arrossire, fin troppo.
Dovette cercare una scusa per poter aggirare la conversazione - tu non eri quello che non riusciva a parlare? - prese la felpa che era sulla panca e si alzò per tornare in classe.
Lucian si fermò nello spogliatoio per parlare con i due ragazzi, per poi, seguire Aitor e cercare di convincerlo.
Nulla.~❄️~
Passato qualche giorno da quando si decise di organizzare la casa degli orrori, era tutto pronto, mancavano solo gli sfortunati che la avrebbero dovuto provare.
Oramai mancava un'ora all'inizio del festival.
Passato anche qualche giorno da quando Riccardo propose il viaggio ai due ragazzi e da quando Lucian iniziò a comportarsi in modo strano, passava spesso da Xavier, in aula insegnanti, e spesso si fermava a parlare con i senpai.
Non va bene
Era seduto accanto a lui in aula magna mentre il preside annunciava l'inizio del festival.
- perché sei così strano ultimamente? - diretto al punto - nulla di particolare anzi, è il tuo compleanno oggi no? - ci pensò un attimo su. In effetti era vero - buon compleanno Ait - il turchese biascicò un "grazie", non si aspettava che l'avrebbe ricordato.Sarà andato per questo da Xav, anche perché io la data non gliel'ho detta...
- È tieniti pronto eh -
- cosa? Perché? -
- c'è anche il regalo - disse sorridendo mentre al turchese si illuminarono gli occhi - d-davvero? - il blu annuì .Era ufficiale, il festival era iniziato. Lucian non perse tempo e trascinò Aitor in una delle stanze della scuola - dove siamo? -
- club di teatro -
- OK... E perché? - Lucian si avvicinò all'armadio dove aveva riposto i vesti, preparati in precedenza, prendendoli e consegnandoli al turchese. Questo li osservò per qualche secondo - io la gonna non la metto - - indossala su. -
- no non ci penso nemmeno a metterla. Per quanto strano ho ancora la mia dignità, e poi è troppo corta. Ma che regalo è?! -
- non è questo il tuo regalo, però serve che tu li indossi. Se vuoi c'è un vestito fino al ginocchio. Va bene? -
- ho scelta? - - no. - confermò Lucian.Quando Aitor si cambiò Lucian gli si avvicinò per sistemarli i capelli davanti al volto, per poi uscire dalla stanza. - sei irriconoscibile Ait -
- meglio così fidati - - bene ora però devi fidarti di me - disse il blu rivolto verso l'amico - ok... - gli mise le mani sopra gli occhi coprendoli e iniziando a camminare verso una stanza del primo piano ben precisa.Entrando si poteva benissimo sentire un odore di cibo fin troppo invitante. Aitor seppur con gli occhi chiusi riusciva a sentire Lucian che parlava con una ragazza che iniziò a ridacchiare
Che mi abbia riconosciuto?
Lucian guidò Aitor dentro la stanza fino a farlo sedere. Gli tolse le mani dagli occhi per poi osservare la sua reazione.
- il mio regalo è un caffè? Offri tu almeno? - no e anche alla seconda no - - quanto mi dispiace per la classe comunque - alludendo al fatto che la classe in cui erano avesse allestito un cafè.
Sta arrivando il tuo regalo - tempo zero che davanti a loro si posizionano due entità. A rigor di logica saranno stati i camerieri, o per meglio dire, il cameriere e la cameriera
Uno sembrava più un maggiordomo che un cameriere e i capelli ondulati castani lo rendevano ancora più simile ad un maggiordomo. L'altra era una maid dai capelli rosa, lo facevano solo sembrare ancora più donna.
-🙃🌱
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[Ranmasa] - "Piccolo fiocco di neve"
Fanfic"Sei come un piccolo fiocco di neve, appena ti sfioro ti sciogli, sei freddo se ti tocco, ma sei unico, e nessuno è come te„