1.The Cage

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Harley's POV
Sangue, l'unica cosa che riuscivo a percepire. Il retrogusto di chiodo arrugginito si impossessava del mio palato ogni volta che deglutivo, seccandomi la gola.  Quando mandavo giù la saliva la mia epiglottide ne richiedeva altra, facendomi sentire per l'ennesima volta il sapore di una ferita succhiata, un' agonia logorante.
Il mio respiro smorzato era l'unico rumore che udivo: rimbalzava tra i miei timpani, consumandoli dall'interno.
La superficie fredda del pavimento su cui ero malamente appoggiata mi graffiava la schiena ogni volta che provavo cambiare posizione. Era come se tanti piccoli aghi mi stessero trapassando il cervello.
Provai a muovermi, ad alzarmi, ma le corde che mi schiacciavano contro il muro me lo impedivano.
Sospirai silenziosamente.
Il buio che mi circondava rendeva tutto questo ancora più angusto.
Uno schiocco dietro di me mi avvertì dell'arrivo di qualcuno, quindi chiusi gli occhi immediatamente, fingendomi ancora addormentata.
-Che ne facciamo, capo?-
Una risata tetra echeggiò per tutta la stanza: quel suono mi era fin troppo famigliare.
Il ragazzo che aveva parlato precedentemente accese una torcia, puntandomela in faccia.
Arricciai il naso, sperando che in qualche modo questo mio gesto facesse calare l'intensità della luce, ma fallii.
- È sveglia capo...-
Aprii gli occhi a fatica.
Mr. J, Joker, il Re di Gotham, il più pazzo dei criminali, era proprio davanti a me, affiancato da un ragazzetto in completo nero.
Si avvicinò a me, assumendo un'espressione fintamente incredula. Appoggiò una delle sue mani sul mio mento, afferrandomi il viso con i suoi artigli. Potevo vedere il tatuaggio che aveva sulla mano, una bocca sorridente: inquietante. Cercai disperatamente di liberarmi dalla sua stretta ma era troppo forte.
-Suvvia, Dr. Queenzel, non vogliamo passare alle maniere forti, vero?-
Alzai gli occhi al cielo.
La sua espressione mutò improvvisamente, e la mano si spostò sul mio collo, spingendomi la testa contro il muro.
-Non le conviene alzare gli occhi al cielo con me, DOC- mi ringhiò contro, calcando l'ultima parola.
Riprese a ridere: lentamente, come una porta cigolante che si apre col vento.
Il suo odore mi inebriò le narici: veleno puro mischiato a sangue secco.
Presi coraggio e lo guardai negli occhi: nonostante la poca luce, le sue pupille erano un punto microscopico in confronto al mare chiaro in cui erano immerse. Sembrava che fossero l'unica parte di lui rimasta sana. Ebbi pochi secondi per incronciare il suo sguardo, prima che lui mollasse la presa ed uscisse dalla gabbia.
Come faceva quel pazzo a conoscere il mio nome?
Guardai i resti della maglietta che avevo addosso. Nonostante fosse tutta strappata c'era ancora la spilla che mi avevano assegnato al carcere:
-Dr. ssa Harleen Quinzel...- sussurrai spostando il mio sguardo verso il soffitto buio della stanza. Sentii il mio respiro rallentare, prima che le mie palpebre si chiudessero senza il mio permesso.

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Joker's POV

*-Capo...- spostai il mio sguardo verso l'uomo dietro al bancone. Quell'uomo non aveva rispettato il patto, e nessuno inganna Mr. J. Chiusi gli occhi e mi presi la testa con le mani. Inspirai col naso e cominciai a ridere, sbottonandomi un po' la camicia:- Fa un caldo, vero ragazzi?- . L'uomo con un maschera da capra girò la testa verso gli altri. Avevano paura, ma non lo mostravano,non erano i veri amici del Re di Gotham, non ci tenevano a me. Gemetti e tirai fuori il labbro inferiore:- Tu sei mio amico, vero?- chiesi a Johnny afferrandogli le spalle. Stava tremando come un debole ramoscello scosso dal vento.
-C-certo capo-
-Sei p-p-p-p-p-patetico- dissi alzando il mio tono di voce. Ringhiai porgendo gli occhi al cielo. Caricai il mio mitra e cominciai a muovermi verso il bar sparando 20 pallottole al minuto a chiunque mi passava davanti. Era sensazionale vedere le persone mettersi in ginocchio e supplicarmi con la canna sulla tempia. Dopo qualche minuto la mia risata rimbombò nel locale, interrompendo il silenzio che la morte aveva creato.
Sentii un singhiozzo provenire dal bancone. Mi avvicinai muovendo il mio corpo come se stessi ballando. Strofinai i miei anelli tra loro. Il respiro si era velocizzato e lo sentivo sempre più vicino.
-Buh!-
Una ragazza bionda era accucciata dietro al bancone. Si teneva le ginocchia vicine al petto, come se questo potesse proteggerla da me. Alzò i suoi occhi innocenti chiedendomi pietà. Potevo vedere le lacrime sulle lenti degli occhiali neri che le occupavano metà del viso. La sua camicia era leggermente aperta: mi morsi il labbro. Sarebbe stato utile possedere una ragazza. Potevo divertirmi con lei e quando mi avrebbe stufato, l'avrei uccisa.
Il suo petto saliva e scendeva più veloce del normale.
Le accarezzai la testa, quasi...gentilmente.
-Tranquilla, non ti farò del male-dissi afferrandole il polso con i miei artigli.
Una lacrima le attraversò la guancia. Era più bassa di me nonostante i tacchi che le davano w 10 cm. Il suo avambraccio era metà del palmo della mia mano.
Si alzò a fatica, evidentemente una sbarra le aveva colpito la caviglia.
-Notte notte dottoressa...- mi guardò dubbiosa, presi la siringa che avevo portato con me in caso di emergenza e gliela piantai nella spalla.
Si addormentò dopo neanche mezzo secondo cadendo nelle mie braccia.
La presi da sotto le ginocchia, uscendo dal locale. Si appoggiò al mio petto, come se la tranquillizzasse. Riuscivo a sentire il suo profumo: era un fiore dolciastro, che ti entrava nelle narici come veleno. Cominciai a ridere:
-Ragazzi, ho una nuova preda!- dissi avvisando la banda dentro il furgoncino nero appena fuori dal locale.
Appoggiai la dottoressa sul pavimento del veicolo. Sembrava che stare nelle mie braccia le piacesse più del previsto: quando la sua schiena tocco terra strinse la mia camicia mormorando qualcosa di incomprensibile, come se stesse facendo un incubo. La lasciai lì e mi sedetti su uno dei sedili. Vidi Johnny spostare lo sguardo sulla ragazza. Ne sembrava attratto.
-Non guardare quello che non è tuo- gli ringhiai afferrandogli il braccio. Annuì cercando di liberarsi dalla mia presa.
Lei era solo mia, MIA. Nessuno poteva toccarla o guardala, era tutta MIA*
Mi svegliai dal sogno con la fronte sudata. Io non sognavo mai, non succedeva da quando avevo 6 anni, soprattutto fatti accaduti veramente. Risi lentamente, mentre una lacrima mi rigava lo zigomo.
Dovevo fare qualcosa: divertirmi con qualcuno...

SPAZIO AUTRICE
Hey gais, avevo voglia di scrivere una ff si di loro perché sono pazzi... insomma li amo. Mi capita spesso di leggere fanfiction su Joker e Harley, ma raccontano la storia che già tutti conosciamo, quindi mi piaceva l'idea di modificarla.
Votata e commentate se vi piace! 😋❤️

Puddin Cups (Joker & Harley Quinn)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora