Fiori Digitali

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Fa buio in fretta, l'inverno è al suo massimo splendore, natale ormai è passato, le lucine sui balcone fanno posto a nuovi propositi che son sempre vecchi, iniziare la dieta, sperimentare nuove cose, cambiare, trovare l'amore. Con l'epifania non va via solo un periodo pieno di feste e risate, partono anche pezzi di cuore che per due settimane tornano da te. Fa freddo, e il 6 gennaio fa ancora più freddo se devi salutare qualcuno che ami. Il Gregale urla, sbatte sulla pelle scoperta del mio viso, a modo suo saluta tutti. È un vento senza fronzoli, ti entra nelle ossa, quando è particolarmente adirato non ti fa dormire, le sue urla ti mettono paura e anche se sei adulto ti vien voglia di nasconderti sotto le coperte. Stasera però lo affronto a viso aperto, non vorrei, devo. Il mio futuro non è qui purtroppo, non c'è spazio per me in un paese sanguinante. E come me altre 100 persone sono qui ad affrontare il grecale, pronti a prendere un pullman verso un mondo sconosciuto, che fa paura, con le lacrime agli occhi e chissà, la speranza di tornare. I metri quadri adibiti a fermata sono diventati un punto di ritrovo, di aggregazioni, famiglie intere si salutano, la gente trattiene le lacrime, trattiene i sentimenti tristi, saranno riciclati in tempi più sereni...Piano piano l'asfalto si spopola, restano gli ultimi pellegrini, è fantastica questa emorragia, un paese abitato dal neolitico sta perdendo la sua anima ora, nel momento in cui tutto è raggiungibile stando chiuso comodamente nei pochi metri quadri della tua cameretta. Siamo fiori digitali in pellegrinaggio verso un sogno irrealizzabile, siamo razziatori, vorremmo tornare a casa ma una volta tornati non cediamo l'ora di tornare a depredare grandi città fetide, che odorano di piscio e nevrosi, lo stesso odore che puoi trovare nei vecchi manicomi, forse per questo li han chiusi, avevan trovato bacini più grandi in cui rinchiuderci, via muri di detenzione, prendetevi il mondo, impazzite in libertà, morite alla luce del sole. E mentre saluti quella povera donna che ti amerà fino al suo ultimo respiro, mentre tuo padre cerca di darti gli ultimi consigli, tu, da bravo figlio dell'epoca digitale, li rassicuri, dicendo che il mondo ormai è piccolo, sta in un misero byte, è nelle mani di tutti, anche di quelle più fragili, quelle di chi, nato in un mondo lontano, si trasforma in misero fiore digitale, fatto di evanescenza e fumo, di apparenza e mistificazione, fatto di piscio e nevrosi.

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