At wit's end

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Grazie alla nave di Sao Feng che aveva lasciato loro anche il generale Tai- Huang e altri dieci uomini, iniziarono il loro viaggio.

Will si preoccupò di seguire le carte, quando giunsero tra iceberg e un freddo congelante.

Alice si rannicchiò su se stessa con due coperte, mentre dei fiocchi di neve le cadevano suoi capelli.

Accanto a se, Pintel, Ragetti e la scimmietta Jack che tremava.

Non le stava tanto simpatica, però le faceva pena.

Così le mise sopra una delle coperte.

-Di questo freddo non si era parlato.- commentò Ragetti.

-Perché quella stregonessa non ci ridà Jack e basta? Come ha fatto con Barbossa.- borbottò Pintel.

-Perché Barbossa era solamente morto.- intervenne Tia Dalma, facendoli sobbalzare.- Jack Sparrow è intrappolato in un posto non di morte, ma di punizione. Il peggiore in cui un essere vivente può andar ad incappare, che ti fa impazzire e morire di fame. Questo vi attende nello scrigno di Davy Jones.- spiegò la donna, con sopracciglia aggrottate.

-Oh, c'era un motivo allora.-

Intanto, Will si apprestava a leggere le carte, ma non le capiva bene.

Non era una semplice mappa: c'erano coordinate, ma la carta era tagliata in più tondi che se, uniti bene, andavano a formare parole.

Verde baleno.

Confuso, il ragazzo lo fece leggere a Barbossa.- Potete interpretare?-

-Mastro Gibbs, i vostri occhi si sono mai posati su un verde baleno?- gli chiese Barbossa.

-Certo, sono molto rari. C'è chi in una vita non lo vedrà mai e chi dice che era presente. Quando tramonta il sole, in giornate speciali, un verde baleno si posa sull'acqua...-

-E' il segno che qualcuno è passato dal mondo dei morti a quello dei vivi.- intervenne Pintel.

-Non preoccupatevi, mastro Turner.- commentò Hector.- Non è affondare nel mondo dei morti il problema, ma riemergervi.-

***

Usciti da quel clima congelante, Will iniziò a notare che Alice si comportava in modo strano: aveva sempre lo sguardo basso e mangiava poco dalla morte di Jack.

-Stai bene?- le domandò, affiancandola sulla prua.

-Sì, perché....?-

-Ti vedo strana...Credevo che fossi felice del fatto che lo stessimo andando a salvare.-

Di certo Alice non poteva dirgli che era per colpa sua se Jack era intrappolato là.- Sì, lo sono.-

-Non mi hai mai raccontato come vi siete conosciuti. La tua versione, intendo.-

Alice abbassò lo sguardo sorridendo.- Quando Barbossa mi rapì, dopo essersi ammutinato, Jack venne tenuto in prigione per svariati anni, con un pasto al giorno. E mentre io crescevo....Mentre Barbossa mi faceva pulire i pavimenti della nave, un giorno, gli portai da mangiare e ci guardammo negli occhi per la prima volta. Avevo circa 16 anni. Non so cosa lui vide in me o cosa io vidi in lui, ma feci una stupidata e lo liberai.- spiegò, ridacchiando poi. -Non so nemmeno come abbiamo fatto a sfidare Barbossa e a bandirlo dalla nave.-

-Vuoi dirmi che tu e Jack ve la siete ripresa?-

-Ci abbiamo provato e per circa due anni abbiamo viaggiato per mari inesplorati, ogni giorno c'era una nuova avventura.- raccontò lei, posando lo sguardo sul cielo notturno.- Ma ci sono state delle volte in cui nemmeno lui sapeva cosa volesse...E quando un pirata non sa che direzione prende, si appoggia alle-

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