10 CAPITOLO

415 5 0
                                    

I suoi baci diventano più passionali.
Mi spinge fino al capo del letto, si toglie la maglietta. Ci guardiamo per un istante come a dire “sarà la cosa giusta da fare?”. Sorride, come non lo avevo mai visto fare.
Le sue labbra diventano impazienti e la sua lingua trova la mia. Mi toglie la maglietta e il reggiseno, comincia a baciarmi dal collo e scende fino ad arrivare all’ombelico.
Con una mano mi tiene il fianco, e con l’altra mi carezza l’inguine. Mi sfila dolcemente le mutandine. Sospiro, esitante, Cody cerca la mia bocca. Allungo una mano verso il cassetto del comodino. Tastando la plastica con le dite la porto alla bocca e la strappo con i denti.
Si sfila i boxer con foga. La confezione scricchiola tra le sue dita e dopo poco lo sento tra le cosce.
Continuiamo a guardarci, sussurrando mi dice “Lydia, sei tutto quello che ho sempre desiderato”. Gemo. Mi bacia con delicatezza ed entra lentamente dentro di me.
Lo cingo con le ginocchia, le mie unghie sono dentro la sua carne. Il movimento del suo corpo contro il mio diviene più ritmico. Lo attiro a me, lui geme. “Cody” sussurro io in preda alle emozioni. Mi afferra una coscia con una mano. I suoi occhi guardano i miei e sono penetranti. Inarco la schiena ad ogni suo movimento, mi bacia lungo il collo. “Lydia” mi dice ansimando. I suoi movimenti si fanno più decisi e i suoi gemiti più forti. Affonda il mio corpo per l’ultima volta, e si adagia tremante su di me.
I nostri respiri vanno all’unisono. Rotola verso la mia destra. Adagia il suo viso sul cuscino. Mi guarda con quei suoi grandi occhioni verdi. Ridiamo.
“Non sei niente male” gli dico. Mi accarezza la guancia e mi dice “sei bellissima”. Rimaniamo in silenzio per alcuni minuti.
Era quasi ora di cena, il suo telefono inizia a squillare. È sua madre. “Sto arrivando mamma, sono da Lydia avevamo molti compiti da fare”, sorrido.
Si riveste, io rimango a guardarlo, mi bacia. “Aspetta ti accompagno di sotto”. Scendiamo le scale e ad aspettarci ci sono mia madre e mio fratello seduti in cucina. “Rimani a cena Cody?” chiede mio fratello “no vado a casa, sarà per la prossima volta, grazie lo stesso”. Lo accompagno alla porta. “Ci vediamo domani alle 7.30” dice con uno sguardo d’intesa  “come ogni mattina” rispondo. Apre lo sportello della sua auto, l’accende e si dirige verso casa.
Mi siedo per cenare, siamo noi tre: io, mia madre e Adam. Mangiamo e ci raccontiamo così tante cose da fare quasi mezzanotte. Era tanto che non mi sentivo così bene con loro. Forse tutto stava procedendo bene.

SESSO, FRAGOLE E CHAMPAGNEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora