15 CAPITOLO

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Mi ripeto in testa la scaletta delle cose da fare, e dovevo essere velocissima per finire puntuale.
Mi fiondo in doccia e in una decina di minuti esco lavata e profumata.
Penso di non essere stata mai più rapida di così, di solito ci passo le ore, è uno dei miei passatempi preferiti.
Per la piega e il trucco scelgo di non fare niente di complicato, non voglio mostrarmi troppo appariscente, non mi sentirei a mio agio.
Decido di andare sul classico, così asciugo i capelli e faccio con la piastra delle onde morbide, che procurano un mosso che sembra quasi naturale.
Per quanto riguarda il trucco invece metto una leggera base di fondotinta, una linea sottile di eyeliner e del mascara. Semplice, ma efficace.
Sono indecisa per il rossetto, alla fine in combinazione con il tutto, opto per un color carne, che si intravede. Non troppo marcato, come piace a me.
E ora il pezzo forte, il completo. Mi guardo allo specchio e non faccio altro che adorarlo.
Avevo proprio ragione sul tacco, calzava a pennello lì sotto.
Guardo l'orologio: 19.56.
Wow sono fiera di me stessa, addirittura in anticipo.
Mi guardo un'ultima volta allo specchio e scendo di sotto, nel mentre esco a fumare una sigaretta. La tensione si iniziava a far sentire, mi sarebbe servita per alleviare un po il nervoso.
Vedo i fari di un auto sempre più vicini. Eccolo.
Quando è ormai davanti casa, apro lo sportello e mi siedo.
Mi soffermo a guardarlo e mi accorgo che nei giorni precedenti non avevo ancora notato così bene la sua bellezza, aveva lineamenti marcati, delle labbra belle carnose e due incredibili fossette.
Inoltre era elegantissimo, indossava una giacca blu e dei pantaloni in tinta, con una camicia bianca.
- "Ciao splendore" mi dice con un sorriso.
- "Ciao Michael" sono molto imbarazzata, penso di essere diventata rossiccia in viso, ma fortunatamente in macchina non c'è tutta questa gran luce, dubito possa accorgersene.
- "Sei bellissima" sento il suo sguardo su di me.
- "Smettila dai, andiamo che ho fame".
Il tragitto in macchina passa tranquillo, inizialmente ero molto rigida ma poi iniziamo a sparare qualche cazzata e poco dopo siamo in sintonia.
Il ristorante si trova ad un quarto d'ora da casa.
Parcheggiamo e andiamo verso la porta. Da fuori è veramente bellissimo, non oso immaginare dentro.
Lui, a differenza mia, è molto a suo agio. Chissà in quanti posti era stato come quello.
Entro e rimango senza parole, sembravo una bambina che vedeva per la prima volta un parco giochi, era tutto così elegante e raffinato, dai tavoli all'arredamento.
- "È stupendo qui, non ci sono mai stata prima".
- "Bè, c'è sempre una prima volta per tutto". Davanti avevamo una vetrata immensa dalla quale si poteva ammirare il giardino fuori, wow.
Non mi rendo neanche conto che Michael chiama il cameriere
"ci porta per favore una bottiglia di champagne? La migliore che ha".
- "Però non badi a spese Maserati blu"
- "Devo farmi perdonare per l'altro giorno." Lascio fare a lui per le cose da ordinare, è abituato a venire in questi posti, io non capisco neanche le portate scritte nel menù.
- "Parlami un po' di te." Ero così curiosa di sapere chi fosse questo misterioso ragazzo.
Subito mi era parso il solito fighetto strafottente, ma stasera sembrava così gentile e dolce.
- "Provengo da una famiglia ricca. Mio padre si occupa di importazioni, soprattutto verso l'Arabia, lì c'è molta gente con parecchi soldi. Vuole che porti avanti l'azienda di famiglia, così mi dedico agli studi di economia."
Poi gli spunta un leggero sorriso e dice "Io invece ho fatto un po' di ricerche su di te".
- "Ah si?" Rispondo incuriosita.
- "Si mia sorella frequenta la tua stessa scuola, è del primo anno e mi ha detto che gira qualche voce su di te".
Oddio, provo subito a giustificarmi.
- "Non sono una facile, ero soltanto ubriaca e ho fatto una cazzata."
- "Lydia io non ti sto giudicando, voglio solo sapere chi sei, voglio conoscerti".
- "In realtà non c'è molto da sapere, sono una semplice ragazza che va a scuola e fa i propri doveri". Ride e si accentuano le fossette, che inizio a trovare davvero adorabili.
- "Oh allora non sei affatto una ragazzaccia" rido anche io ora.
- "Non lo sono affatto, quando vengo provocata però perdo un tantino il controllo".
- "Si lo so bene".
Tra una risata e l'altra la cena passa veramente bene e il tempo vola, quando ci alziamo dal tavolo si erano fatte già le undici e decidiamo di rientrare.
Arrivati sotto casa, mi dice:
- "Ti rivedrò Lydia?"
- "Mi piacerebbe molto, Michael"
Non volevo che questo momento finisse.
- "Buonanotte e grazie della bella serata" .
- "Grazie a te, buonanotte"
Mi sento estasiata, sono serena e felice, avevo passato una serata meravigliosa, spensierata e sorridente.
Mi stavo ricredendo su quel ragazzo, però ancora era presto per qualsiasi pensiero, mi sembrava comunque una buona idea continuare a conoscerlo.
E mi addormento così, con un sorriso e il suo viso in mente...

SESSO, FRAGOLE E CHAMPAGNEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora