Sono le nove del mattino e sono passate quasi dodici ore da quando ho sentito Kevin l'ultima volta. Lo so, dovrei chiamarlo, dovrei farmi sentire perchè se lo merita ma il mio senso di colpa è piu forte. Cosi, invece di chiamare lui mando un messaggio a Ben che dopo pochi minuti si precipita nella mia camere.
"Dormito bene principessa?"
"Abbastanza" rispondo stiracchiandomi ancora un pò. "Che programmi abbiamo oggi?"
"Potremmo andare a vedere una mostra. Ne ho viste un paio davvero carine."
"Ben, non ti seguirò in giro per musei... lo sai che mi annoio".
Il mio amico amava i musei, le mostre e l'arte in generale. Aveva questa passione fin da bambino, cosa difficile da mantenere per chi intrapende anche l'attività da sportivo. Ma lui amava i suoi hobby in ugual misura, anzi, secodo me l'arte di più. Cosa che non si poteva dire di me. Adoravo accompagnarlo in giro per le mostre ma non era certo la mia priorità.
"Allora cosa proponi? e no, non ti accompagno a fare shopping. Buongiorno capitano" disse mentre guardava fuori dalla finestra. Asher se ne stava con le spalle appoggiato alla sua finestra e con le mani incrociate a godersi la scena. I suoi capelli erano ancora bagnati, e i suoi occhi erano fissi su di me.
Per anni, attraverso quella finestra, avevamo parlato la sera prima di andare a dormire, ci eravamo svegliati a vicenda durante le vacanze estive con un fischio, il nostro fischio, avevamo litigato e ci eravamo osservati a vicenda. Quella finestra rappresentava tutto per noi e anche quando non potevamo uscire per le numerose punizioni che avevamo avuto, quella piccola apertura ci permetteva di restare in contatto. Adesso la odiavo."ok ok... mostra sia. Ma prima mi devi una colazione." risposi sbuffando e chiudendo la tenda, ma riuscendo comunque a sentire la sua risata.
Quanto mi era mancata. Ma cosa dico?!?! Prima o poi murerò questa finestra.🌺
Time Square era gremita di gente, talmente piena di persona da risultare claustrofobica. Avevo dimenticato il ritmo serrato della vita newyorkese. Le persone correvano veloci, gli odori di cibo si mescolavano all'odore del traffico, lo schermo gigante pubblicizzava l'ultimo album di Justin Bieber, tutto sembrava senza senso.
"Perchè stiamo passando da Time square?" il suo sorriso mi stava quasi dando fastidio.
"Mi mancava".
"La piazza o i ricordi nella piazza?"
"Ben, ti prego... la piazza, la piazza" dissi mentendo a tutti e due. Time Square era sempre stato il nostro appuntamento fisso. Tutti gli anni, il 31 dicembre, scappavamo dalla nostra cena di famiglia per mescolarci in mezzo a milioni di sconosciuti ed attendere la discesa della Dropp ball. Io mi emozionavo ogni volta, Ascher meno, ma gli piaceva vedermi sorridere come una bambina al luna park e per questo era disposto a seguirmi nelle mie pazzie.
Il suono di un clacson mi risvegliò dai miei pensieri.
"Siamo arrivati finalmente".
"In effetti il mio stomaco chiede pietà". Prendemmo posto al primo tavolo libero mentre una donna sulla cinquantina e con l'aria molto stanca ci porgeva i menù.
"Buongiorno ragazzi, vi lascio qualche minuto per ordinare".
"Oh no, non ce n'è bisogno. Io prendo un french toast, due red velvet eun frappuccino doppio. Che c'è?"."Io delle semplici uova alla Benedict."
"Come sei noioso" dissi al mio amico facendo sorridere anche la cameriera.
"Io non sono noioso, semplicemente non mi va di iniziare la giornata consumando tutte le tremila calorie del fabbisogno giornaliero in un solo pasto".
Come risposta sbuffai controllando per l'ennesima volta il mio cellulare.
"Niente?"
"Niente" .
🌸
"Sembro io dopo aver bevuto tre sangrie. Oh, guarda questo! Pare stia vomitando dal balcone".
"Dannazione Erin, riesci a rovinare qualsiasi momento". Le sue parole esprimevano rassegnazione ma i suoi occhi erano divertiti.
"Per fortuna era l'ultimo".
"Non ti ci porto più. Liz almeno evita i commenti".
"Passiamo da lei?". chiesi mentre prendevo il cellulare dalla borsa e rovinandomi cosi, ancora di più la giornata.
Cena a casa dei Carter. Ti voglio bene, Mamma.
🌺
Uno squillo, due squilli, tre squilli. Niente, riaggancio il telefono e sospiro . Kevin era cosi arrabbiato da non volermi neanche rispondere? oppure per lui era stato tutta una finzione? magari ero stata solo una delle tante e adesso mi aveva gia dimenticatae sostituita con un'altra. E magari in questo momento era in viaggio chissà dove a divertirsi. Una strana sensazione si impossessò del mio corpo, lo stomaco mi faceva male. E per la prima volta in vita mia, avevo voglia di vomitare.
🌸
Mi sveglia grazie allo squillo del mio telefono; lo afferrai e senza leggere il nome risposi."Pronto".
"Mi era mancata questa voce rauca".
"Kevin? sei veramente tu?" dissi controllando il suo nome sul display.
"Certo querida. Scusami per prima ma non avevo il telefono con me. Mi è caduto in piscina l'altro giorno e l'ho ritirato solo in questo momento".
"Oh".
"Ci sei ancora piccola?"
"Si, si. Solo che per un attimo... ecco... per un attimo avevo pensato ti fossi dimenticato di me".
Dirlo ad alta voce mi faceva sembrare alquanto patetica.
"Ma come puoi pensarlo? per via della discussione dell'altra sera?"
"Si, sono stata una stupida."
"Un pochino Erin, ma io ti sento anche per questo".
"Anche io ti sento."
"Allora, raccontami questo rientro alla realtà."
"Tutto normale, questa mattina sono stata con Ben a vedere una mostra e sta sera cena in famiglia. Piu o meno così tutti i giorni. Tu? il lavoro?"
"Anche io come sempre. Tra qualche giorno dovrò spostarmi per alcuni sopralluoghi e poi avrò qualche giorno di relax".
"Te lo meriti tesoro".
"Vorrei tu fossi con me".
"Anche io Kevin, anche io".
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Insieme a te
RomanceErin prima di partire per un Master formativo decide di passare gli ultimi mesi in Spagna. Qui incontra Kevin e insieme vivranno momenti indimenticabili. Ma quando Erin ritorna a casa si troverà a dover affrontare di nuovo la sua vecchia vita per fo...