Da Monica non se lo sarebbe mai aspettato, ma d'altronde fin da subito aveva capito che era una donna disposta a tutto. Certo, era rimasto sorpreso appena lo aveva saputo, non ci voleva credere. Aveva iniziato così a seguirla di nascosto. Almeno due volte alla settimana lui l'aveva lasciata andare, inconsapevole, fra le braccia di un altro. Aveva trattenuto la rabbia, poi si era rassegnato. A Lorenzo la loro relazione era capitata, non che l'avesse voluta ma non aveva neanche fatto il minimo sforzo per reclinare i tentativi di Monica per arrivare al suo cuore. Aveva amato fin da subito i dettagli di quella donna che appariva all'esterno fredda come il ghiaccio. Aveva desiderato baciare le sue ciglia imperlate di lacrime nei suoi pochi momenti di fragilità. Ma d'altra parte apprezzava anche quella sua capacità di raggiungere i suoi obbiettivi senza mai arrendersi. Era una donna capace di tutto e a poco a poco lo aveva trascinato in quell'assurdo matrimonio. Aveva così intrapreso la strada della monogamia e della fedeltà, idolatrando quella donna che lo aveva tenuto in gabbia per anni e anni. Finalmente sentì le chiavi infilarsi nella serratura della porta, aveva girato intorno alla stanza come un animale in trappola. La sua calma si era tramutata in rabbia. Monica aveva iniziato a muoversi per casa :"tesoro scusa il ritardo, dovevo finire un lavoro." La voce le era morta in gola quando si era trovata davanti la bestia, quell'uomo ai suoi occhi così insignificanti che la guardavano. Gli aveva sorriso, scoprendo i suoi denti bianchi come piccole perle :" Va tutto bene? Ti vedo un po'... Stressato." Lorenzo aveva inspirato e poi espirato :"mi devi dire qualcosa?" Lei lo aveva guardato, poi aveva distolto lo sguardo :"Dovresti vestirti, faremo ritardo da Michela se non ti sbrighi." :"Non mi interessa andare da Michela, non voglio presentarmi come un cagnolino facendo finta di essere felice." Monica aveva sbattuto le ciglia velocemente attonita :"Lorenzo, ma cosa vai dicendo?" :"Non parlare, so benissimo con chi ti vedi. Il tuo capo! Sei caduta nel solito cliché, io sono un cliché." Monica aveva guardato Lorenzo con disprezzo per poi fare un sorriso malizioso. Lorenzo aveva già perso l'interesse nel discutere, il suo sguardo si era spostato su una crepa nel muro. L'aveva fissata per un attimo, rendendosi conto di quanto gli desse fastidio quel difetto sul muro. Monica nel frattempo lo aveva spinto per spostarlo da davanti :"senti Lorenzo, il nostro matrimonio è stato conveniente per entrambi, l'amore è finito da un pezzo. Devi essere felice se non ti lascio, ti do anche il permesso di toccarmi ogni tanto." Lorenzo era attonito, non sapeva più che rispondere. Da quella crepa sicuramente entrava acqua, poteva fermarsi muffa. Sì, se proprio poteva compararlo alla sua vita, quella crepa rappresentava la rottura. Scosse la testa ma più cercava di concentrarsi più si sentiva estraniato da tutto :"Monica, ti sei accorta di quella crepa?" Lei era ormai sotto la doccia ma lo senti ugualmente e con voce rauca rispose :"tesoro, l'unica crepa qui sei tu." Lorenzo portò le sue mani alla testa come per grattarsela, sarebbe stato possibile che la crepa si fosse presentata solo ora per determinate circostanze? Aveva di nuovo inspirato ed espirato a pieni polmoni, poi aveva preso una sbarra di ferro, quella che usava per attizzare il fuoco nel cammino. Aveva respirato per tutto il tragitto mentre arrivava al bagno dove Monica stava iniziando ad usciugarsi i capelli. L'aveva colpita più volte, forte, ritrovandosi tutto il suo sangue addosso. Aveva lasciato lì l'arma del delitto ed era tornato nella stanza dove aveva atteso Monica. La crepa era ancora lì, non accennava a sparire. La crepa era la sua vita stessa che andavano in frantumi. Lorenzo si buttò per terra in lacrime mentre il sangue si seccava sulla sua pelle.
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Istinti.
Horror"Aprì gli occhi nel dolore più acuto mentre da lei veniva fuori qualcosa. Il sangue aveva macchiato l'acqua nella vasca mentre un piccolo serpente ci danzava dentro."