Vipera.

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Chiuse gli occhi, battendo le palpebre delicatamente, aveva assaporato tutto di quel momento. Le sue mani avevano deliberatamente pulito il tutti senza volerlo. Sui denti tutte le sue parole erano rimaste mezzo ingoiate. Ma che significava poi? Quando Carla pensava non lasciava che la logica si legasse alle sue frasi, bensì lasciava la mente accesa a nuove possibilità, a nuovi mondi. Certo, non che lo staccare la razionalità la aiutasse ad essere più creativa. Sicuramente era più aggressiva, lasciava che il suo modo di essere si potesse cambiare, modificare. Aveva lasciato che l'acqua della vasca le bagnasse tutto il corpo, lentamente si era lasciata andare e si era addormentata in quel dolce sogno. Forse da tempo aveva bisogno di riposo? Si sentiva sempre più stanca, piena, gonfia, era più morbida nei fianchi, più paffuta nel viso. Lo aveva notato da mesi, da quando quella vipera l'aveva morsa. Tutt'ora poteva osservare il morso di quel serpente. Eppure, aveva scosso la testa pure nel sonno, non era andata in ospedale, stranamente non le aveva fatto male, ne era rimasta affascinata, quasi si sentiva soddisfatta di essere stata morsa. Forse il giorno dopo pulsava un po', ma il ricordo le dava piacere e non nascondeva che nei giorni successivi aveva lasciato scivolate la mano giù mentre accarezzava lentamente il suo corpo. Forse sognava di essere posseduta da un grande pitone? Tutti i rettili la affascinavano in una maniera unica. Adorava le loro squame, gli occhi penetranti. Anche lei aveva degli occhi penetranti, poteva scrutare l'anima. Carla apri gli occhi mentre qual osa le saliva su dallo stomaco. Un colpo di tosse che la scosse violentemente mentre un dolore la possedeva fin da dentro le viscere. Aprì gli occhi nel dolore più acuto mentre da lei veniva fuori qualcosa. Il sangue aveva macchiato l'acqua della vasca mentre un piccolo serpente danzava dentro l'acqua.

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