Vento

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Fortunatamente appena entro in classe, non c'è ancora nessuno, nonostante io cominci a sentire in lontananza voci di persone raggruppate, probabilmente i miei compagni di classe.
Senza pensarci due volte, corro verso il posto migliore che ci sia: l'ultimo banco.

Mi siedo a peso morto e porto la testa sulla superficie, mentre con le dita picchietto il piano.
Notando l'incredibile performance che ho potuto regalare a tutti i ragazzi della scuola, l'unica cosa che vorrei fare è uscire da questo edificio - che ho potuto constatare sia l'inferno - e tornare a casa.
Da solo.
Senza paranoie che mi tartassano per tutto l'arco della mattinata.
Perché non ho ascoltato mia madre?

E poi torno a pensare al gruppo di prima, alla sensazione che ho sentito sulla mia stessa pelle: è stato talmente strano, talmente surreale che non riesco a levarmi dalla testa gli sguardi sconcertati di quei ragazzi. Spaventati da me?
Non lo so, ma vorrei saperlo.
Yoongi pareva immobilizzato, non sapendo cosa fare, così da bravo codardo ha preferito distogliere lo sguardo e fissare il pavimento, perdendo ogni briciola di forza che tanto dimostra.

Jungkook, Jungkook...

Il suo nome continua a gironzolare per la mia mente, incapace di uscire, così comincio a sentire la testa pesante, dolorante, supplicante di farmi ricordare di lui.

Chi sei?

Essendo una persona davvero molto curiosa, se fosse per me, ora lo starei cercando per la scuola a infastidirlo finché non tiri fuori le risposte che sto aspettando da quando mi ha guardato.
Ma Seokjin mi ha detto di stare al mio posto, non parlargli. Non guardarlo.

Non posso guardare, Jungkook.

Il suo sguardo era più sorpreso che spaventato, direi anche... sollevato.
Vorrei sapere che rapporto avessimo prima che io cadessi nell'oblio.
Non riesco a non pensare a lui perché so che lui era qualcuno nella mia vita.
Vorrei sapere chi.
Eravamo amici? Nemici? Lontani cugini?
Non lo so.

Improvvisamente - a farmi ritornare nel mondo reale - è un ragazzo che si siede rumorosamente davanti a me, intento a finire prima che inizi l'ora la sua Sprite.
Seguo i suoi movimenti con gli occhi, osservando meravigliato il naso perfettamente alto e piccolo, sembrando che voglia prendere il volo.
La pelle è bianca e candida, contrastata dai capelli color rossiccio che gli cadono corti sul volto, abbastanza spettinati probabilmente a causa della corsa che ha dovuto fare per raggiungere il posto.
Incuriosito anche lui, non distoglie i suoi occhi neri e piccoli dai miei, facendo aggrottare le sottili sopracciglia.

«Jimin?» domanda con un'evidente espressione sorpresa, intanto che un sorriso - che sarebbe capace di abbagliare chiunque - gli si forma sul viso, «Non avevi perso completamente la memoria ed eri a un centro per matti? Comunque, nel caso non te lo ricordassi...» si fa trascinare da un ghigno, capisco che non l'abbia fatto apposta, ma il suo lato giocherellone sta avendo la meglio, «...io sono Hoseok»
Lo guardo infastidito, anche se una leggera risata esce senza permesso dalle mie labbra.
Nonostante io non lo ricordi, lui mi trasmette immediatamente una sensazione di felicità e divertimento.
Così il mio sorriso si espande sempre più, «Il centro per matti è una falsa» borbotto, mentre trascino con una mano il mio ciuffo da una parte all'altra, «non sono pazzo» schiocco la lingua sul palato, facendolo all'istante imbarazzare per la sua uscita poco appropriata.
Intanto che si gratta nervosamente la fronte, un leggero sorrisetto gli ritorna, accompagnato da una risatina, «Era semplicemente una voce, quindi» mormora, parlando più con se stesso.
Nonostante il tono molto basso, lo riesco a sentire benissimo.

Cosa sta girando in questa scuola sul mio conto? Finalmente riesco a collegare i vari fatti accaduti in corridoio appena entrato, facendomi sentire improvvisamente una stretta al cuore.
Cosa nasconde questo edificio triste e buio?

Candid Memories (p.jm + j.jk)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora