Capitolo 5.

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CAPITOLO  5

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JASY’S POV.

Mi affaccio alla finestra godendomi la bellezza di Piccadilly.

Non mi aspettavo che Londra fosse così tanto meravigliosa.

-Ho dei miei amici che organizzano una festa stasera, ci stai?- Mi chiede Harry abbastanza freddo.

-Non sono il tipo da feste- Gli rispondo girandomi mettendo le mani nelle tasche con fare timido.

-Dovresti lasciarti andare Jasy.-

-Decido io quello che voglio fare, non ho voglia stasera i andare ad una festa..-

-Fa quello che vuoi, io ci vado. Organizzati tu per il cibo.-      

-Faccio io, tranquillo.- Dico mentre sentiamo bussare alla porta.

Vedendo che Harry non si scomoda ad anadare ad aprire, vado io. Apro la porta e mi ritrovo davanti un ragazzo alto, capelli castani, occhi di un marrone dolcissimo.

-Ehm.. cerco Harry, è in casa?- Mi dice balbettando, è timido.

-S-si, entra- Mi rivolgo a lui spostandomi facendogli spazio per entrare.

-Comunque sono Lucas, ehm.piacere.- Si presenta porgendomi la mano.

-Jasy.- Mi presento io stringendogli la mano sorridendo.

Restiamo a guardarci per qualche secondo senza spiccicare parola.

-Resterete li impalati per tanto?!- Dice Harry appoggiandosi vicino allo stipite della porta con un sorriso beffardo.

-Smettila!- Lo richiama Lucas

-Cosa ci fai qui?- Si rivolge Harry a Lucas

-Volevo solo dirti che stasera James da una festa, ci stai?-

-Me lo chiedi anche?- Dice Harry scrollando le spalle.

-Jasy, ci sei anche tu?- Si rivolge a me Lucas

Harry non mi da nemmeno il tempo di parlare che lo risponde.

-Lei non verrà, non è il tipo di festa.- Harry con un sorriso da rincoglionito.

-Cosa dici Harry? Ovvio che ci sarò!- Non so come mi uscirono quelle parole, ma sentivo il bisogno di dimostrare ad Harry che non ero stupida come lui ne è invece convintissimo.

-Allora a stasera.- Lucas esce e chiude la porta.

-Stasera alle otto, pronta.- Quasi mi ordina il ragazzo riccio.

Senza nemmeno dare a lui il tempo di rispondere, esco di casa e vado in qualche negozio per comprare qualcosa da mettere questa sera.

Sono in un negozio di abiti da donna, molto grande.

Provo un vestito blu elettrico che arriva fin sopra al ginocchio. E’ stresso fino ai fianchi e poi scende più morbido. Prendo delle scarpe blu in pelle, hanno il tacco abbastanza largo, almeno così sono molto più comode.

Faccio un altro giro nel centro commerciale giusto per perdere un po’ di tempo, non ho per niente voglia di andare a casa.

Tra un giretto e l’altro sono le sette, sono in ritardo.

Torno a casa correndo, LETTERALMENTE.

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