Capitolo sei 🦈

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Non avevo mai amato particolarmente andare in giro per negozi, specie con mia madre; la quale non faceva altro che trascinarmi da ore praticamente ovunque.
Fin dall'infanzia la ricordavo come una donna molto apprensiva e costantemente alla ricerca di un pretesto per fare la mamma chioccia. Quindi ora che vivevo per lo più nel dormitorio della Kirigaoka non erano più molte le occasioni per stare insieme, rendendola di conseguenza abbattuta. Proprio per quel motivo tornavo spesso a casa per il fine settimana, nonostante la consapevolezza di essere assalita da lei continuamente.
Era davvero una madre fin troppo presente e affettuosa, ma le volevo davvero bene, impossibile non provare affetto per lei.
<<Tesoro, cosa ne dici di questa maglietta? Se vuoi te la compro>> mi chiese improvvisamente.
Con un brutto presentimento alzai il viso nella sua direzione, vedendola tenere con fierezza tra le mani una maglietta davvero discutibile. Era rosa evidenziatore e mostrava la stampa di un enorme unicorno cosparso di brillantini, oltre che una scritta in inglese che recitava: "Give me cuddles".
<<Sarebbe perfetta... per una bambina di sei anni, io invece ne ho quasi diciassette, non so se te ne sei resa conto>> commentai sconfitta, scuotendo leggermente la testa, tuttavia senza riuscire a nascondere un sorriso divertito.
<<Dici? Eppure mi sembrava perfetta per te>> rispose lei, visibilmente confusa <<cercherò qualcos'altro per te... magari con un orsetto.>>
Aprii la bocca per dare voce alle mie proteste, ma non riuscii a dire nulla notando il suo grandissimo entusiasmo.
Mia madre soffriva molto per il fatto di non avermi più in casa con lei come una volta e volevo darle l'occasione per sentirsi ancora un po' il punto d'appoggio per la propria figlia.
Secondo lei ero cresciuta troppo velocemente e non era ancora pronta a lasciarmi andare. Tuttavia non mi aveva mai negato la libertà; tutt'altro, mi aveva sempre incoraggiata a camminare per la mia strada. Ovviamente sciogliendosi in fiumi di lacrime per la commozione di vedermi così indipendente.
Nell'attesa decisi di iniziare a vagare un po' da me per gli espositori, alla ricerca di qualcosa di mio interesse. Prediligevo i capi dai colori scuri o comunque non troppo vivaci, cercando sempre di scegliere abiti originali e con un'anima rock.
Il centro commerciale situato nella città più vicina aveva un buon assortimento e consentiva di trovare quasi sempre l'oggetto desiderato.
C'erano tantissimi negozi ed ultimamente si erano allargati, accorpando un'altra macroarea dedicata proprio all'abbigliamento e alla cura della persona, compreso un negozio sportivo niente male; praticamente la nostra tappa successiva.
Adocchiai una maglietta di mio interesse, raffigurante una tigre disegnata totalmente in oro, su uno sfondo completamente nero.
La sollevai soddisfatta per poterla guardare meglio, notando contemporaneamente mia madre arrivare con quello che sembrava un pigiama pieno di caramelle raffigurate.
<<Che il cielo mi aiuti>> fu il mio unico commento.

. . . .

Il negozio di articoli sportivi era davvero immenso e contro le mie aspettative offriva un assortimento legato al mondo del nuoto davvero ampio e variegato.
Non sapevo praticamente nemmeno più dove guardare, tanti erano gli accessori proposti.
<<Avevi bisogno di qualcosa di particolare?>> mi chiese mia madre, notandomi molto indecisa.
<<Sto cercando un nuovo costume, siccome quello che uso sta diventando vecchio, e poi un altro asciugamano>> spiegai, iniziando a guardarmi intorno <<mi sono accorta che con due non riesco a mantenere il ritmo con gli allenamenti, devo lavarli continuamente.>>
Lei annuì comprensiva, iniziando a spulciare da sé tra le proposte. <<La tua taglia è sempre la stessa?>> chiese.
<<Vorrei prenderne una più piccola questa volta. Con tutto il nuoto che sto facendo ho perso un po' di peso e non voglio un costume che mi faccia attrito una volta in acqua>> le spiegai, facendole drizzare immediatamente le orecchie al suono delle parole riferite al peso.
<<Stai mangiando come si deve? Il cibo a mensa com'è? Non ti stanno affamando, vero?>> chiese a raffica lei.
<<Sto mangiando più del solito a dir la verità e il cibo non è male... certo, non è buono come quello che prepari tu... ma si lascia mangiare>> risposi, mostrandole un sorriso divertito e al tempo stesso rassicurante.
Lei sembrò soddisfatta della mia risposta e tornò a dedicarsi ad altro, mostrandomi dopo qualche secondo un costume stranamente in linea con i miei gusti.
<<Cosa ne pensi di questo?>>
<<Potrei prenderlo in considerazione, non sembra male, ma devo vedere come calza>> le risposi <<ho visto che in fondo ci sono i camerini e->>
Mi bloccai, notando alle spalle di mia madre una chioma vinaccia impossibile da confondere con quella di qualcun altro.
Solo un ragazzo di mia conoscenza aveva quella capigliatura ed era l'ultima persona che desideravo vedere in quel momento, specie con mia madre presente.
Era sempre stata pazza di Rin, fin da quando eravamo bambini e non di rado negli anni i suoi pensieri si erano rivolti a lui.
Fin da molto prima della sua partenza lo aveva invitato spesso a passare del tempo a casa nostra, anche semplicemente per una merenda.
Quindi assolutamente non dovevo permettere quell'incontro, non se volevo avere salva la vita e la pazienza.
Mia madre fece per girarsi e la bloccai per le spalle, quasi urlandole in faccia un: <<No, aspetta! Prima voglio cercare anche l'asciugamano, resta qui>>.
<<Ci penseremo dopo. Prima andiamo a vedere come ti sta questo costume, sono curiosa>> disse testarda, ignorando la mia richiesta di rimandare.
Si infatti voltò, avvistando immediatamente il ragazzo in questione muoversi tra gli scaffali.
<<Un momento... ma quello non è Rinrin?>> chiese lei, utilizzando quel soprannome utilizzato costantemente da lei ai tempi.
Gelai. <<No, sicuramente ti stai sbagliando. Quello non è Rin, forse è un sosia... lo sai che al mondo ognuno di noi ha sette sosia? Simpatico, non trovi?>>
Lei tuttavia non si fece abbindolare, ma forse nemmeno mi ascoltò, limitandosi ad affermare con tono quasi stridulo: <<Quello è sicuramente Rinrin, non posso sbagliarmi. Quindi è tornato dall'Australia... andiamo a salutarlo insieme>>.
<<Mamma, non mi sembra il caso. Sembra impegnato e non voglio dargli fastid->>
Mia madre tuttavia mi ignorò nuovamente, afferrandomi per un polso per portarmi con lei verso il ragazzo poco distante.
Rin non sembrava essersi reso conto della nostra presenza, almeno fino a che lei non richiamò la sua attenzione.
<<Rinrin, ti ricordi di me?>> chiese infatti.
Il ragazzo si voltò nella nostra direzione con un'espressione palesemente confusa, prima di sgranare leggermente gli occhi alla vista di mia madre e ancor di più notando me alle sue spalle tutta imbronciata.
<<Salve signora>> rispose lui garbatamente <<certo che mi ricordo di lei.>>
Lo fissai sospettosa, quasi incredula davanti a tutta quella galanteria, considerando come si era comportato giusto la sera prima.
Stava chiaramente facendo il furbo.
<<Quanti convenevoli, sai che con me non ce n'è bisogno>> disse lei, sorridendo tutta felice <<T/N non mi aveva informata del tuo ritorno, sei tornato da molto?>>
<<No signora, sono tornato solo da qualche giorno per frequentare i restanti due anni di liceo qui. Poi deciderò in futuro cosa fare per l'università>> rispose lui.
Mia madre non riuscì a trattenersi ulteriormente e dopo avergli pizzicato le guance esordì con un imbarazzante: <<Ma guarda che bel giovanotto che sei diventato, anche da bambino eri adorabile, ma adesso sei proprio un bel ragazzo. Non lo pensi anche tu, T/N?>>
Normalmente una scena del genere sarebbe stata comica, ma al momento era solo imbarazzante, nonché umiliante.
<<Non lo so>> bofonchiai a mezza voce, facendo ridere mia madre.
<<Non fare la timida adesso. Tu e Rinrin siete tanto amici, che male c'è a fare un complimento ad un amico?>> chiese retorica.
Tuttavia fortunatamente tornò a dedicare le sue attenzioni al ragazzo, mollandomi finalmente il polso.
Per un secondo contemplai l'idea di darmela a gambe, ma alla fine decisi di restare ferma per non insospettire mia madre. In fondo non ci tenevo a perdere una giornata intera per spiegarle tutto e soddisfare la sua curiosità.
Preferivo tenerle tutto nascosto, così da evitare problemi inutili e discorsi lacrimevoli da parte sua.
I miei occhi passarono quindi velocemente sulla figura del ragazzo, soffermandomi sopratutto sui muscoli ben sviluppati sulla parte superiore del suo corpo.
La sera prima non avevo avuto molto modo per guardare gli effetti della crescita sul ragazzo, ma in quel momento, con la luce del giorno e la sua canotta aderente, mi veniva difficile non notare gli incredibili effetti della pubertà.
Sentii farsi largo dentro di me una consapevolezza fastidiosa. Mia madre aveva infatti ragione: Rin era diventato davvero un bel ragazzo, impossibile negarlo.
Quella scoperta mi infastidì enormemente, portandomi ad aumentare le dimensioni del mio broncio, già particolarmente evidente da prima.
<<... e quindi mi farebbe molto piacere invitarti a cena a casa nostra la prossima domenica.>>
Fu quella la frase che sentii uscire da mia madre, dopo aver riportato la mia attenzione sulla loro conversazione.
<<Cosa?>> chiesi scandalizzata io, senza ottenere la benché minima attenzione da mia madre.
Rin invece mi guardò brevemente, prima di riportare gli occhi sulla donna davanti a me.
<<Apprezzo molto l'invito, ma ultimamente sono molto impegnato e->>
<<Guarda che mi offendo se non vieni a mangiare a casa nostra>> lo bloccò lei <<potrei preparare tanti piatti con la carne, vai ancora pazzo per la carne, vero?>>
<<Sì, ma->> tentò di dire lui, venendo nuovamente bloccato da mia madre.
<<Allora è deciso. Ti aspettiamo domenica alle 19:00 in punto. Non serve portare niente o mi offendo, penserò a tutto io>> commentò lei.
Alla fine Rin fu costretto a sospirare, mormorando uno sconfitto: <<Va bene>>.
<<Eh? Cosa? Sul serio? Mamma, non mi sembra il caso di organizzare questa cos->>
Mia madre si voltò verso di me con uno sguardo a tratti diabolico, uno di quelli che raramente usava e che ancora erano capaci di terrorizzarmi.
<<Come dici, cara?>> mi chiese, usando un tono fintamente dolce, siccome Rin non poteva vedere la sua espressione di rimprovero.
Mia madre era una donna sempre allegra e di buon umore, ma nessuno doveva mettersi tra lei e le sue cene organizzate, nessuno.
<<La carne andrà benissimo anche per me>> commentai, utilizzando lo stesso tono abbattuto del ragazzo di fronte a me.
<<Perfetto. Allora è deciso>> squittì felice lei <<allora a domenica sera.>>
Detto questo iniziò a camminare in direzione dei camerini, dichiarando conclusa quella conversazione.
Guardai per un'ultima volta Rin, beccandolo con uno sguardo stranamente morbido... che tuttavia indurì non appena si rese conto dei miei occhi posati sulla sua figura.
<<Ci vediamo domenica sera>> ripetei io, usando un tono quasi sprezzante. Poi me ne andai, affiancando mia madre, che una volta a distanza di sicurezza mi chiese innocentemente: <<Sei contenta? La mamma ha invitato a cena il tuo caro amico Rinrin, sarà divertente!>>
Mi sbattei una mano sulla faccia, iniziando già ad escogitare mille modi diversi per vendicarmi su quella donna fin troppo impicciona.

 ꓴӄ౹ყ꤀ || Rin Matsuoka x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora