Capitolo 5.

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Quando Jack lasciò la stanza, tornai a sedermi sul letto e afferrai il mio telefono, le chiamate di William non mancavano mai, non aveva smesso anche dopo che avevo cambiato numero, Farrah entrò nella stanza e si avvicinò al suo letto aprendo il suo computer portatile "sai alcune volte non capisco mamma e papà!" chi riusciva a capirli? persi nei loro festini da adulti, non si curavano dei loro sei gemelli "hanno espressamente detto che adesso abbiamo quindici anni, possiamo badare a noi stessi!" continuò lei, annuii soltanto riprendendo il mio diario e lasciando il telefono sul letto "Sai Freya? ho come l'impressione che tu sia arrabbiata con me!" che avevano tutti oggi? erano davvero cosi in vena di parlare? "non sono arrabbiata!" lei rischiuse il computer "è per la storia di Will?" mi appoggiai al letto e guardai mia sorella, così uguale a me nell'aspetto, ma diversa nell'atteggiamento, nel modo di comportarsi, lei solare e colorata, io cupa in tutto, ma non ero sempre stata così "perchè continui a chiamarlo Will?" le chiesi alla fine, sembrò nervosa alla mia domanda eppure era così semplice rispondere "È un diminutivo Freya!" sollevai le spalle "sai che William chiede solo alle persone intime di chiamarlo Will? o forse non lo sapevi? non mi interessa sapere che cosa stai combinando, se è vero che Simon ti ha chiesto di ridare un libro a Will o meno, ma Farrah, sta attenta!" non ero interessata sul rapporto che lei aveva con William, forse si, un pò. Ma ero più preoccupata per quello che Will poteva fare "so badare a me stessa, non succederà nulla di male. Ci hanno invitato tutti alla festa di Martha, domani sera. Mamma e papà non ci saranno e pensavo di andarci!" non capivo se fosse stupida o solo ingenua "vuoi andare a casa di Martha dopo l'ultima volta?" la mia voce tremava ed era salira di un tono "Freya io non ero li l'ultima volta e se ben ridordo non hai mai detto la tua verità su quella notte, Faith non ricorda nulla e tu non vuoi dire niente!" sollevai le spalle e spostai lo sguardo "non c'è molto da dire, mamma e papà si sono arrabbiati molto, Faith è finita in ospedale e..." fui interrotta dalla porta che si apriva, mamma entrò e guardò prima me e poi Farrah "noi stiamo partendo, Jamie e i ragazzi sono in salotto, vi occupate voi della casa? torneremo venerdì notte, cercate di non distruggere casa e dopo la scuola subito qui, e Freya, stai attenta a Faith per favore!" annuii soltanto, il rapporto dei miei genitori con me era cambiato drasticamente dopo quella notte, per quanto cercassero di darmi una qualche responsabilità, quella sera aveva distrutto tutto.

Jack:
"cazzo, cazzo, cazzo!" mi corressi subito notando la testa di mia mamma fare capolinea dalla porta "non scendi con i tuoi fratelli? Jack noi stiamo partendo, ti chiedo di non fare nulla di stupido o di evitare qualsiasi guaio. Io e tuo padre saremo ad una importante riunione e non vorremmo essere disturbato in alcun modo, soprattutto per chiamate che possano in qualche modo distruggere tutto quello per cui stiamo lavorando!" indicai il telefono, ormai nessuno di noi ascoltava ciò che avevano da dire, non si preoccupavano mai a che serviva cercare di comunicare? "non preoccuparti Mamma!" una volta uscita, digitai il numero di Holly e mi sedetti sulla sedia della scrivania, quella stanza era così monotona, sin da piccoli ci avevano divisi, ragazze e ragazzi in due camere divise, cosa stupida visto che alla fine passavamo l'intera serata con le nostre sorelle, bei tempi, quei tempi in cui Freya ancora si divertiva "Jack?" la voce di Holly interruppe i miei pensieri "Holly, ciao!" potevo sentire la sua agitazione, quel giorno a scuola avevo cercato in tutti i modi di evitarla, ero stato ferito "ti serviva qualcosa?" chiese a bassa voce, controllai l'orario, i suoi genitori erano tornati dal lavoro e sapevo quanto il padre di Holly non mi sopportasse "i miei stasera partono, torneranno Venerdì notte, pensavo di chiederti se ti andava di venire qui da noi!" la pausa che ne seguì era quasi imbarazzante "avremmo occasione di parlare di oggi?" iniziai a picchiettare le dita sulla scrivania nervosamente "Jack? si o no?" chiese lei sbrigativa "si, si certo!" una volta accordato dell'orario lasciai il telefono sul letto e scesi al piano inferiore, James se ne stava seduto sul divano, non avevo ancora capito cosa piacesse davvero a mio fratello, passava più tempo a leggere e scrivere che a confrontarsi con me e Jamie, Pam era seduta accanto a Jamie e teneva la testa sulla sua spalla "Jack mi aiuti?" Faith stringeva una scatola fra le braccia, gliela afferrai "lascia la prendo io!"

Faith:
Chiesi a Jack di aiutarmi con la cena, mi sistemai il vestito quando afferrò la scatola che tenevo fra le braccia "non serviva, c'è la faccio!" lo rinprovero, stavo bene, possibile che tutti si preoccupassero tanto? "il dottore ha detto che..." "il dottore ha detto che devo iniziare a fare esercizio, Jack ascolta, capisco che voi siate preoccupati, ma così facendo, aumentiamo l'ansia di Freya, sta andando da un psicologo per questo!" Jack lasciò la scatola e fu affiancato da James "lo capisco, ma quel incidente ti ha quasi uccisa Faith, il dottore ha detto che si, devi muoverti, ma non puoi pretendere di sollevare pesi così in fretta!" guardai i miei fratelli "Jack ha ragione, sappiamo tutti che vuoi tornare a scuola e vuoi dimenticare questa storia, ma devi andarci piano!" incrociai le braccia e li guardai male "quindi state dicendo che va bene far sentire male Freya continuamente? è questo? mamma e papà la trattano così male che non si accorgono di quanto Freya si senta in colpa, quella notte non solo io stavo per morire. Lei...!" in quel momento guardai alle spalle dei miei fratelli, Freya era vicino alla porta, James e Jack si voltarono a guardarla "che succede qui?" scossi la testa e aprii lo scatolone contenente della pasta "stavamo chiaccherando, perchè non chiami Jamie e Farrah?" quando lasciò la cucina guardai i ragazzi "Sai Faith? forse tu e Freya dovreste raccontare una volta per tutte cosa è successo realmente quella notte!" l'ansia cresceva ogni volta che qualcuno chiedeva spiegazioni a riguardo, avevo rischiato la vita e quella paura non era scomparsa.

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