Signal

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~5 dicembre 2007~

In un appartamento di Las Vegas, viveva una ragazza dai lunghi capelli bruni e dai grandi occhi verdi.
Il suo nome era Fox.
La giovane si era stabilita in un appartamento con una buona fama della grande città.
Faceva le sue ricerche tutte le sere.
Si collegava sulla piattaforma delle mappe dei segnali, per accedere a vari dispositivi protetti.
La parte numero due della fase "GLS" era Signal.
La ragazza proprio per partecipare alle serate dei casinò, si vestiva in maniera più osé, in modo da non destare sospetti.
Quella sera indossava un vestito aderente rosso, i tacchi a spillo dello stesso colore e i guanti di pizzo e merletto. Questi ultimi servivano per non lasciare impronte. Scelse di definire i suoi boccoli con l'arricciacapelli.
Sulle labbra passò un rossetto di colore rosso Valentino e poco dopo era pronta.
La sua falsa identità era "Scarlett Winston", una giocatrice d'azzardo.
Una volta pronta, prese la sua borsetta di Swarovski - più tarocca di me- e si diresse all'entrata, dove ad aspettarla c'era un'automobile.
Così, dopo il breve viaggio in macchina, la ragazza scese dalla vettura e camminò verso l'entrata del luogo. Già intorno alla mezzanotte l'aria era irrespirabile, la puzza di fumo penetrava nel cervello, tanto da far venire la nausea.
Fox fingeva di giocare, ma in realtà udiva tutte le conversazioni più riservate dei pezzi grossi, era questo il suo scopo.
Partecipò a quelle serate per circa 20 giorni, senza risultati.
Parlavano per lo più di spaccio di sostanze stupefacenti, traffico umano e qualche volta si accennava di ragazzi entrati a colpi di raccomandazioni nelle società.
Uno schifo.
La sera del 12 dicembre ebbe le risposte che attendeva.
Riuscì a partecipare alla conversazione e a prendere informazioni indispensabili per la sua situazione.
Per avvicinarsi il più possibile ai soggetti, iniziò a sedurre uno di quei delinquenti, che rispetto agli altri aveva un aspetto più acculturato e raffinato.
Il suo nome era Lyon. Un ragazzo alto minimo 1.85, dai capelli neri morbidi e dagli occhi color blu zaffiro. Uno sguardo provocante e sopraffino, nulla da ridire.
Il ragazzo fece accomodare Fox al suo fianco, mentre beveva del prosecco.

-Eh quindi, avete sentito l'ultima?-

-Quale quale- chiese in modo rozzo uno degli uomini.

-Rod Ross si sta facendo comandare da un moccioso di sì e no 18 anni-
Disse ridacchiando ironicamente.

-Che cosa?! L'ho sempre detto che non aveva sale nella zucca quella testa calva.-

-Si dice che il giovane abbia fatto scalpore. A quanto pare ha ucciso un pezzo grosso di un altro gruppo. Come dimostrazione ha portato la testa direttamente a Ross, su un piatto d'argento, letteralmente.-
Fox a quelle parole si sentì mancare un battito.

-Beh, però per essere un ragazzino deve essere in gamba. Non è da tutti i diciottenni tagliare la testa ad un boss e mettere ai suoi piedi un'intera organizzazione mafiosa.-
Sentenziò Lyon in modo molto elegante, spostando il bicchiere di alcolico da una mano all'altra.

-Effettivamente il signorino ha ragione. Va fatto fuori prima che sia un possibile concorrente.-rise uno di loro, sospirando il fumo del suo sigaro cubano.

-Rod dove si trova adesso, capo?-
Chiese uno dei nuovi arrivati al boss.

-Si dice che si trovi in California, in una città portuale. Chi dice Los Angeles, chi San Francisco o anche San Diego... Ma alla fine a noi interessa che stia il più lontano possibile e che non ci metta i bastoni tra le ruote.-
Disse l'uomo ridacchiando, mentre era seduto a gambe divaricate sul divanetto di velluto bianco, accerchiato da prostitute.

-E ditemi, sapete che aspetto abbia questo giovane così spietato?-
Chiese Fox, scandendo le parole.
Accavallò la gamba sinistra a quella destra, portando la mano alle labbra, mentre sorrideva vagamente in modo sensuale per attirare l'attenzione degli uomini.

Il Destino nelle stelle - Mello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora