Entra il CORO
CORO - Ormai la vecchia fiamma di Romeo
è sul letto di morte, e un nuovo amore
aspira a coglierne la successione.
La bella per la quale trepidava,
e dichiarava di voler morire,
confrontata alla tenera Giulietta
più non appare bella agli occhi suoi.
Ora Romeo ama ed è riamato:
stregati, l’uno e l’altra, dall’incanto
dei loro sguardi, ch’altro egli non può
se non che sospirare da lontano
per colei ch’è supposta sua nemica;
e lei rubar la dolce esca d’amore
dalle punte di paurosi ami.
Egli essendo tenuto per nemico,
non può assolutamente avvicinarla
per sospirarle i voti che gli amanti
si sogliono scambiare.
Ed ella, al par di lui innamorata,
assai meno di lui ha mezzi e modo
d’incontrarsi col suo giovane amante
in qualche luogo. Ma la lor passione
presta loro la forza, il tempo e i mezzi
per potersi comunque avvicinare,
e stemperare con dolcezze estreme
l’estreme loro pene.
(Esce il Coro)
SCENA I - Verona, sentiero lungo il muro che cinge
l’orto dei Capuleti. Notte
Entra ROMEO correndo; all’improvviso si ferma.
ROMEO - Come posso procedere più innanzi,
se il mio cuore è là dentro?…
Su, tornatene indietro, terra inerte,
e riprendi il tuo centro!
(S’arrampica sul muro, lo scala e salta al di là, nell’orto
dei Capuleti)
Entrano BENVOLIO e MERCUZIO
BENVOLIO - (Chiamando)
Olà, Romeo, cugino, dove sei?
MERCUZIO - È furbo, quello; è ritornato a casa,
e s’è schiaffato a letto, credi a me.
BENVOLIO - Macché, l’ho visto correre di qua
e scavalcare il muro di quest’orto.
Dagli voce anche tu, mio buon Mercuzio.
MERCUZIO - Anzi, lo evocherò come uno spirito.
(Come facendo il negromante)
Romeo!… Capricciosone!… Testa pazza!…
Passione! Innamorato!… Fatti vivo,
almeno sotto forma d’un sospiro.
Rispondi solo con due versi in rima,
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